Critica Sociale - Anno XVI - n. 17 - 1 settembre 1906

CRITICASOCIALE 2G7 stftlle, ficnili 1 cascinali, alloggi, ecc., disposti n. baglio, richiede un numeroso personale ordinato gnrarchica• monte. L 1 ordi1rnmento della masseria siciliflna con– serva un po' della vecchia tribù patriarcale: i pa– trhtrchi biblici sarebbero Htati dei Jlroprì e grandi massariol-i. Da un mezzo secolo le masserie vanno scemando d'importanza e di numero, perchò non tornano pii1 conto. La coltura del grnno e quella della vigna hanno fatto restringere i pascoli ed hanno elevato i prezzi di gabella, per cui le vecchie forme dell'in– dustrin agricola non piì1 si reggono. ·iia produzione della carne e dei latticini è difatti inferiore allo stesso sc3rso consumo che se ne fa. 8ocializzando l'uso dei latifondi con l'organizzazione proletaria, anzichè attendere lo stupido spezzamento cli essi da tanti proposto 1 la massa di ogni territorio sarà re– stituita alla rispettiva massa sociale, perchè la pro duzionc agricola sia abbondante e a tutti giusta– mente distribuita. S. CAMMA1n~n1-ScuRT1. ASTROLOGIA SOCI.ALIST .A L'amico Turati mi comunica gentilmente le bozze di un sesquipedale orticolo di Sergio l!anuniio in risposta a quanto ho eletto nella Critica del 1 ° nrng– gio 1906 pat'lando cli " Pregiudizt socialisti e sinda– calismo,,. ln quel mio scritto, prendendo le mosse da una serie di articoli dello stesso Panuuzio pubblicati su varì numeri del .Di,:enire Sociale, io cercavo di di– mostrare la connessione intima e sostanziale cho esiste tra i! liberismo 11on-intenenzio11istico di alcuni economisti " conservatori ,, (come il Pareto, il De _Molinari, ecc.) e il liberismo di classe dei sindaca– listi - liberismo che si identifica specialmente nella comune a.v,,ersìone alle provvidenze di legge a favore degli OJ)erai; combattevo l'opinione che il riformi3mo significhi collettivi~mo integrale o irreggimentazione di tutte Je energie economiche 11el meccanismo dolio Stato; aggiungevo, a questo riguardo, che i riformisti sono decisi fautori delle statizzazioni e delle municipaliizazioni soltanto quando si tratta di abhattere le posizioni cli monopolio e di far usu• fruire tutta la collett.ività. delle cosiclette rendite li· bere~· indi, passando lli rapporti tra sindacalismo e anarchismo, mi sforzavo di pro\'are tutta l'assurdità (non parliamo della effettuabilità.!) del pensiero sin– clacalistico1 di volere, cioè 1 polveriizare l'autorità., tra• vnsandola dallo Stato nei Sindacati; conchiudevo, infine, affermando che il sindacalismo, oltre essere una concezione piena di contraddizioni dal punto di vista. teorico, eia quello pratico era (anzi, purtroppo, è, per quanto in decadenza) un movimento del quale si sarebbe avvantaggiata la pii, pura e intransigente conservazione sociale. Ora il signor Panunzio, nelle righe che seguono, con impareggiabile clisinvolturn, asserisce che io ho svisato il concetto suo sopprimendone artatamente delle parti sostanziali, spostandone i ragionamenti, facendogli dir cose che non ha mai dette e soste– m1te. I~ iJ solito artificio cui si ricorre per comodo di polemica; chè, se non fosse per non rubare spazio ulla Ri\'ista e se 11011 temessi di cadere nella critica micrologica, potrei riportare in e:clenso la prosa pa• nuniinna e lasch~r giudicare ai lettori so io abbia travisato ·il pensiero fo1tdamentale dello scrittore, e Sf' non abbia cavato tutte quelle dc-duzioni ed illa– zioni che era lecito ed onesto tmrro dal contesto degli articoli ( 1 ). (I) 11 Panunzlo sl 111,m(mtnanche che lo gll abbia Ingiustamente attribuito dello. su(Tisrma lntellcttunle elle egli SIsente di non ,lvere. Certo, io non posso leggere ciò che non c'era e che ora il signor Panunzio aggiunge servendosi di sovrapposizioni arhitrnrie, di equivoci grossolani