Critica Sociale - Anno XVIII - n. 7 - 1 aprile 1908

VS CRITICA SOCIALE giustamente era disposto che non si passasse, data hl sto!ta. consuetudine dei dimostranti romani, mili– tnl'isti e guerraioli senza sa1>erlo, di recare sfregio con grida e con gesti a un'ambasciata straniera. Che se, come annunziava dopo i fatti l'Avanti!, neanche questa fu Pintenziono - la. responsabilità. no diverrebbe maggiore, non essendo assistita nep– pure dall'attenu:inte di un qualsiasi, per quanto in– civile, pensiero. Vero è. come aYvortiva l'on. Chiesa alla Camera, cho ciò fu colpa del Go,•erno, una volta dato il di– vieto: non aver predisposto uno spiegamento di forze imponenti, veramente intimidatrici, per farlo ris1>ettare senze effusione di sangue. Ma l'argomento è di quelli, dei quali non potreb· bero i partiti popolari troppo largamente abusare: pcrocchè il corollario inevitahile ne sia un dispendio di molti pili milioni por l'numento delle gunrdio e dei carabinieri, oppure por più copioso reclutamento di solda!i, o con fermo piì1 lunghe, da impiegarsi nei ser\'izì di polizia: tutti desillerata che non bril• !ano precisamente i11 prima linea nei p!'ogrammi, elettorali o non, dei partiti popolari ! . • * Noi ridiciamo queste cose (da otto anni le ridi– ciamo!), con mentito sorriso sulle labbra, con l'ama– rezza profonda nel cuore, hen sapendo che di esse si varranno, nelle facili polemiche contro il nostro partilo, le gazzette piì1 reazionarie del bel paese; ma pensiamo che a noi sopratutto spetti il ridirle alto e l'orto; pe1·chè 1 so esse servono alle polemiche d'un giorno dei nostri avversari, assai più servi– rebbe ni loro permanenti interessi il nostro pudibondo silenzio. La verità è che, dal giorno nel quale ai partiti sochllisti e- proletari italiani si aperse, nelhl grun via della libertà conquistata, la effetti\'a possibilità. di agire davvero per l'elevamento graduale dei la– voro.tori - da quel giorno lo pazienti seminagioni e i dissodamenti sudati furono, periodicamente, si– stematicamente, sempre devastati o distrutti dal ricorrente imperversare di qualche follia - auto– rizzato, secondata o non in tempo arrestata dal de– creto di 1111 Comitato, dal sibillino ordine del giorno cli una sedicente, e in realtà rimorchiata e passiva, Direzione cli partito, dalla frase di un demag-og1} 1 dall'articolo di uu nostro giornale, che magari, la sct1imana appresso, a disastro consumato, si deci– derà a pigliare " il toro per le corna n, per lasciarlo riuincli infuriare di nuo\'0 a sua posta nelle setti– mane successive. La verità è che, ogni giorno, noi ci clestiamq clo– mandnndo se non per caso un accidente quahsiasi, una. 1 issa fortuifa1, il fattaccio idiota e brutale, la pnurn o la petulanza di un questurino, non decido• ranno per un anno, per quattro anni, per tutta una legblaturn 1 delle sorti, dell'andamento, del progresso o del regresso di questo grande movimento di re• llenzione e di conquistll in cui è impegnato il pro• lctariato italiano. Perocchè le organizzazioni e il pa1·tito non seppero ancorn costituire entro sè un organo qualsiasi di inibizione e di freno, capace di trattenere le folle tumultuanti ed esasperate sulla china del suicidio civile - o almeno di impedirle tli Lrascinare nell'abisso le forze organizzate nelle Leghe e dentro 11partito Orn, si anuuncia con grnB fracasso - e molti se ne rallegrano fra i nostri, o anche leali avversari no prendono atto - che una gran luce si è fatta nello menti del Gruppo parlamentare e dei dirigenti In Confederazione del Lavoro, tanto che essi tro,•n• rono nlfìno la fermezza necess:u·ia ad arrestare sul nn'!C('re 1111 movimento di piazza, che i partiti reazio• nari ~piavnno con forte cupidigia, sperando di rin- frescare la piattaforma elettorale del 1904 1 suscitando dai prossimi