Critica Sociale - Anno XVII - n. 2 - 16 gennaio 1907

32 CRITICA SOCIALE (poo1·) e la tRssa leaale dei poveri (pnor fax). Chiunque non a,·eva dei mPzzi di esil'ltenza indipendenti era man - tenuto a !-lpesedella J)arroccbia, e cadeva sotto l'autorità degli ispettori dei poveri. Questi avevano il potere di im– J)orgli qualunque specie di lavoro 0 1 se egli lo rifiutava, di rinchiuderlo nella worh·house, e di collocare dove vo– levano i suoi fanciulli come gal'Zoni-apprendisti, il che, in pratica, significava venderli a degli industriali, per farli lavorare nelle fabbriche ('). Le leggi che fissano il massimo del salario degli operai sono ancora conservate in tutto il loro vigore e l'orga– niz:tazionr, degli operai è espressamente proibita ( 2 ). Nella stessa epoca la maggior parte dei Collegi elet– torali non formavano che delle proprietà otteaute per eredità o per acquisto, la Camera non era rappresenta– tiva che in apparenza, ma in realtà era un'assemblea di signori e dì milionarf, indipendenti dalla massa della Nazione. Il regime parlamentare inglese non era un ÙO\'erno rappresentativo, ma un Governo oligarchico (3). In questo periodo la popolaz.one del ltegno Unito era di circa 16 milioni di abitanti, e il reddito annuo na– zionale era valutato a circa 5750 milioni di lire ita– liane ( 4 ). Prof, JACOPO TIYARONI. ( 1) SEw:souos: L'f:10·01it co111empo1·at11e. Pa1•1i:r1,1908, Jlag. 19. (i) WEllll: Illcl///ltl'tat DelllOCl'(ICy. Lon(lra, 1896, pag. 72. (8) St:IQNOIIOS:op. clt., pag. 11. (•) L. u:n: 011taxat1011, Cap. I o Ili. Londra, 1860. Ai prossimi nwne1·i: J,c cousegueuze sociali del latifondismo siciliano, ili S. CAMt.lARlJRl·SCURTI. FRA LIBl:xI E l:xIVISTE Il Revi,;ionùn1w di Benistein. Eduardo Bernstein r,ontinua nella. Aua opera di revi– sionismo dei principi fondamentali del marxiRmo. QM.u• pandoRi, nel fn~cicolo d'ottobre 906 dei Suzinlisfi.'lcht> Mo- 1iafsheftt, di alcune questimii preliminari a una tt-oria socialistica del movimento prof,.ssionnle, afferma che non si può costruire una teoria dei SindacHti OJ)erai senza rivedere e modificare parecchi punti <iottrinali del so– cialismo, Coloro, i quali sostengono che la teoria dei Sindacati è contenuta in quella della lotta di classe, sono di assai facile accontenta.tura. Partendo dalla teoria della lotta di classe, ci si imbatte enbi~o in una que– stione preliminare, sulla quale è necessario avere idee chiare prima di procedere ad una teoria dei Sindacati. La te,iria della lo.tta. di classe, in quanto assumo d'in– terpretare e 11pie11"are la. storia passata, non ha propria.• mente un carattere socialistico. 'fule carattere essa ri– ceve dal riferimento ai fini dell'azione socialistica, i quali, al lume dl questa. teoria 1 appaiono storicamente necessari. La lotta di classe dovrebbe avere per finale ri$1ultato: 1° la conqui<tta del potere politico da parte della classe operaia; 2° l'abolizione del dominio eco– nomico della classe capitalistica; 3° la socializzazione dei mezzi e del sistema di produzione; 4° l'abolizione del salariato. I primi tre punti non offrono difficoltà in– trirnieche dal lato teorico, per quanto possa apparir difficile e più o meno remota la loro pratica attuazione; ma il quarto contiene io sè una grande coutraddi– zione. Lo Avolgimeuto economico moderno sempre più al– lar.tta il AiiHeroa del lavoro salariato; ciò è inseguato dalla dottrina socialista, e la statistica del paesi più progrediti lo conferma, benchè il processo non avvenga cosl rapidamente come sul principio era stato supposto. Esso è la naturale cons<'gnenza del la crescente concen– trazione delle imprese industriali. A questo Fatto della concentrazione non è ontitetica l'esigenza della socia– lizzazione dei mezzi di procluzioue. 