Critica Sociale - Anno XVIII - n. 9 - 1 maggio 1908

138 CRITICA SOCIALE <lei pasti, indicando il prezzo complessivo di questi e il valore in unità alimentari. L'Alqulcr, i11 !~rancia, ha iniziato molto attivamente una volgarizzazione di questo genere, la quale colpisce assai più le monti semplici, che 11011 la esposizione ana– litica di dati, rappresentanti l'uno e l'altro gruppo di priucipt alimentari, contenuti nei differenti cibi. Per ottenere unn.semplificazione nell'apprezzamento di questi vakri, Alquier ha opportunamente ridotto tutti i valori chimici dei cibi In uwitlt nufrilire, mettendo in funzione il contenuto in sostanze alimentari di specie diversa (sostan10 azotate, grassi, Idrati di carbonio), la loro as– similabititò, il loro potere dinamogeno, e calcolando nuche le scorie effettivo nei singoli casi. Ridotto ogni nlimento ad unità, il confronto tra cibi differouti 1 o tra pasti diffcre1lti, è più semplice e più facilmente affer– rabile. E, so si confrontano i prezzi dei singoli pasti, e poi si rapportano nl valore economico degli uni o degli altri, si avrà. il costo, nel diversi casi, dell'unità nu– tritiva. 11 vantaggio por la volgarlzzaiione deJPeconomia so– ciale o li mentare è grande . .A.I più si dovrà chiedere che ogni singolo lipo di alimentazione contenga, oltre a un numero fisso di unità nutritive ad un certo prezzo, anche una determinata quantità globale di sostanze azotate (le quali necessitano in limiti ben flssi 1 e non sono so• stituibili ro~li altri gruppi alimentari); ma, in ogni caso, le nlutazionl diveritle si potranno rare molto sem• pliccmente. liii riserbo altra volta di valutare in questo modo 1 riducendoli in valori a sintesi facilmente afferrabili, i dati assai recenti raccolti per cura della Scuola Agraria Ponti di Milnno intorno all'alimentazione ed al bilancio nutritivo delle famiglie rurali di talu 10 provincie lom– barde. A. dare però una dimostrazione interessante del come Il nuO\'O metodo di analisi permetta rapidissimi con– fronti economici per le razioni alimentari, riporto una t,\\'ola di Alquler riguardante il piccolo pasto di mcz– zocll di un operaio o di un modesto impiegato parigino, che non mangi a mezzogiorno in ca.:a, {Veggrtsi la tavola alfa vagina 1wecedente). Come si vedo, una stessa quantità di materiale ali– mentare nssimllato 1 anche senza ricorrere a speciali fl- 11ezzegustativo, può costare da 0,2:5 per 100 unità nu– tritive, sino a 1 1 209. Lungi da tutti l'iJca di ridurre perennemente anche l'alimenta;-,ionc popohue n degli schemi fissi, aggiun– gendo a.Ile tante anche quest'ultima schiavitù; ma, senza dublJio, il nuovo metodo di porre sotto agli occhi dei profani i valori economici dei principi alimentari noi differenti cibi o nel vari me,ius, è l'unico buon sistema per educare Il pubblico alle scelte razionali dell'ali– mento, e soltnnto a questo titolo si è voluto portare un s&ggio del nuovo sistema. ~1re11tre queste JJagiue, ver poter uscire 1101, dopo il 1° maggio, sono gièi in macchina - 29 aprile, ore 17 - ci giunge ver espresso una risposta cli ETTORE CiucoTTI al 11ostroprimo articolo del fascicoloscorso. La daremo e, 1wturalmente, vi replicheremo nel fa• scicolo pros,'ìimo. CJ'itica Sociulc e Al'nnti ! : per l'Italia, anno L. 22, semestre L. 11. PATTIAGRARIIE CAMORRA nel latifondo siciliano Nel corso cli questo scritto abbiamo, per necessità cli svolgimento di particolari temi, fatto sufficiente cenno illustrativo dei patti agrari che vigono nel latifondo siciliano. li borgesato, o colonìa parziaria, è il più diffuso dei