Critica Sociale - Anno XVIII - n.17 - 1 settembre 1908

258 CRITICA SOCIALE Un progn,mma minimo o massimo? - egli chiede. - Sono queste e~ercitazioni scolafltiche o pannicelli caldi (sic): occorre un'idea generale, salda, animatrice. C'è que:,t'idea? Non potrebb'essere più evidente, più premente. L'alleal)za dei moderati coi clericali - al– leanza. che le pro~sime elezioni rinsalderanno e com– pleteranno - significa ritorno alla reazione. Ora 1 pii.t della riduzione della ferma 1 degli armamenti, delle CaQse di maternità, c'é una questione che deve unire tutti ì democratici: è la questione della libertà. Anzi da O!S!-<f\. deriva il modo di concepire e di risolvere tutti i problemi spiccioli ( 1 ). J~ çonclude che, a voler fare dell'azione parlamen– tare e delle riformo effettive, non del rivoluziona– rismo inconcludente, una cosa è necessaria, ed ò sufficiente: SOt)tituirc una " maggioruuza li bende " nlla mag-giornnza clcrico•moderata; che il motto della bntt11glin.- scm~n uopo di concordati speciali - non può essere che uno: votare contro i reazio • nari; cho poro importn se poi non si andrà tutti d'1:1ccordonelle varie questioni, bastando " Pidentità del pensiero democratico, il proposito di camminare senza ditlidcnze verso l'avvenire "' a creare una nuov,l Camera - rors'anche un'ltalia nuova. Ora - è eg-li occe:ssario di osservarlo al Saraceno, il cui pensiero politico è, di solito, così agile, così materiato di modernità, così sensibile alla circostante immeditlta rcnltà delle cose? -'- tutto ciò è estre– mamente troppo semplice, e ci si consenta di ag– giungere, ò nuche un pochino troppo superato dai fatti. Unn" rnllggiornnza liberale.,? Lasciamo stare che è affatto c:strunca alla questiooe del blocco la pos– sibiliti\1 ed il proposito, di " votare contro i reazio– uarì »· J partiti popolnri, col blocco o senza, su ciò non ,·i puù es:scre dubbio, non faran□o mai altro chP questo: soprafulto lo faranno sicuramente i so– ciali:sti; ai qullli po:s::,onoapparire talvolta reazionari - larntti, o quindi pili esiziali - uomioi che pure si truccnuo volonticri in quella zimarra generi– camente " liberalo,, di cui è impossibile definire quale sirL il vero colore, e sopratutto hl stoffa. Ed ò sempre aporht - e non ha una soluzione unica, nò co:stauto la quei:Jtiono di sapere Sf' 1 col sistema dei ballottaggi vigente in rtalia) non si adunino maggiori forr.o e 11011 si ottcugano risultati migliori) anche immediatamente elettorali, quando i vari p:u• titi di libertà si mobilitano innanzi tutto pei loro uo111i11i e poi loro idcaii specifici, colla tattica del " marciare separati per colpire uniti " sopra gli av• venmri comuni. .\hl il .'iaraceno e con esso quanti caldeggiano un blocco, fatto sulla base cli aggettivi generici, e non <li articoli positivi di progrnmma - è costretto, dunque. a ritomare all'antico e classico concetto dei due soli partiti, delle due sole e grnndi correoti politiche, che si fanno la guerra, e in ciascuna delle qunli i l:iingoli 1rnrtiti minori - ridotti atrimpor– htn:1,adi semplici fa1.ioni - afftuilSConoe si perdono coma rigagnoli nel fiume. Ora, ciò oon è più vero nel senso inglese della cosa, (neppure iu Inghilterra), o 0011 ò vero ancora nel senso di quegli avveniristi del socialismo - per questo iotransigenti ad ol– tranza che vedono la concentrazione dei partiti, rispondente a quella dello duo tipiche classi antago– niste, come un fenomeno gifi molto inoltrato e f\itale e elci quale non giova attraversare il compimento. Nel concetto di questi ultimi, non il socialismo do– vrebbe fnr blocco con altri partiti, ma questi, tutti assieme, contro di lui. Il concetto, invece, dei due g-rancli partiti storici, i wighs e i lories, i. moderati e i libcrnli, è, ripetiamo, superato, ornai, dapertutto - e lo è, dopo le ultime prove di Governi reazio– nari, anche nel nostro paese. Per tornare in qualche modo ad esso, il Saracen~ - poichè il tentativo di inalberare come segno d1 raceoltn un A"enerico anticlericalismo è, per comune consenso, fallito - agita in ~lto I.o spa.urac~hio della reazione, lo spettro della m111acc1atal1berta. Questo argomento ci ò famigliare, poichè noi stessi ne usammo lungamente - altri ci accusò di abusarne - per penmadere ai nostri amici quella sobrietà politica, nell'uso dello prime libertà conquistate - e non colle sole nostre forze, e ancora, in quei primi tempi, mal consolidate - la quale, pur troppo, 11011 fu sempre abbastanza seguita. Ma ci parrebbe assurdo acoantonttrci in esso come in un torrione, dal quulc non si dovesse più uscire all'aria ed al sole. Su questo proposito, a huon conto) il direttore della Vita, non è affatto d'accordo neppure con l!,,"frurio, il quale, nel numero del 28 agosto, discor– rendo della ic fine di un periodo'" mentre accusa i socialisti di non sapersi districare dalle formule vecchio o dai còmpiti oltrepassati (e, a dir vero, quali sarebbero i nuovi, non accenna in verun modo), ammette tuttavia che "le libertà politiche sono oggi conquistate per tutti, come è provato dall'uso geoe• roso che no fanno i lavoratori sindacalisti. Il Go– verno cli polizia non è più possibile, o potrebbe du– rare 1>0chcsettimane e solo per rappresaglia cootro un moto di:sordinato cli piazza. Un periodo è chiudo, e oc hanno gran merito i socialisti n· Si potrebbe soggiungere che, quando la minaccia della reazione risorgesse davvero, un blocco formi– dabile si farebbe immediatameote - non importa se in occasione dei Comizi politici o in qualunque altro modo e momento. :Manon è còmpito di uomini politici occupilrsi di ipotesi così aeree e così poco fondate. J.a q1rnl cosa non significa - soggiunge Etrurio a ragiooe - che ogni forma di reazione sia spenta, che i conservatori non ricorrano ad arti più sottili per crearsi le difese che non possono più chiedere alla brutalità. ciel gendarme, e che sia instaurato il regno della democruzifl .. Ma qui è appunto dove la forza dei partiti - di tutti i partiti di democrazia - elevo esercitarsi e combattere. Nò saprebbe eser– citarsi senza essei' prima formata., senza essersi &S· sicurate lo condizioni di sviluppo. Qui, si badi, è il nucleo vero di tutta la questione che agitiamo: e ci pnre che da alcuni amici socialisti - perdutisi troppo, per ragioni professionali, nel gremio del radicalismo - questo nucleo sia perduto di vista. Contro la brutale reazione poliziesca dei Crispi e dei l'elloux, l'orda elettorale, quale ce la poteva for– nire l'unione popolare degli scorsi anni, poteva ba– stare e bastò. Basterebbe contro le nuove e sottili arti di una reazione più illuminata) che si confonde, in sostanza) con un pii1 intelligente esercizio dell'i· stinto di conservazione della classe privilegiata, del capitalismo sfruttatore? Anzi, non solo chiediamo se basterebbe ; ma siamo costretti a domandarci : sa– rebbe possibile? Se è posi,ibile (11oi non abbiamo pregiudiziali io proposito), so ciò che si è convenuto di chiamare la democrazia, in Italia, possiede armi, e vuole usarle, per espugnare cotesta più sottile reazione, ebbene, le •m111discae le adoperi. Noi ooo chiediamo di me– glio. Noi non chiediamo nulla di diverso quando in– vochiamo che g·li accordi - se debbono farsi - si facciano su un chiaro e concreto programma, se non ci app11ghiamo di etichette generiche - " rea• zionar1 ,,, " liberali " - 1 di lirismi sonori - " cam– minare verso l'avvenire"' Noi potremo non solo aiu– tare, ma.potremo persioo cedere il passo a coloro - militanti sott'altra bandiera - che, di fronte a

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