'reoricamente almeno, sembra posHihile il paflsaagio dal monopolio capitaliAtico a la produzione coll··ttiva; n,a non si vede conte dalla progres.~iva generalizzazione del salario si pot, à passare alla sml aboliz,one. Le fonti di quest'ultimo concetto debbono in parte cercarsi negli scritti degli utopisti, in parte in quella teoria che considera il lavoro come unica sorgente del valore. Se un prodotto vale soltanto per il lavoro che vi ha impiegalo l'operaio nel produrlo, è facile dedurne la conseguenza che esso d~bba spettare tutto quanto all 'opera.io. Multi socialisti si ostinano ancora in questa teoria del valore, come se fosse un dogma intangibile, bencbè lo stesso Marx, nel terzo volume del Capitale, lo abbia dato un colpo mortale. La teoria del valore-laYOro è ormai insostenibtle; essa pone in non cale il lato del• l'utilità, dell'ofelimità dei beni. Con que1:1tateoria deve cadere, seconclo Bernstein, anche il concetto dell'abolizione del salariato. I Sindacati di mestiere sono in perfetto accordo con il moderno svolgimento economico, in quanto tendono a consolidare il 11istemadel salario; il quale pertanto dovràrimanere nella sostanza anche nella società futura. (') Similmente, il trionfo del principio democratico noi rapporti economici non deve intendersi nel senso che in ogni ramo industriale la produzione possa. mai di– pendere in tutto dalla volontà dei lavoratori; perocchè al disopra dei singoli interessi professionali staranno sempre gli interessi generali della società. L'ult.ima proposizione del Berneteln trova il pieno DO· stro assentiment<l. Appunto nel nostro paese, il riformismo si è sempre sforzato, nelle agitazioni da esso inspirate e condotte, a che l'interesse particolare di un lleterminato ceto pro• fessionalo coincidesse coll'interesse generale della so– cietà. In ciò sta la sua intrinseca superiorità in confronto di altri in,Lirizzi esistenti nel movimento socialistico italiano. e. tn. ('J Con questa cons1clo>razlo11ecl sembra ohe n Bernsteln si •plng" tanto oltre da conronderst cogli economlstl della scuola otthnlsta e liberale, Come conciliare l'abolizione del dominio economico clclla classe capltalhJtlca colla persistenza del e!sttma del salariato? (e. m.). Raccomamliamo a tutli i nostri le/tori gli abbonamenti cumulativi, co11ve11ie11tissimi, della CRITICA SOCIALE: col Tempo di M'ila1w: anrio L. 22, stmesrn L. 12; coU'Avanti di Roma: a11110 L. 22, Sl'mest,e L. 11; Culfo Vita <li Rrnnn: esclusivamente annuo l.,. 20. Avete la 1a annata? L'Amministrazione della Critica è sempre disposta a ricambiare con una qualsiasi, successiva annata, 1·ilegata1 opput·e con im anno <l'abbonamento, l'invio che le venisse fatto della 1a annata (1891) di, Critica Sociale in buono stato di conse1·vazione. Ricambitwemo con opt(scoli, a richiesta, ognuno dei se• guenti numeri separati dello stesso 1° anno: 4 1 5, 6, 7, 8 10, 12, 13, 16, 17. Prof. ANGELO CELLI ooputato l\l P11rlamento LALEGISLAZIONE C TRO LAMALARIA (1. Il chinino (Il Stato. - Il. Olspos!zlonl per <llmlnulrc lo cau11cdella mularla. - Ili. Leggi sullo bonifiche. - IV. Abitazioni In locu .. lltÌt (11mah\rla). Presso la Critica Sociale. - Centesimi 5. GIUSEPPE RlOAMONn, gerente t·espousabile. Mtllmo, 11/1 1001 • Tipografia Opel'al (Soo. coop.), c. Vltt. Bm. l(!-!G.

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