Critica Sociale - Anno XVIII - n. 11 - 1 giugno 1908

CR!TlCA SOCIALE 175 I t . . . t· . I e con rovcr81C nrnmrn1stra 1ve; e nlfidasse ad altri coq>i tecnici autonomi o permanenti lo studio siste– matico delle riforme EZcolusticho; e concentrasse tutta la sua opera pcrsonulo nel presiedere questi organi di controllo o di studio, e nell'elaborare, d'accordo con essi e cnn l'aiuto dcl11capericnza da essi raccolta, tutti quei prov,•cdimenti leg-islati\,j o regolamentari di indolo generalo cho apparissero opportuni a de– terminare meglio gli uffici e le responsabilità dei funzionari <" a promuovere un migliore ordinamento delle scuole. Tutto questo, beninteso, finchè sia.mo i11 tempi nor– mali. Che se l'ammini1::1tra?.ionc, così costituita in re• gime cli autnrchhl completa, si irrigidisse a poco a poco in car,rn chimm. o avHrsa ad ogni novità; se gli orgnni supremi dcll'nmministrazione, analoghi al Comitato da noi proposto per l'istruzione media, de– gonernssorn in Ol'A'll11hm1i i11crLio incapaci di rispo11• dere al còmpito nd ossi an-ldtdo; toccherebbe allora al Ministro romporc lo vecchio formazioni impotenti, rinnovarlo con un n.tto straordi111trio di energia reso necosslll'io dnllc circostanze stmordinarie, ristabilire l'equilibrio frn. i bisog-ni del pubhlico senizio e la capacità degli org-ani direttivi di esso. )la queste sono ,•ere e proprio rl voluzioni 1 che non occorre av– ,,engauo og-ui nnno; e di esso il ,\linistro <le,·e pren– dere la iniziativu e la res1>onsabilità alla luce del sole, chiedendone l'autorizzazione al Parlamento, avendo magari, in CflSO d'urgenza 1 il coraggio aperto della illeg-ali1i1, per ragioni che egli possa sempre pubblicamente dichiarare e non sia tenuto - come spesso avviene a nascondere, in nome di nuovi principi tecnici e 1>olitici che esigono uomini nuo,'i per essere con fedeltà ed eflìcacia attuati. O. O,u,1.t:TT1e G. SA1,v1bnx1. UNA LACUNA DELL'EDUCAZIONE INITALIA I COLLEGI FEMMINILI. Forse la fiaccola, cho l'ou. Hlssolatl disse di gittare in mez1.o all.l vlto. pubbllcn. ltnllana, non provocherà. sul momento lo sperato Incendio. Nella borghesia, pà,•ida per l'incalznnto lotti, di classe, poco vale ornai l'ossigeno delle memorie, por quauto recenti, a ravvivare Io spi– rito laico, che la animò nella rivoluzione nazionale, e che va rapida.monto smarrendo per via. D'altra parte, il proletariato, anche con l'ap1)ogglo della frazione profes– sionista, ò ancora troppo del.Iole 1,er ftlr rorza allo Stkto. :\la la mozione sulla scuola laica anà, se non altro, contribuilo ad una cosa ver.iu1entc kconda di bene: a posare, a Imporre l\\l'~Uoozione dol!a democraiia il problema della scuola, Il grall(le e ncJletto problema dell'istruzione ed educazione del popol<!,o specialmente delle generazioni nuove, corno uno •Li problemi più importanti ed urgenti, cui ò legato l'aneni.c. Finora la democrazia ha lavorato alla SUiJerflcie di preferenza che allo radici: ha cercato di tradurre in atto I suoi postulati astratti di glustizla 1 come prHen– zione illuminata, plutto8tO cho corno conquista di bisogni vivi, cosciont1 1 OJ)oranti. Gosl essa proferisce propugnare il trionfo del suffragio universale, malgrado l'incoscienza degli analfabeti, anzlohò modhrnto la soppres'Jioue del– l'aoalfabotismo, o ama. eAtesi i <lirlttl politici alle donne, senza preoccuparsi anzitutto di far sorgere in loro il bisogno di contar como gli uomini con lo svilupparne l!l. coscienza e In dignità, promovendo cosl quella forza che dovrà conquistare Il diritto ('). (1) t QU<'~ta111110•la 11ue~tlon11dell'uovo <' della gallina, o, per parlare 1,li1danlnl~tlCRmonl(' 1 della runilono cho <'r~a l'organo ... o viceversa : (Nota !Ulfa CKITICA). Cho cosa fa la democrazia per modificare ed elevare seriamente l'educazione dol se!