Critica Sociale - Anno XVI - n. 12 - 16 giugno 1906

182 CRITICA SOCIALE scatto ,,. Ho ricordato più sopra l'on. Pantano, che demolì con efficacia - non con esagerazione po– lemica - questa pretesa ineluttabilità. Si invoca Fautorità rii lui contro i patti d'eser• cizio della rete meridionale presentnti nel luglio del 1005 dal Ministero ]'ortis; e perchè non la si invoca del pari per <limostrare che la 1·etedi Stato 7Juòcvesistere bentsstnw senza annette,·si le linee J\fe>·idionali? Nè è affatto vero che le regioni attraversate da queste linee si troverebbero abbandonate alla mercè della Società, pe1·chè esistono acc01·tli e dis])osizioni p1·ecise (R. Decreto 20 luglio 190ò) per l'uniformità delle tariffo e per la parificazione delle paghe del personale a quelle del personale governativo, e perchè lo Stato può sempre, per diritto d'imperio, obbligare ht Società a provvedere come si conviene a quel servizio pubblieo; e poi vi sono i patti clella Concessione, che la Società è tenuta ad osser– vare, non essendole lecito di pretendere l'applica– zione di quelli che le giovano, e di consitlerare di niuu valore quelli che le impongono oneri, pei quali appunto le vennero concesse elevate sovven– zioni. In altri termini, la Società è obbligata ad avere impianti adeguati alle necessità. e alle richieste del traffico. E sovvenzioni ed eventuali reintegri per le tarifle e rimborsi per il personale, perchè - ri– teuiamc, - sarebbero date se non fosse precisa– mente perchè la Società adempia ai suoi obblighi? ~ con ciò cade pure una delle principali argo– mentazioni del Nofri, che cioè la Società non avrà incentivo a migliorare il traffico, a ridurre le ta• rdfe, per sfuggire alle maggiori spese di impianti cli esercizio, e più specialmente agli obblighi gra– vo~i della costruzione a proprie spese del doppio binario sulla linea Otranto-Ancona (quando il pro– dotto lordo chilometrico raggiunga le 35.COJ lire), e ciel <loppio binario Ancona-Bologna. Ma il Nofri dimentica troppo presto quei reintegri di tariflè, il cui onere egli è così pronto a porre tra i pesi del non riscatto: dimentica che le tariffe ridotte, ora nella misura fissata dal H.. Decreto 20 lu– glio 1905, più innanzi, in quella ulteriore misura di ribasso che lo Stato credesse di fissare per ve– nire in aiuto delle provincie meridionali, penetre• ranno sempre nelle linee Meridionali, anche no– lente la Società, perchè, salvo il diritto e il quanto dei reintegri, così ha disposto e <lisporrà il Go– verno; per cui si avranno pur sempre quei risul– tati favorevoli al commercio e al traffico e all'au– mento <lei prodotto lor<lo, che la Società vorrebbe allontanare da sè come un calice amaro, per non incappare negli obblighi su menzionati dell'aumento delle spese patrimoniali. J◄; poi abbiamo già <letto che negli stessi patti d'esercizio, che il Nofri e il Grazia.dei invocano ad ogni piè sospinto per pre– sentarli come una rocca inespugnabile rlegli inte– ressi della Società, mentre è proprio per sfuggire ngli obblighi di prossima maturazione contenuti nei patti di esercizio che la ocietà vuole il ri– scatto, malgrado le sue affermazioni in contrario, c'è invece tanto da costringere eventualmente la Società stessa a servi re a dovere le regi on i attra• versate dalle sue linee. Dunque nessun sacrifizio per le provincie meritlionali a causa del non ri– scatto; vano ogni timore che il traffico abbia da stagnare e che la Società. possa sfuggire, a più o meno lunga scadenza, agli obblighi suoi per i fu– turi ingenti aumenti patrimoniali. Del resto la coesistenza di reti di Stato e di reti private è la realtà di ogni giorno negli Stati più importanti. Perchè dovrebbe essere assolutament.e disastrosa in Italia? Giacchè