Critica Sociale - Anno XVI - n. 23 - 1 dicembre 1906

CRITICASOCIALE 3U3 E poi, a chi si vorrebbe ciarla a bere, che l'eso• nero di un 1)BiOdi lire nll1cttaro d'im1>oste Yalga, in mtt1 misura qualsiasi, nl miglioramento dei lati– fondi, quando per essi ne occorrono 200 almeno? Che cosa si 1>uòfare a pro clcll'ugricoltura con il risparmio di qualche lira nll 1 ettaro io non so j ma so che il possessore di miglinia di ettari di terre, od anche di qualche centinaio, su quel risparmio conta, come su ogni stilla' di sudore non pagato e su ogni boccone di pano sottratto alla fame del pros– simo. Ma, ammesso che quest'esonero possa valere a fa,·orc dell'ngricoltura, quulo gimrnzia c'è che esso, lasciato nella saccoccia del contribuente, non ~ia piuttosto mangiato anzichò destinato in corrispetth·o d'interessi por capitali im1>icgati nell'i11creme11to agricolo? Noi provvedimenti votati dal Parlamento con la loµ-ge del 15 luglio t90G, a ftivore del .Mezzogiorno peninsulare oclelleJsolo, il vecchio concetto sonniniano dolio s~T1iviofondiario trovò parziale attuazione, coor– clin:u1cloloperò con l'Istituto del Credito a!o{rario,in mo,lo da ,•etler\'i un principio di quella socializzazione dei capitali fondiari che fu dallo scrivente da più noni prorugnata. Per i soli COmJ>nrtimenticatastali napo– lcta110, siciliano e sardo, lo sgravio fu limitato al 30 J>l'rcento della im))osta erarh\le sui terreni, non ))iÌt il 50 preannunziato da Sonnino. Però lo sgravio per le partite con reddito im1>onibile inferiore nlle L. 6000 è goduto dal contribuente; per i rechiiti auporiol'i 1 invece, lo sgra\'Ì0 non 0'ò, ma il 30 por cento cll'll'irnpoata è retribuito cl11.llo Stato alie Casse pro"iuciuli di credito agrario di esercizio da istituire. Quando, J>erò, verranno in ciascuna provincia <lei com1>artimeDti suddetti compiute le operazioni <lei nuovo catasto, lo sgravio cessa; e l'incremento delle Casse pro\'inciali di credito agrario col mezzo di una J>nrtc dell'imposta fondiaria cesserà pure. Il provve– dimento, come ,•eclesi, associa n molta fatuità un po' cli hene: è pregio dell'opera dire bre,·emente dell'una e dell'altro, ripetendo le ideo che ho altrove pubhli– cato in proposito e prececlentomontc all'appro\'azione dei f!tmosi 1>rovvodimonti por le pro,•incie meridio· nali, per In SiciliA. e per IA.S1trdol'.tna. Secondo i dati statistici dell' lnchiesht agraria por la Sicilill (fascicolo I, png. 92-93) riferibili al 1880 1 la imposta erariale sui terreni in L. 8.752.234 1 86 ò pagata da 57i.812 contribuenti: dei quali, 419.966 pa– gano meno cli L. 20; 80.818 da L. 20 a L. 40 e 6i.028 oltre Ti. 40. Dunque, con lo sgravio del 30 per cento, circa i 3 4 dei contribuenti agricoli siciliani, quelli cioè tassati al disotto di L 20, risparmie– ranno da pochi centesimi a T.J. G all'anno. ~[a di essi stessi il ma~gior numero paga meno di L. IO i e perriò il loro risparmio medio non è li. 3 ma meno di J. 2. D'altm parte si ha che In suddetta imposta ernrialo di\'isa per la superficie territoriale dell'fsola dà circa L. 3,40 all'ettaro; e lo ag-rnvio del 30 per conto è in media circa ],. 1 per ogni ettaro di ter– ritorio. Con tale scarso risparmio, quale miglioramento agricolo 1>0trà promuoversi? Non sarebbe stato infi– nit1unente meglio, anzichè lasciare pochi soldi nella tasca del contribuente cont,dino, raccogliere tutto il 30 1>er conto, senza clistin1.iono cli contribuenti, per impinguare cli piÌl la Cassi\.ciel credito agi-ario? Si snrobbo meglio attuato il concetto cli far concor– rere la atessu terra aliti sua rcclonzione ngricoht. 