Critica Sociale - Anno XVIII - n. 8 - 16 aprile 1908

122 CRITICA SOCIALE lmitaro le dlsJ)oelzlonl ciel regolamento municipale cli Igiene di 'forino, per porre in condizione as,ai perico– losa quasi tutti i panifici dei piccoli centri. Una terza industria alimentare, meno pericolosa, e che può prestarsi assai bene ad un piccolo inizia.tesaggio di municipalizzazione, ò quolla del latte. Per questo ali– mento valgono ragioni morali almeno uguali, in favore della munlclJ)alizzazione, cli quelle ohe valgono per la pantflcaziono, col vantaggio di un minore pericolo. In uno scritto precedente ho anche sostenuto come i Munlcip1 possano facilmente limitare la concorrenza privata: basterebbe stabilire l'obbligatorietà. della pasto• rlzzazione, porchò la grande majlgioranza degli attuali piccoli venditori, o produttori-venditori, non possa sus– sistere. La municipalizzazione, ancho parziale, del latte, accompagnata, al caso, dalle istituzioni municipali cli dispensari per lattanti, formerà un 1rnntodi programma municipale, senza. eccessive aloe, simpatico, di facilis– sima attuazione. Le ammlnletrazioni municipali si mantengono, se co– loro, che arrivano a couquletarle, si dimostrano non so• Jamente de' buoni Innovatori, ma dei saggi maneggiatori di denaro. Pur troppo, ai pionieri, nella pratica, capita di fare la fll{ura di sperperatori imbecilli:e ignoranti; e sarebbe triste che gli Insuccessi, oltre gettare a terra ammi– nistrazioni popolari o socialiste, rovinassero il principio della municipalizzazione. Vale quindi la. spesa di scendere, dalle discussioni teoriche, alla pratica: queste linee, che non hanno la pretesa so non di un parziallssimo abbozzo, sono un in– vito a questa discussione nel campo pratico. E. llERTARELU. Critica, Socinle e Vie Nuove ,lei Socialismo di I. Bo11omi: mmo L. 10,50, semestre L. 10,50. Conseguenze sociali delatifondo siciliano L'analfabetismo. - La cattiva ri– partizione dei territori e il problemc1, della colonizzazione interna. - ~on so se alcuno meraviglierà sentendo qui affel'mare che anche l'analfabetismo è un prodotto dell'or– dinamento lntilondista e della conseguente povertà produttiva. Se vuolsi limitare la concezione del la– tifondismo siciliano al riguardo geometrico di una più o meno estesa superficie di campi deserti, o al– l'altro riguardo agricolo della cerealicoltura asciutta e della pnstol'izia brada, non saranno mai diagnosti– cate e mai curate le grandi piaghe della Sicilia, le quali ammorbano di sò la compagine nazionale. Noi invece vediamo nel latifondismo un sistema ladresco di sfruttamento del suolo agricolo; col quale sistema, perchè ognuno ra pini piìl che può a danno degli altri, s'impedisco r.he la tena sia fecondata da un lavoro più intenso di macchine mosse dalle g1·atuite energie naturali e dal concorso di tutte le braccia ora inoperose, e produca di più. La terra, che forma campo di tale barbarico sfruttamento, assomma ai quattro quinti dell'intera snperficle geografica del– l'[soln.. Da quel campo sorge un soffio velenoso che soffoca cd avvbrnisce la vita anche ciel restante for– tunato quinto. Il clima economico e quello morale si formano nello stesso modo di quello fisico: un perturbamento in una data plaga si diffonde fino ad una ragguardevole distanza, anche i11plaghe per se stesse quiete. Così ò cl1e il latifondismo vampiro e sterilizzante anche oltre i propri topografici confini, impoverisce la gente che non ha i mezzi di m.andare i figli a scuola, e impoverisce i bilanci comunali che non possono mante– nere tutte le scuole necessarie. Le aule scolastiche o sono hugig<lttoli affittati