<lso muliebre, per renderlo più \•irlle 1 come pari al virile vuol renderne il corredo dei diritti nella società? Questa donna, che costituisce più della metà della J>opolazlone 1 e a cui si vuol dare a un tratto l'armo i,ossente del suffragio io libera gara con l'uomo, \"Issoda tanU secoli affatto al di fuori della vita pubblica, e fu ftnora cresciuta con una educazione profondamente differente. Essa, oltre che essere, nella quasi generalità, Ignora del mondo politico 1 non ha, nella pili gran p.irtc, una coscienza e uua volontà pro– prie; pensa o vuolo come il padre, come il marito, e più di tutti r.ome Il prute, padrone effettivo del suo spirito, fin dall'inranzln. Xò un deliberato della maggio• rauza di un Congrcs~o del\Q fine fteur dello donne ita– liano, nobili o borghCil, può valer gran ratto per infir– mare la ronlti\ dolorosa di questa constatazione. t: poi lncrocllbllo l'lnourla dolio Stato italiano relati– vamente all1ectuonzlone civile delht donna, effetto senza dubbio dol secolari progludizt i:,oSlato italiano ereditò dai precedenti statorolll I numerosi Conservatori femmi– nili toscani, traccia Klorlosa dol Ooveruo del gran Leo– poldo, e parecchi nitri collegi, specie nel Napoletano e in Lombardia, Istituiti dal vecchi principi o dal Governo napoleonico; ma, tu quasi mezzo secolo, non ostante il eoucorao sempre maggioro dello donne sulle vie della istruzione, e Il cresciuto \.llsogno dei Collegi, esso non ha sentilo la neceuitt\ di Istituirne alcuno nuovo, specie nelle regioni che di collegi remminlli governativi, o semplicemente JJubbllci, sono sprovvisti. Ha solo istituito il Collegio di Anagni per le figlio dei maestri elemen– tari, o l'Istituto nazionale per le figlie dei militari in Torino, due collegi con caratteristiche di Opera Pia! Attualmente sono alla sua dipendenza 60 Collegi fem– minili, di cui solo 5 lnternmonto goveruatlvi, sul suo bilancio. l\la 1 di questi oo, ben 35 appartengono alla 'J'oscann, essendo gli altri rlJ)nrtltl in talune regioni d'Italia, come seguo: Navoletauo . collegi IO Ve,icto. . 3 Lo111ba1·dJa L,azio Umbria Ligm·ia Piemontt. Sicilia . . Costituitasi l'Italia In nazione, il Oo\·erno ,•olse bensì il pensiero a stabilire alcune ispeUrici di vigilanza su tutti I Convitti femminili, cercando anche di mettere sotto la dipendenza del àllnislro della Pubblica Istru– zione tutti I Collegi femminili non aventi qualità di Opero pio o di privata istituzione. Però esso non si sentì la forza di far ciò seriamente, nò sentì chiaramente il do,·ore di spiegare un 1 azlono energica e risolub. per ri– formare o dare un Indirizzo unico e rigorosamente laico e moderno, raccndo scomparire, con ogni forma d'edu– cazione monm1lica o confessionale, insita fiu nel nome degli Istituti, un 1mssato che " nou doveva lasciare nè tracce, nò addentellato w Cosl, mentre nella 'l'oscana, in parecchi Co11sorvatort loopoldlnl, continuano ancora 1 malgrado tutto, lo Oblate, I numerosi collegi detti di Jlforia, oslstontl da circa un secolo In Sicilia, hanno po– tuto sfuggire alla dlpondonza goveruativa 1 rimanendo governati dallo co,ldotto collegine, o Il relativo progetto di legge non ha J)0tuto mnl trovar lo via di giungere a porto! Oltre al 60 collegi rommlulli dipendenti dal Ministero,

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