Critica Sociale - Anno XVIII - n. 14 - 16 luglio 1908

Critica Sociale RIVIST .Il QUIN1JJC/N.f/LE 1JEL SOC/.1/USMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 14 Non si vende a mtm.e,•ì sey>arati. Milano, 16 luglio 1908. SOMMAL'i!IO Politica ed Attualità. V11tl ('/HJ 01seqm, 1111011ctope,·o cht 11011 c,tt,te (1,A CIUTICA SOCIALI-:). l11to1·1,o fj/ J)llt'tllo tCO//OlllkO (Pror. •'RANm:scocou:TTI). l,t m·u<111IZz(l;:,Lo11L dd (m1:::io11111'i t JI 11J11dacali1111w ,·1(or111,11tn (l'ro– ft:'b80r }'AUSTO l'AOl,IARI), L(I (!l"IIJ ,,,, soci<1Us11101111/lllOl)(lllO." X (fluo): lltl(r vHtorla t/'OPPO lit/la - J,1_1 "1t1Tota ~ <lei toi·o,·otorL ,ociau,u - l,'tSptrl111t11to po11- 11c,111f/1tantll'orgc111iz:,zlo11t u,momlco - J,<1 1xmra della coope– ptn1.:W11t, cllH' /(I PCllll"(J dtl soc:i11/is1110 (l'ror. 010\',1,S!i'I ZIBORDI). Studi economici e sociologici. J.o q11u/lo11t drllt NISt Il Roma: lii. /,fj ("Qf)J)t,"lllivt tdUitlt (Avvo- 011to)lu 1cc10 ltunu). Lt: l"(ISt {I/ COlllllllf! (l'rOf. ERn:STO IJERTARRl,1,1). FIiosofia, Letteratura e Fatti sociali. /?,'(I l.lhl'i t N/rislt: Apologia della vlolcnza (e, 111.)- La IIUertà (Il lavoro (t, 111.) Quel che insegna uno sciopero che non esiste l!..,orsenon fu poi tanto balordo il Padre eterno, quan<lo volle puniti i nostri primissimi progenitori della strana pretesa, ch'essi ebbero, di voler mor– dere al frutto dell'albero del bene e <lel male ..... N1::ssuna cosa, infatti, è più difficile, più insupera– bile, al mondo, che questa, di voler decide re a p1·i01·i che cosa sia bene e che cosa aia ma.le, in base al criterio - il solo positivo che abbiam o - delle conseguenze che le cose produrranno in un lasso di tempo un po' largo. E, il più spesso, il bene non sembra potersi conseguire che per le vie del suo eterno avversario. Quel tanto di bene relativo, che la nostra mente può concepire e la nostra mano afferrare o affret– tare, noi lo cerchiamo quasi sempre coi mezzi della persuasion13 1 della previsione, della logica .... e ci fanno cilecca. La nube di Arimane si spande, domina, vince, a dispetto nostro e di tutte queste cose. Ma la sua stessa vittoria è la conrlizione ed è il principio della nostra. Ciò che il buon senso, la scienza, il ragionamento, gli esempi forniti dalla storia, convergenti meravigliosa.mente a una stessa. conclusione, uon valgono a persuadere agli inte– ressati, è dimostrato loro froebelianamente dal• l'esperienza diretta, che poi li colpisce colle sue terribili mazzate sul capo. Allora, tutte quelle forze intellettuali, che, anche congiurate 1 parvero inutili, acquistano una inaspettata efficacia e cominciano a prevalere. La ragione - almeno allo stato at– tuale della mentalità delle masse - non sembra poter penetrare e allignare nelle teste, se non ac• compagnata da scappellotti formi<labili, come la buona semente non germoglia nel terreno se prima l 1 aratro spietato non lo squarciò. Ciò non porta alla conseguenza ohe la ragione, la previsione, la logica siano strumenti affatto inutili nella rlinamica sociale; conseguenza che sembra presupposta dal nostro amico Pagliari, in m1 punto del suo notevolo articolo che inseriamo più i11nu,11:r.i. Scrive.infatti il Pagliari, a proposito di 8iudacnti e di movimento operaio: " Nell'attuale infanzia sindacalo e riformista, l'inte• rosse precipuo delle organizzazioni OJ)eraie è di costi– tuirsi ed affermarsi, e passo, perciò, in seconda linea l'interesso J)8r ogni altra azione non corpor&.tiva e per la stessa azione parlamentare. Perciò i benintenzionati tentativi dei socialisti, diretti a attenuare l'asprezza della lotta economica, incontrano ancora la ostilità. aperta o la opposizione ))assiva dolio masse operaie, cbo stanno misurando le loro rorze e devono imparare spe– rimentalmente la ostensione o lo. profondità. delle resi– stenze. J1 movimento operalo nostro, con le impazienze, gli ardori, le impulsività., le illusioni del fanciulli 1 crede cli poter abbattere gli ostacoli di un colpo e colpisce a diritta o a manca. Il rimedio sta nell'esperimento, non nei tentativi estrinseci di persuasione ,, Le quali righe, interpretate secondo la connes– sione naturale delle parole, involgerebbero la per– fetta inanità, almeno nel presente, dell'azione dei partiti, anzi del partito sociali.sta, sul movimento operaio. Il socialismo sta al puro movimento ope• raio 1 come, negli animali, il cervello sta al midollo spinale. 'l 1 ende cioè a sostituire, alla semplice azione riflessa, l'a.zione della riflessione, che è il suo con• trar io e iI suo freno i sebbene non sia che un pro– dotto evolutivo di quella. Se la persuasione, la riflessione, l'idea non servono a uulla 1 il partito - ogni padito - può dare le sue dimissioni. Ma la realtà. non è così sem1>lice. E 1 se anche, come noi pure crediamo, l'idea, anche la più esatta, non basta, da sola, a trattenere ed a muovere gli uomini; non perciò essa rimane estranea ai motivi della loro condotta. Fra cervello e mi<lollospinale vi è pure un mutuarsi continuo <li influenze reci– proche. }], se il solo cervello non ci dà il movi~ mento, non 0 perciò meno vero che una mosca SbDZa capo cammina in modo (li verso da una mosca normale. Non si può dire che che la lama delle forbici non tagli, perchè, con una sola lama nelle mani, non riusciamo a tagliare. E' lecito credere che, nel campo del movimento proletario come in o~ui altro, qu ella somma <li nozioni teoriche, che, somministra.te in astratto, esercitano così scarsa influenza. sull' azione delle masse, facilitino per altro, ed accelerino 1 e rendano molto più frnttuosa, che altrimenti non sarebbe, l'opera dolorosa della espe– rienza diretta. Altro è sperimentare al lume. di un'idea, altro sperimentare al buio pesto. In fondo, le teorie non sono anch'esse che esperienza - esperienza già fatta e, a dir così, condensata. . . . Queste non peregrine osservazioni filosofiche ci sono suggerite dal consifierarE, gli effetti, ormai

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