Critica Sociale - Anno XVII - n. 9 - 1 maggio 1907

140 CRITICA SOCIALE di 314 operai per sciopero. Molti1>licando questa media per !l76, si ha una cifra presumibilmente esatta di 130./80 scioperanti. Jn questo. cifra non sarebhe com– preso lo sciopero generale, determinato da. ragioni politiche, che si verificò in nlcuno città. ù'ltalia dal IO al 13 mnggio, in segno di protestn contro un conflitto tra operai e forza pubblicn avvenuto a 'l'o– rino in seguito :dio sciopero dell'industria tessile. A questo sciopero generale pnrtccipal'ono, secondo le prime notizie ufficiali, 16LG75 operai, i quali, ag– giunti ai precedenti, d:uchbero per l'anno 1!.l0Guna cifrn complessh•a di 59/.8:"ifi scioperanti. Studiando l'esito di 1092 scioperi, si hanno i se– gnenti risultati medi: J ntorarnente fuorevoli 23,:H O 0 Pnr:r.ialmente favorHoli, transazioni o inccrLi. 52,- 0 0 lo tera mente contrari 24 1 46 ° 0 t fiicile vedere come la percentuale degli scioperi interamente favorevoli per gli operai sia andata di· minuendo, e come invece sia notevolmente aumentata <1uella.elci risultati parziali o incerti. IY. Gl'i, sciope,•i del!' u lti1no sessennio. F. interessante, ora che possedinmo i dati relativi all'anno 1906, fare un raffronto cogli auni precedenti. Riepiloghiamo in questo quadretto le cifre degli ul– timi sei anni, a partire cioè dal 1901 - l'anno ec• cezionale. E' superfluo ripetere che le cifre fino al 1904 sono quelle deJ\n statistica urficiale, e quelle del 1905 e 1906 sono il risultato nei nostri studi. SCIOPERI Anni Sclopcr1u1U lndu1trlall Agrtcoll TOIRIO 1901 1042 629 IGil 419.ft25 1902 810 221 1031 344.106 1903 549 •lì 59G 131.834 1904 5e I 210 741 256.4i6 (1) 1!)0;) 55l 90 (il/ 150.607 1!)0(1 1220 1.'JO 1370 430.180 (') Como si vetle, il decorso anno segna una cifra nJtissima nel numero degli scioperi. Quelli verifica– tisi nell'industria. sorpassarono la cifra del famoso 1901, la quale è pure superata anche nel numero degli scioperanti. Nel 1906 si verifica dunque una rìpresa acuta de] fenomeno, dopo nlcuni anni di sosta e di rallentamento. Evidentemente In classe operaia. - dopo un periodo cli raccoglimento e di crisi nelle sue orga1,1izzazioni di resistenza - è tornata all'as– salto con nccresciuto vigore, se non con uguale fortuna. V. GN sriope1·i viù notevoli. Ci l'imane ora, per completare la fìsonomia del 1906, da accennare brevemente n<l alcuni dei prinCi· pali scioperi svoltisi iu quest'anno. Lo industrie più colpite furono quelle metallurgi– che o meccaniche, quindi le industrie tessili e quello edilizie ed affini. Nel mese di maggio si nota nel• l'industria tessile, in Alta ltalia, un vilsto movimento di scioperi, determinato pili che altro dalla domanda di riduzione dell'orario di lavoro. Notevole fra tutti, Jier le sue conseguenze, fu quello di Torino che, aggravatosi per le violenze commosso dalla. forza pubblica, provocò un tentativo di sciopero generale (1 J :,ion compreso lo sciopero generale del ,ettembre. (') Xon compre10 10 1ctopero a-onerale del maegto. in tutta Italia. Lo sciopero generale però si verificò, piìt o meno completo) soltanto in alcuni centri del• l'Alta rtalia, e vi partecipnrono complessivamente oltre 160 mila operai. Segnaliamo pure, frA. gli scioperi più notevoli del– Panno, i seguenti: tramvied cli Napoli e operai :Ma– nifatture tabi\cco di 'l'orino (gennaio) - tramvieri di Genova (2G gennnio - 4 fehbraio) che compreso circa 800 operai e si chiuse con un arbitrato dal quale i la,•oratori trassero notevoli migliorie - lavoratori delle cave di Carrara e Yetturini di .Milano (aprile) - muratori di Genova e dintorni, che comprese circa 6000 operai, fu diretto da elemenli anarchici e finì in modo disastroso (maggio) - OJ>eraidelle acciaio· rie di 'l'erni (giuguo) - metallurgici milanesi, tram– vieri romani (agosto) - operai rihattitori di Ri\•a 'J'rigoso (settembre} durato circa cinque mesi - par– rucchieri di Genova, Firenze, Napoli e altrove (ottobre) - operai dello stabilimento Borsalino d'Ale.asancll'ia (novembre) i quali riuscirono a. concludere un note– vole contratto coJlettivo coi principali - e infine lo sciopero dei lavoratori del mare che fu il più grande disastro dell'anno. Questo movimento cominciò con uno sciopero parziale (5 dicembre) a cui gli armatori opposero la. " serrata,, che determinò così lo sciopero generale degli equipaggi, comprendente oltre 5000 lavoratori. Esso <lurò due mesi precisi (si chiuse il 5 febbraio l907), costò piit cli un milione cli sa.lnri ai lavoratori e 50 mila lire di sussidì alle organizzazioni operale. f hivoratori in parte ripresero servizio Rlle condir,ioni di prima, in parte rimasero disoccupati essendo stati sostituiti da crumiri. La loro organizzazione attra– versa adesso una fierissima crisi. Fra gli scioperi industriali dell'anno scorso devouo essere rile,•ati quelli che infierirono nella giovane e promettente industria automobilistica. Merita d'esser qui ricordato, come conseguenza indiretta di queste agitazioni, uno dei fatti più salienti nel movimento operaio, cioè la stipulazione, fra la Società automo– bilistica Itala e la J.,ederazione Metallurgica, di un contratto collettivo di lavoro che può ritenersi un modello del genere, e che dischiude più sereni oriz– zonti nel campo delle competizioni sociali. A titolo di curiosità rileviamo in febbraio, a Jl,er• rara) uno sciopero di guardie daziarie le quali, in numero di 1I, si rifiutarono di prestarn servizio, chiedendo che fosse licenziato un loro compagno inviso. Questo caratteristico sciopero ebbe un esito infelice: i dazieri furono subito licenziati e sostituiti da guardie di finanza. Numerosi furono pure, nell'anno scorso, gli scio– peri nell'agricoltura. Le agitazioni più grnvi si s,•ol– sero, nel maggio e nel settembre, tra le infelici ri– saiuolc cli Vercelli, cli Novara e della Lomellina. Concludiamo questi aridi appunti statistici. J I 1906 fu ua anno notevolissimo p~l numero o per l'estensione degli scioperi. Afa dall'esame sinte– tico del loro esito, come dallo studio dei più impor• tanti conflitti (terminati con risultato poco lieto pel' la classe operaia), appare confermata la nostra an– tica convinzione: che, cioè, lo sciopero sia un'arma. pericolosa pel proletariato, e diventi ogni giorno piì1 difficile o sconsigliabile, di fronte all'accresciuta forza di resistenza della classe capitalistica. ARTUROSALUCCI. I CIMITERI DEI VIVI Discorso cli l'ILIPPO 'l'UllA.'l'l alla Camera dei deputati per la riforma carceraria Cent. 20 (presso la C,·ilica Sociale).

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