o celle di conventi divenuti proprietà comunale, o mancano fin nell'al~ia Roma im– poverita dal latifondismo ciel suo classico agro. La 1>0vertà, d'altra parte, educa alla somm~ssione .e.alla rassegnazione; la fede nel miracolo e 11 ~ erv1h.c.mo sono generati dalla sfiducia nelle proprte forze e dalla falsa comprensione della vita e del mondo. La miseria idiota mantie11e alta la percentuale dei defi– cienti d'intelletto, perchè l'avversione allo studi_o ~i eredita e si assoda attraverso tante generaz10n1, anche quando si hanno i mezzi di studiare. I bilanci non solo sono i11sufficieuti, ma decrescenti da Comune a Comune in misura assai maggiore della decrescente popola1,ione dai grossi ai piccoli centri: una popolazione metà di un'altra ha il h_ilanciopub,– blico molto minoro della meti~ della prtma; e cosi via. La stessa signorile Palermo, dove si accentra tutta la. ricchezia fondiaria della maggior parte del• l'Jsola, ha un bilancio comunale molto minore cli quello di Milano o di 'l'orino in rapporto alla popo– lazione. Così, la ricchezza latifondista di Palermo, appunto 1>orchèfondata nella povertà produttiva, è povertà essn. stessa in confronto ai grossi centri di ubertose campagne. Come puossi, a.dunque, con tali bilanci provvedere in modo uguale in ogni Comune ai bisogni de) pub– blico insegnamento? Occorre l'opera integratrice e parificatrice dello Stato; l'insegnamento primario deve diventare funzione di Stato, esonerando i Co– muni. L11talia una deve pur servire a qualche cosa in pro delle provincie più disagiate; ed ò per fini di cotal genere che non siamo federalisti nel senso regionale dei vecchi Stati italiani. i\Ca,perchè la scuola liberi gli uomini dalle te• nebre dell'ignoranza, dai ceppi degli errori religiosi e morali e dnll'avvilimento seL·vile,s'impongono altre provvidenze sociali. r fanciulli della povera gente, i quali manCfUlO ciel necessario per frequentare le scuoio e sono invece coz:itretti fin dalla tenera età al htvoro, pel' essere attirnti all'insegnamento e sot– tratti al peso della ramiglia impotente vogliono trovare a spese pubbliche, assieme all'alfabeto, al– l'abaco, assistenza di vivande, di abiti e di ogni cura igfonica. lnoltro la scuola elementare obbliga– toria, se limihtta. al solo insegnamento delle tre prime classi, dà la sola. conol:lcenzatecnica del leggere e dello scrivere e delle qu,1.ttro operazioni, e non lascia nella mente dell'alunno divenuto adulto alcun deposito cli sapere, nè l'abitudine allo studio. Le 1101.ionidi sapere impartite anche in tutto il corso attuale della scuola primaria, se non sviluppate in altre scuole, sono quasi del tutto dimenticate. La scuola popolare deve com1>rendere anche molta parte dell'attuale insegnamento seconclal'io 1 perchè si ab– biano da tutti nozioni surfìcieuti di scienza, storia, matematica, lettere, e la n10ute dell'alunno arrivi sufficientemente a piegarsi alle concezioni positive del mondo. Con questa preparazione avranno assi– curata vita l'igogliosa le Università popolari in ogni centro, le quali servono a continuare l'azione della scuola. Con tali più complesso esigenze i bilanci comunali divoutcrebbcro del tutto impotenti, e sarebbe pili urgente affidarne il soddisfacimento allo Stato uni– tario. Oggi nel mag'gior numero di scuole elementari specialmente dei villaggi, l'insegnamento non arriv; che stentu.ttimente fino alla terza classe, per povertà dei Comuni e dello famiglie. Tmaginarsi se si possa ovunque aprire la sesta classe aggiunta! :Magli alunni, si potrà obbiettare, con tale corredo

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