patti agrari ed è il campo delle più bestiali lotte tra padroni e contadini; il subaf– fitto, al massimo sessennale e riucarìto fin di quarta mano, ma che il colono preferisce per un sentimento d'indipendenza nel raccolto, quantunque egli ne resti spesso malconcio, ò più possibile in vicinanza della piccola posside11z11,e richiede nel colono la capacità delle anticipazioni culturali; il lungo affitto - dai venti ai trent'anni - è limitato alle sole campagne vitate, o rincarisce il prezzo d 1 uso della terra fino all 1 invcroaimilo, lasciando il viticultore miseramente salaria.to cli se t:itesso e carico tli debiti e di rischi; 11cnfiteu si non è idonea per la semina e per il ~ascolo, ecì ora, cou gli affìtti ventennali, viene anche esclusa per i vig-neti, a cui un tempo, come ad ogni nitra coltura. arhorea, fu principnlmente destinata. In ogni sistema di conduzione dei fondi, è gioco– forza ricorrere al lavoro avventizio salariato. :\[olti contadini oggi ricorrono al salariato per completare il lavoro nelle proprie tenute di terre, e domani vanno per salario a completare il la\'Oro nelle tenute di altri. Solo i medi e grandi possidenti e i gcibelloti o mas ari, sp<'culatori di terre, non lavorano mai per salario, e chiamano invece molti salariati. [I sa– lario ò 1>arte in denaro, parte in cibaria. Quando il lavoro agricolo non scarseggia, specialmenr.e se ri• chiesto per l'impianto cli nuovi \'igneti, il salario si nrnntienc sufficientemente alto e il lavoratore è ben trnttato. Ma questi momenti fortuna ti influiscono ben poco a riolzare il tenore genera.le di \'ita dei lavo– ratori della terra. L'arsur a, che 'provoca il deserto latifondista, non si disseta con le scarse linfe delle brevi oasi della coltura intensiva. Resta sempre il fotto della forzatn disoccupazione cli una quasi metà dell'anno, la quale dimezza il salario anche suffi– cientemente alto delle giornate di lavoro. Perciò la gente preso a scappare in massa per l'America anche prima che la fillossera avesse dato l'ultimo colpo alla produzione agricola siciliana; e l'emigrazione séguita anche con hl ricostituzione del vigneto. Nelle masserie, nei cascinali e nei grandi poderi si allogano gli uomi11i ad anno, con il compenso an– nuale, parte in denaro 1>er lo più al disotto di lire cento, e parte in iscarsa cibaria: un dato peso di pane al /.{iorno; la minestra di erbe spontanee spesso senza olio o la minestra di fave ; lumache,' perchè spontaneamente raccolte, a tutto pasto; un barile di ,,ino acetoso ad ogni dato periodo di giorni; qualche illecita cucchiaiata del frutto della mandra, perchè il proverbio dice che a mmtdra ed a tonnara chi 11011 sci 1·ubare 11011 ci vada; e, di tanto in tanto, una scorpacciata di cnrne di qualche animale morto per accidente, o piì1 spesso per malattia. Gli annalori sono destinati al servizio del baglio - corte chiusa da edifici 1 dal la.tino 1,aflum - della masseria o del podere, o a guida degli armenti, o al caseificio; e vengono assunti in formR gerarchica e con divisione org1L11icacli lavoro. Vanno al paese di vicenda un dRto numero di volto all'anno per vedere la famiglia e portarle i miseri risparmì dél loro giornaliero ali– mento. [ vincoli della famiglia con tali rapporti sal– tuarì e di miseria si allentano e qualche volta ai spezzano j t;) il focolare domestico, così spesso can– tato da moralisti pcrcligiorni, è freddo di sicuri affetti por il misero pastore. I pastori sono ancora gli ergastolani dell'epoca romana in Sicilia. La vita

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