Critica Sociale - Anno XVIII - n. 4 - 16 febbraio 1908

CRITICA SOCIAl,E che sostiene "' con tutt'e due le mani sul capo una pa– niern colma ài pani ,, ! 1 ,li mostranti, poi, sono" marmaglia ,, (1), sono " un'ac– cozzaglia di gente varia di età o di sesso 11 2 ) 1 una ciurma sobillata, instigata - oh, articolo 241 del Codice penalo italiano! eia certu11i che sempre ne' tumulti popolari " propongono o promuovono i più spietati con– sigli "' o " soffia.o nel fuoco ogni volta che - il fuoco principia a illanguidire Il ( 8 ). I frequentatori dell'osteria della Luna, dove Renzo si reca con quell'ottimo Ambrogio rusella - l'agente pro– ,,ocalore ! - non sono di razza migliore: sono degli esseri poco di buono, poco di onesto, de' giocatori che fauno '" correre berlinqhe, reali e parpaiolo che, se polesse,·o parlare, direbbero probabilmente: noi eravamo stamattina nella ciotola di un fornaio o nolle tasche di qualche spettatore del tumulto che, tutt'intento a veder come andassoro gli affari 1>ubblici, si dimonticava di vigilar lo sue faccendòle private ., (') 1 <lei ladri, per dirla nuda e cruda; sono delle "' boccacce ,, (:.), delle u lingue 11cia• gurate li ( 6 ) e qualche cosa di peggio, magari! Nella lotta, in breve, che allora rervcva a )lilano, paro che il :Manzoni scorga solo un'agitazione incomposta: forse, egli intravede il fondo vero, la ragione determinante <loll'attrito, ma 1 quando deve giudicare, giudica unifor– mandosi a concetti - o preconcetti - del la sua classe. C.:orrispondentemente, con quali o quanti mezzi inalza o !oda o glorifica la religione e ciò ch·o a essa si ricon– nette; con quanto studio tende a porre in evidenza i buoni ministri, i caritatevoli sacerdoti, i pietosi esecutori del– l'autorità cattolica! Egli deplora, è vero, e biasima il padre di Geltrude o le monache che accettano l'aspirante senza troppo sincerarsi se ella sia portata da.Ila. vocazione a mona– carsi; ogli rimprovera, o fa rimproverare, don Abbondio per la. sua pusillanimifa e per la sua indisciplinatezza, ma 1 oh, come compensa, poi, questi biasimi, questi rim– proveri, queste constatazioni con mille e mille elogi al cloro, con mille e mille esaltazioni <lei l'opera sacerdotale, non in eC, non isolata, mn, quel che pitl conta, inanti– tesi, in opposizione con l'opera laica e civile! Vicino alle monache che accolgono troppo leggermente la giovine Oeltrude, c 1 è lo scrupoloso esaminatore, il prete giusto, il vicario che, coscienzioso, cerca di appu– rare se Geltrude, di spontanea ,,01ontà o da altri indotta 1 voglia indossare Pabito i vicino ai frati interessati e un pochino egoisti, c'è il frate onesto che dà buoni pareri('), che consiglia da saggio, il frate che dice a Renzo, arri– vato a Milano, di attencierQ il ritorno di fra' Bonaventura stando in chiesa a" aspettare e a raro un po' di bene,, ('). E, scoppiata. la peste, nella confusione del terrore, nella assenza di ogni autorità politica o amministrativa che comandi, diriga e proneda, di quale casta sono le per• sone che accorrono sollecite a offrire i loro ser\'igl a tutela dell'ordine e in aiuto dei sofferenti? Ecco Jlabnegazione de' cappuccini 1 ecco l'operosità di padre Felice Casati e di padre Michele Pozzobonelli i ecco la influenza de' frati che preparano ròsse pe' morti Jad1ove il Commissariato civile e la Sanità non oran riusciti a trovar braccia per il triste lavoro e avean do• (1) Cn11, Xli, 1mg. 16:.:. (') C1<p. Xli, pag. 161. ('J Co.1,. Xlii. vag. 166. t•) <. :ap.xn ·, pag. IH. \6) C'nl). Xl\', pai:. 181. 101 ('ap. xiv, pag. 154. 