'U'inchò l'imposti\ fondinrin non assuma la. funziono nltamcnto riformn.tricc di tassare la tel'l'a per socia– lizzarne l'uso ed arricchirhl cli capitali fecondatori, I ogni nitra riforma o sgra\'io di essa non raggiun– gerà il fine 1>roposto. Lo Ct1MC a~ril.'olc 1 arricchite perennemente col concorso clell'impoda fondiaria 1 dovranno anticipare i capitali, sia per le spese di esercizio a cui le limita la legge testè ,·otata, aia per stabili opere d'incremento agricolo. Ln parte del 30 per cento, In quale andrà a for– mare il fondo dello Cast1e pro,·inciali di credito a~rario, so mantonuta 1 potrehhe iniziare la suddetta funzione sociale clcll'impostn fondiaria. Tale riforma è stata som1>roda 1110pro1H1gnata per av\'iamento a\11\ socializznzionc dclht terra.: la terra, cioè, che dia oas1Lstes1m i mezzi J><'rRocializzarsi. Spero che il compagno on. Gatti non ,·orrà ancora confondere tale riforma con la proposta conclusionale dell'amo ricano llenry Oeorge. ln,•ero il P,,rlamento, nel vo• taro la costituzione dcli<' Casso Agricole provinciali, non ll\"l'Ù inteso affermare il nostrn pensiero sulla irnpoi;t1i fondiaria: si tentò nnzi che il limite degli sgravi favorevoli ai contribuenti fossP portato a L. 8000 di reddito imponibile. ~ra, anche restando quel limito inh 600(\ non pochi grossi latifondisti, che posse,xgono vnl'I feudi in vari to1·ritor'ì,godranno immc– ritn111011Lo l Hgra"io, se il loro complessivo imponibile non aarll, come pare, ast1omnHLto 1 ma si considererà. come di\'iSO a diversi propril'tari di clh•ersi territorì. Infine il conferimento, alla istituzione e all'incre– mento del capitale dello Cnsso <li credito agrnrio 1 del :·Wper cento della imposta erariale sulle rendite im1>onibili superiori alle L. 6000, è, come ,•edemmo, tempornneo. Non al>biamo creduto possibile che il Parlamento clerico-coru1ervatoro delibernHso di creare le Ca.qso agricole pro\'inciali con i denari dei grossi contri– huenti; torniamo anzi che quello stesso che si deli– berò resti nmlamontc attuato. La preoccupazione cli sgravare l'imposta fondiaria a f,l\'ore dei contribuenti, piuttosto che fttr aeniro l'imposta stessa all'incre– mento JH"Odutti"o della terra, nasce dall'utopia di una perequazione tra regioni le più disparate e sotto il 1>orenne pericolo di una crisi che con Yece assidua va colpendo tutte le principali colture. La imposta fondiaria, se dovuta allo Stnto 1 sarìt sempre spere– quata dn regione a re~ionc. !.Ja sperequazione cli• vcnta maggiore con lo varie sovrimposte connrnali o prO\'inciali. Se essa. fosso ir1vece dovuta alle Pro– vincie per ripartirla con i Comuni 1 hLsperequazione rogio11a.leo quella delle 80\'l'imposte Mparirebbe; o meglio ancora se essa fosso in tutto o in parte as– s01,tnn.taovunque a vantaggio dell'ugricoltura stessa. Un alLro vantaggio port.erebho il passaggio della imposta fondiaria nllc PrO\'incie, sopprimendo le ,•arie sovrimposto comunali, quello di eliminare l'in– conveniente principale, che, a riguardo della finanza locale, gonera. la cattiva circoscrizione territoriale in Sicilin. Ai riguardi della fondiaria si donebbero t1opprim~rc i territorì comunali, creando il territorio provincinle; i Comuni, che or!l non hanno territorio o l'hanno ussai ristretto, pnrteciperehbero proporzio– nalmente alla popolazione ni proventi della fondiaria prOYinciulo. li provvedimento finnnziario più radicale a f1noro dell'agricoltura meridionale o :;iciliana sa– rehbt•1atlunque, il passaggio della totale imposta fon– diari1Lulle l'roYincie per ripartirla in parte ai bilanci locali e rirnrsnre l'altra nllo Casso pro"inciali di cre– dito llgrurio. Dl'li pron·edimenti votati troviamo lodevole l'eso– nero dcll1imposta sui fobhricnti rurali, 1>erchè ciò :1gevolil la CL1loni1,zazione delle terre e ripara ad una ing-im1tizhl, coa la quale si era colpito il tugurio del 110,·orocontadino. L'esonero si estendo alle case degli rihif.ati dovo i contadini ritornano ogni sera non tro• vando lllloggio nelle torre atci-1i;c.Come rilevasi nel refernulum suddetto del Oiol'lmle di Sirilia," mentre nello prnvincJe scttc·1trio1rnli lo ca:,e rurali sono e-1L•11ti d'impostc:>,in Slcilia è tassato ogni tugurio clll~ ~{'l"\'t' ull'abitazione elci nostri c ontadini, soltanto pen·hè 1-1i troYn in un ngg-reg-11 .to ch e pomposamente ai chiama IHlese ,,. Tale guaio, se il provvedimento

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