il bello è questo, che dalla coesistenza l'una e l'altra. trarrebbero danno: secondo Grazia.dei l'esercizio di Stato ne sarebbe rovinato, condannato al fallimento; secondo Nofri la rete Meridionale non uscirebbe dal h·an t,·an attuale. Una vera palude mortifera l'Italia ferro• viaria! Altro <legli argomenti del Nofri a sostegno della previsone ch'ei fa della stasi ferroviaria sulle linee Meridionali, è che la Società - come dire? - sta bene, e che, pur continuando " nell'esercizio delle linee di sua proprietà, può ritenersi asc,icurato un utile dell'esercizio aggirantesi da 1.200.000a 1.400.000, che, insieme col resto, la pone in una situazione tale da non avere da cercare altro ,,. E cita a ri– prova un passo della medesima Società, tratto da un articolo che essa pubblicò, più di due anni ra 1 sulla Nuova Antologia. Ma si ha ragione di rite– nere, per contro, che fossero lucciole le lanterne accese in quell'articolo dalla provrietaria delle Me– ridionali; tanto vero che la Società, per ottenere il riscatto, ha rinunziato non soltanto a quell'utile presupposto, ma insussistente <liesercizio di 1.200.(X)() a 1.400.000, ma perfino a quasi due milioni sulle sovvenzioni. Essa ha pel'Ciò demolito da sè il suo articolo con le rinunzie cui è venuta con le Con• venzioni successivamente stipulate. IL Nofri si preoccupa rlei nuovi e più gravi rein– tegri, per ribassi di tariffe che lo Stato dovrebbe nell'avvenire addossarsi per aiutare il traffico me– ridionale, venendo esso cosi a sopportare ,: in ul– tima analisi tutti i rischi, i pericoli e le perdite di mi esercizio ferroviario fatto da altri 1 che ne go– drebbe tranquillamente e da. solo i benefizi n· Ma è ovvio l'osservare che i ribassi di tariffa si avrebbero tanto col riscatto quanto col non ri– scatto; che nel primo porterebbero a una diminu– zione del prodotto netto, come nel secondo por– tano a maggiori reintegri : e le <lue partite supergiù si bilanciano, come può risultare da un piccolo conto aritmetico. ]~ perchè poi la Società godrebbe i benefizi dei ribassi da sola? Si dimentica che i ribassi accrescouo i I prodotto lordo, e che lo Stato, p~r tutta la somm1t eccedente le 10.000 lire a chi– lometro, ha diritto alla compartecipazione del 40 per cento. Non è più giustificata la preoccupazione del Nofri per le sorti del servizio cumulativo 1 specie in base alla diversità delle tariffe, ecc., quando nell'unifor– mità delle tariffe imposta dal Decreto 20 luglio 1905 è già insito il servizio cumulativo. . .. La parte finanziaria della trattazione del Nofri ci suggerisce altri rilievi. Egli si sofferma a lungo tSugli studi della CoIUmissione presieduta dal sena• tore Finali, mettendone in rilievo la contraddizione, per cui, dopo avere ammesso derivare dal riscatto un vantaggio finanziario, concluse con lo sconsi– gliare il riscatto stesso. Conveniamo con lui in questo giudizio; ma, senza seguirlo nella ricerca delle prob abili ragioni di questa contraddizione, faccia.mo una. semplice osservazione. Cinque giorui dopo il responso della Commissione Finali, cioè il 16 maggio 1905 1 stipulavasi tra il Governo e la Società una Convenzione, con la quale la Società medesima rinunziava a circa tre dei milioni con– teggiati nella Relazione }''inali come onere del ri– scatto. Se vantaggio finanziario ci sarebbe stato prima, secondo quest'ultima, rlopo di quella rinunzia ci si trovava dinanzi a un vero atfl\roue. Eppure il Governo non osò proporre la Convenzione al Parlamento, al quale propose invece quella Con– venzione cli esercizio, tanto biasimata, pur essa, e ragionevolmente, dal Pantano, e che non ap– prorlò. Gli è che i calcoli della Relazione Finali, che il

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