Critica Sociale - Anno XVIII - n. 3 - 1 febbraio 1908

CRITICA SOCIALE 45 molte delle vostro colonne son dedicate a ,quost'effica- I clssima opera di preparazione delle battaglie parla.men- I tari. Volete intensificare, on. Direttore, questa parte della vostra Rivista, o farne un campo aperto alle serie proposte di nuove leggi. una specie di... anti-Camera legislativa? Una copiosa fioritura di idealità giuridiche l}rccede il maturare di quel tardo frutto 1 ch'ò la norma. di legge. Ed occorre un'accorta vigilanza perchè la pioggia con– limui (... degli emendamenti ?) non converta in {Jozzacchio,ii le susine vere. Solo con un'attività. assidua e tenace di preparazione, di studio, di lotta, la norma di legge non tradirà le spe– ranze in essa riposte e - sia detto, ancora 1 con Dante - il t•ero frutto verrà. dopo 1 t flo1·e. Cosl per tutte le leggi. Quanto a me, sto pago, per il momento, di n\'er addl• tato ai lettori <1ucst'idenlitù. giuridica nuova della tutela dei la\'oratori della casa. Altri approfondisca l'importante argomento ... od nitri sorrida puro di questo modesto etudioso di filosofia del diritto, che è andato a ceriare le idealità giuridicbo fra le casseruole e lo scopo. Jo Jlenso che la ninfea, il fiori, che offre al bacio del solo i suoi petali candidi, sboccia assai più in basso - nel fango. ALESSANDllO LEVI. Il " borghesismo ,, del Manzoni e " / promessi sposi ,, r. Ricordate Rem,.o, quando, ruggon<lo da Mih1.no 1 arri\•a finalmente 11 dove la campagna colti\'ata moriva in una so. daglia spar,m di felci e di scopo? ,,( 1 ) Quella vegetazione - dico il Manzoni - parve al fuggitivo, 11 so non indizio, almeno un certo qual argomento di fiume \'icino (2),, o gli si rallegrò il cuore per la sporamrn. cho presto sa– rebbe apparso l'Adda, Bergamc,, Il eicuro ! Già. all'oecbio pratico del contadino le felci o le acope :svelavano l'approllsimarsi del fiume: dalla epocialo vegeta. zione, egli arguiva la speciale natura del suolo, e 1 quindi, il corso d'acqua lì presso. C:bbeno: quello che le scope o le felci erano per il 1>overoRenzo, sono per la critica le opere d'arte; oltre al valore estetico, le opere no posseggono un altro più interessante e più J)rezioso: non ò semplicemente l'opera d'arto che si disvela come opera d'arte e null'altro dalle JJSgine di un rom11nzo,dai panneggiamenti di una statua, dallo pennellate sapienti tiu di una tela, ma è l'uomo, è l'autore, è l'anima dello scrittore, dello scultore, del pittore, che \'ibra a tmverso lo linee, attraverso Il marmo, di sotto lo lacche, le terre e i colpi di spàtola. E non solo appare l'uomo, non solo l'anima dell 1 ar• tista, cbò - so le felci e le scope rivela\'ano non uni– camente la \'icinanza di un'acqua in genere, ma di un'acqua flu,,lale, come, all 1 opposto, delle alghe avreb– bero fatto sospettare prossima dell'acqua marina - anche l'opera d'arte, mentre discopre la personalità del crea– tore, mette altresì a nudo il donde, l'ambiente o la classe cui l'autore appartiene. l poeti - tanto per cltarA un caso - esprimono coi ( 1) I 11,·omessi ,,J)01d. Firenze, IIRrlJÙl'fl, 1908, cap. X\'ll, pag, 210. (il (.;R(l, X \'li, Pillf, 210. canti il loro pensiero, le loro pu1sioni 1 i loro sentimenti o cl dànno, nelle opere, l'imagine del Loro intelletto: lo poesie sono i loro specchi morali non meno di quanto la scrittura per il grafologo o la forma. cranica per l'antropologo costituiscono coefficienti importantissimi por la comprensione del tipo morale dell'artista preso in esame; ma ciascuno di que':lti poeti - già che di simile ramo d'arte ci è accaduto di parlare so ci in– dica co 1 lavori il suo modo di concepire, Il suo modo di ponsa.re 1 è, l,ler noi, ancora, il termometro del modo di pensare, del modo di concepire della sua olas!:le, qull– lunque essa. l:lia. Nè ciò de\'e recar meraviglia, specie qualora noi po– niamo monte al principio secondo il quale Parte, in tutte le sue varie forme, ha compiuto sempro una funziono di classe e, conseguentemente, gli artisti altro non hanno fatto che essere istromento di lotta della classe alla quale appartene\'ano. Più in particolare potremmo dire che l'arte, presso tutti i popoli, ha 11ervitoda eco alle aspi• razioni, alle ambizioni, ai timori, alle speranze della classe dominatrice. Le varie classi che, nel giro del tempo, si souo anda.lo succedendo nel reggimento dolio eòrti dei popoli, solo quando giunsero - o mostrarono di dO\'er giungere - alla conquista del J)Otere,trovarono i celebratori del le loro gesta, i tramandatori delle loro impre~e, ma, eia quando esse stettero ravvolte nelle tenebro della loro inettitu– dine, dalla quale avrebbero, poi, dovuto trarle la gra– duale ascesa: o conseguente decadenza delle classi a lor superiori, sia quando, dopo &\'er toccato il massimo S\'i– luppo, dopo aver consum!\to la somma della loro poteu• zialità, decaddero travolte da\Pincalzare degli strati sot– stanti, non ebbero che solitari artisti, stimolanti o ram– maricanti, ma non delle vere scuole, o meglio, dei veri indirizzi 1 non, insomma, un insieme di poeti, di scultori, di pittori, lo opere de' quali costituissero, da vero, una. stazione, un anello 1 un organo del granrle organismo a1- tietico nazionale. L'ascendere, il triont'are e il docaclere di una classe sono contrasseguate da un corrispondente balenare. fio– rire e<l appassire della suri arte. ... Ora., che il illanzoni, come ogni :1.rtista,J)Ortinell'opera gua maggiore, / prome,;si, iiJ)08i, tlltto il ponderoso far– del lo delle sue opinioni politiche e rcligiot10 1 venendo a costituire con il romanzo qua;;i un monumento, un documento \'ivlssimo di sè stesso, non \' 1 ha chi non creda. Che altro sono la religiosità di Renzo, la modoitia. di Lucia, le non raro invettive contro i prepotent\ 1 contro le stlde, i portatori di sfld.e e i di9pensatori di basto– nate, se non altrettante prove dell'indole, del carattere dell'autore medesimo? Ma a noi non imJ)orta tanto questa verità. - che, in fondo, iu fondo) rientrando nel J)rincipio 1 ormai accettato da oguuno, della. intima relazione che intercede fra opera o autore, 11011 abbisogua qui di specifiche dimo– strazioni - quanto ci imJ)orta di poter provare qual– cooia di più uovo, e 1 anche, di più complesso. SI veda, in fn.tto: dato per un i,dante cho J promessi sposi - ò un'ipotc'li come un'altra, iml)Ossibilo, strano, mn. non destituita di rnloro capitassero in mano di un pubblico che per la prima. volta li leggesse igno– rando - e questo vale per l'ipotesi nostra - chi li avesse scritti, quanto persone vogliam noi ammettere che rimar• rcbbero incerte su lo. regione dello scrittore'? Quel prete. quel don Abbouclio che, u stanclo alla larga

RkJQdWJsaXNoZXIy