11JC'a.11.X\'J, 1111g.191:1. (') Cap. X\'J, po.g. US. \'Uto confessare di non saper pili che partito prendere('), e ecco il prete " in fitrsetto, con un bastoncino in mano 11 e),che non si contenh. di inclicare a Renzo, mozzo smarrito in Milano tril\'agliata dalln, peste infuriante, il nome della strada dove la casa di donna Prassede - presso la quale J,ucia avrebbe dovuto trovarsi - era i;ituata 1 ma che gli dù, anche, w un po' d'itinerario,,(~), mentre quel laico, quel "' cittadino II poco prima incon– trato in via S. Teresa e al quale Renzo aveva rivolto J)resso che eguali domande, lo a,,eva scambiato, senz'altro, per un untore e, w stralunando gli occhi ,,, " fatto un passo indietro, ave"a al7.ato un poderoso bastone, e, vol– tata la punta ch'era di ferro . 11 gli M·o,•a gridato: " ,•la, via, via! li (4) Dall'atteggiamento che il Manzoni assume, da un lato, di fronte agli atti di una clas1i0 che non è la sua, e, dall'altro, di fronte agli atli <li una casta alla quale In sua classe è legata da "incoli molteplicii e' ritrae luce o rlliovo, ombreggiature e distacchi: la posizione di ogni nrtista è determinata da 1 concetti che egli mostra di avere su l'ambiente ch'ei considera come suo e su i'ambiente che è al difuori di lui: rcs1>ressione dei rapporti che, a suo avvi.~o, lo legano agli affini e ai contrari, ce lo rende vivo dinanzi agli occhi. . . . li .i\lanzoni, nel valutare la condotta dei popolani o del clero(~) - valutazione che, dunque, secondo noi, pre– cisamente perché riferentesi n gruppi di persone dn alcune delle quali egli sentivasi lontano e prossimo con altre, è capace di assumere valore non piccolo - sem– bra discoprire una certa mouotonia di vedute e una certa unilateralità di giudizio, ma la unilateralità di giudizio e la monotonia di vedute sono, poi, vere e reali, sostan– ziali e concrete? 'l'ratteniamoci un po' co 'I mercante, con quel mercante che a Gorgonzola parla della sommossa rii Milano: è questo tale uu poveretto che esagera ciò che ha visto e ciò che ha sentito, un pettegolo che riferisce 1>er vorità i si dice raccolti dn Piazza del Duomo a Porta Orlentalc, da Porta Orientale a Gorgonzola. Orbene: l'esagerazione dei giudizi messi in IJocca al mercante è qui indirizzata a uno scopo: il Manzoni ha inteso di rappresentare il plebeo piaggiatore di coloro che gli dànno da guadagnare - il mercante fornisce il panno a' servi del signor Vicario dì pronisìone ! - ha Inteso di fare la fotografia di un personaggio cbo non ò della sua classe, ma, nella differenza che intercecle fra i sentimenti espressi dal mercante e i sentimenti che a))paiono, davvero, propri, personali del Manzoni, c'è un novo dato per distinguel'o pit'i chiaramente il pensiero del lfanzoni stesso. Il mercante non è Il :\lanzoni, ma è, anzi, qualche cosa di ben diverso dal Manzoni, il quale, mentre pone in bocca al mercante tau te i, baggianate li) pare, quasi, che sorrida compiacendosi di aver delineato, cosi, una macchietta gustosissima. La unilateralità del mercante è, per ciò, ria distin– guersi dalla apparente unilateralità manzoniana i il mercante odia quelli che non sono con lui, il Manzoni non li ama, è certo, ma rischiara, poi, il suo orizzonte (IJ Cnp. XXXII, J)ag. 390. f'J ('ap. X.XXI\', 1,ag. 41G, (-) CAp. XX.XIV, pag. UG. (•i C»p. -xxxn·, 1mg. 114. l~I •:1n·. IH!ltTOl,INI; l/ 1tt11U111t11t() ,·tllgioso lltl Jf. t dello Cl,c1lt/HI• ùritmi:J, 111; Rass. Na::. 1° lugllo 1900; crr. am:hc: l'. l'►;TIIQ(TIII: Vtlf'optrll a, ,t . .\{, ltlttndo e p11t,·iot/{I. llllano, l{CChlcdel, Hl86. - IJ'OVllllO: /,{I politlca citi .11. lii; Sll(Jfll (Tltlcl. ~11,poll, ~lornno, lb11:i.

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