Comizi una Camera anche più reaziouarìa della presente, che troncasse per altri cinque anni le speranze del proletariato e gli ribadisse ai piedi tutte le catene. li perfido gioco, che trovava sindacalisti e reazio• nnri uniti in un desìo - che, dalla contr,1zione di molte industrie, acquistava una speciale opportunità, economica per le classi possidenti, e al quale tut– tavia, ò do,'eroso riconoscerlo, parve deciso a non prestarsi questa volta il capo del Governo, se argo– mentiamo da tulio ciò che non disse alla Camera benchè lo ~ospingessero gli incitamenti più impe· ric3i e più cinici della sua maggioranza; il perfido gioco fu effettivamente, questa volta, sventato. Ma rimane da spiegarsi un mistero, cli cui temiamo non ci darà la chiave (et pour cause) neppure Od– dino Morgari nelht. serie de' suoi articoli che II pren– dono il toro per le corna,,. Rimane da spiegarsi come abbia potuto avvenire che verità di senso comune, evidenti per se stesse, cresimate per giunta (dall'episodio di Berra in poi) lia così tristi ed eloquenti e numerose esperieuze, abbiano impiegato otto anui a divenir chiare agli uomini più illuminati del socialismo e del movi– mento proletario italiano. Senza la spiegazione di questo enigma la soluzione felice dell'incidente di ieri può rallegrarci per un istante, ma non saprebbe in alcun modo rassicurarci per l'avvenire. Eppure la spiegazione è molto semplice e noi ri– schiamo1 ripetendola, cli meritare l'accusa di mono• notoni rabacheurs e cli plagiari cli noi stessi. rt partito socialista e l'organizzazioue proletaria ita– liana uon ebbero mai intero finora- nel loro comple.sso - il coraggio di una logica. Posti fra le sollecitazioni dell'istiutiva passionalità di un popolo ineducato e deficiente di spirito critico, teorizzata da quattro parodie di filosofi sociali, miseri di mente e di cuore, e gli inségnamenti del pH1elementare senso comune, es i sperarono di poter couciliare quelle con questi, h1H·cheggiando a seconda dei venti. Essi trovarono più facile accettare tutto ciò cho si presentava luro - uomini ed idee - auzioliè reagire vivamente, se– lezionando e cauterizzando. Credettero che un gran fascio di forze, che si elidono a vicenda 1 potesse essere una forza; che un acervo di elementi cozzanti potesse valere un organismo. Non intesero, o non vollero intendere che, fra la politica che ra del proletariato un elemento integrante dell 1 e\'oluzio11c 11azionale 1 preseute e atth'o in tutte le questioni politiche, cooperante a tutto le l'iforme, negozianto ogni gioruo per vantaggi che gli accrescano uuità, forza, educazione, coscienza, penetrante in tutti i meandri dello Stato - e quella che lo tiene arcigno in un canto 1 assente dal hworo legislativo, assente clalln vita, inutilmeuto ringhioso e consacrato n per– petui scacchi ed a perpetue batoste - non vì ò conciliazione possibile, nè di un gioruo, nè di un'ora. Senonchè questa povera tn.ttica) impaziente in ap• pareuza e musulmana nel fondo 1 e fondata sempre sull'equi\'oco, se poteva, volta pel' volta, tener a galla le persone, sommergeva, a mano a mano, l'as• sieme del movimento e le fortune del partito. L'unitarismo di lforico Ferri, Piutegralismo di Oddiuo Morgari (sarà egli guarito dalla cosa, se non dal nome?) che è l'unitarismo delle idee riluttanti, come l'altro \'Oleva essere l'integralismo degli uo• mini - e !'a.politicismo a larghe hraccia, non ancora del tutto sconfessato, dei maggiori organismi econo– mici d el proletariato - sono l'espressione di uno sta.to d'animo ideutico, la cui conseguenza inevita– bile è l'abdicazione e la puralisi dell'azione prole– taria. l~s!:lisoli ci spiegano come le preziose energie pro– letal'ie, che si esprimono, dovunque apostoli generosi

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