e stiracchiaturo cavillose; certo, anche il mio contrad– dittorn poteva risparmiare buona parto del suo in· chiostro se si fosse dato la briga di comprendere ciò che io avevo scritto. Comunque, il lettore noterà che il P,rnunzio, attra– \'erso parecchie strazianti ripetizioni) ama rappre– sentarsi sotto una veste nuova e non mai Yista di sincla.calismo: il sindacalismo puro, che" presuppone già realizzate dello condizioni sociali di lù (la, venire, superato lo stato di salariato e instaurata la sociefa libero lavoratrice,,, il sindacalismo che s'innalza dalle' caligini di questa terra per librarsi, giocondo come allodola al sok, negli orizzonti sereni e immacolati del sindacalismo purificato dalle scorie e brutture ciel presente. Se non che, il mio contraddittore non si accorge in tt1l modo di mettersi, da un lato 1 in contruddizìone con se stesso allorf(uando assevera di non voler rappresentare con forme logiche che il sindacalismo obiettivo, elnborato dal proletariato or– ganizzato, quel sindacalismo, cioè, che non può ipo– tizzare superate le condizioni attuali per la sem• plico r~gioue cho ne respira l'aria e ci , 1 ive rlentro; dall'altro, non si avvede di cadere nelJlastroJogia e nel romanticismo socir..Je,una forma cli romanticismo delle pili sterili e più scipite, giacchè, quando si prende in esame un rno,•imcnto sociale (tale è il sindacalismo), non è lecito mai faro astrazione dallo stato attuale delle rose. Crocio pertanto inutile far seguire alla elucubra· zionc sotto riportata una controreplica particolareg– giata e minuta: ciò nnche per economia di spazio o per ovviare al pericolo di ulteriori eruzioni e di• lagamenti. Mi limiterò invece a sgonlìare la vescica panunziana con alcune note poste in coda al testo, specialmente sui punti di maggiore rilievo. Tanto, il sindacalismo fantasnlfl/!Orico, che si appiatta nei meandri cerebrali di questo o quel teorizzatore so– litario, è cosa che interessa in misura assai limitata; ciò che urge inseguire e combattere ò il sindacalismo impuro, che vive e veste panni e si agita, che in ltnlia promuove lo sciopero genernlo settembrino e nelle elezioni agevola la riuscita dei CiUldicb,ti rea zionari; che in ·1fra.ncia opera accanitamente alla rovina delle organizzazioni operaie e che fa le suo mirabili prove cli r.. azione diretta ,, col famoso mo– \'imento del primo maggio di quest'anno. Per buona. fortuna, però, questo sindacalismo si trova sulla via del dissolvimento e della bt1ncarothl. i!:. l\L\RCIIIOLI. RAGIONANDO DI SINDACALISMO Alcuni aspetti economici, giuridici e politici del Sindacalismo ('). La C,·itica Sociale del 1° maggio ba onorato di una risposta polemica alcuni miei articoli sui « Pregiudizt Socialisti ,, pubblicati in parecchio puntate (u. ~-3- 4-5- G-7-8) del Divenit·e Socfole. 31a c11edire di uno Il quale, tutto per conto suo 1 dichiara di asllu• 111erslla dlflkUe lm1iresa di llbbatterc I 11rcgludl1.I che SioppOIIGOllO alla chiara visione del 11lnda.ca! lsnto. e che, con tono da sa.lamls1ro snlltO In cattedra, proclunm ~•he111maggior colpa del riformismo è Stllta quella di portare nlln dlg111tAd! nuo,·1 1·11/01·• tuttl I suol ma– donwH sp,·opo8'U, /ti/IL L ,11101 q1·ossoim1l e,Tod e lllttt le >me eLm·- lnlfllltl"le P B. M. \ 1) Lo. 11re~ente rlspo~ta doveva essere sin d11\ 11rosstmo giugno 1mlibllenti1 sulle colonno tlelln CrUil:'O, gcnillmento coneen11ml come pRlestra di libera dlecus91one dn1!11,corteslfl tle\1'011. Turati. Sono etulo costretto a mnndurla ora, percliè una lndlspo~t2lone ml ha tenuto per alcun tempo 1011hrnodRI la.\·oro. Credo però che l'argo• mento della 01scmss1one ~111, sempre allbn~t,nz11 ,•h•o e palpitante, perch(' Il presente nrtlcolo 1>olcmlco non lli•JlfllA11r1vodi auuallti1.

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