Critica Sociale - Anno XVI - n. 8 - 16 aprile 1906

CRITICASOCIALE I I7 TARTUFO E 'fARTUFI Siamo minacciati da una crisi di pornofobia. In Francia ed i11 Italia le leghe dalla moralità pubhlica aumentano di giorno in giorno e i de\•oti della fo– glia di fico fischiano sonornmente le Pillole ct 1 Ercole, si contentano di boicottare la Mandragola, promet– tono l'ostracismo a quelle compagnie che non esclu– deranno dal loro repeL·torio le antiche e le moderne tentazioni pornografiche. Le anime timorate invocano i fulmini della legge contro le oscenità teatrali. I gentiluomini di cappa e spada di Pio X, iscritti al Circolo cattolico di Napoli, firmano e inviano a Son– nino le proteste della loro puùicizia. I critici casti– gati promettono una serie infinita di serate bianche all'eterno feminino degli educandati. t la guerra santa contro la " pochade "' è la strage dei corrotti tramata dai non innocenti in un émpito d'odio degno di !Brode, è lo sterminio imminente <lei tartufi, dei gamberi, delle ostriche e del pepe di Cajenna. Un anno fa le attitudini accademiche della gente latina fecero buona prova a proposito delle cronache del male. Anche allora i gerenti responsabili della umanità fuot·viata vollero tentare di salvarla, invi– tando e incitando i giornali a occuparsi con, saggia parsimonia di particolari dei delitti e dei processi celebri, per non indurre in tentazioni di furto o di as1:1assinio i Cartouche e i Troppmann confusi tra le pacifiche migliaia dei loro lettori. Anche allora, gravi come ad un consulto intorno il letto di un mori– bondo, i dottori illuminati della moralità fecero la diagnosi del male e proposero rimedì che, se fossero stati praticati, avrebbero resi gli uomini mondi .,e puri come gli agnelli dei sacrifizi. In nome della morale, cioè di qnella signora che deve avere i con– notati e le consuetudini delParaba fenice, oggi si invoca il trionfo della castità a teatro. Tartufo di– chiara la guerra ai tartufi. Volentieri io m'infischierei dell'uno e degli altri, se non fossi convinto che nei programmi e nelle proteste di codeste leghe della monde si cela l'ipo– crisia della tradizione cristiana, che avvilisce, con– danna, scomunica tutto che, nell'arte e nella vita, ha attinenza col sublime atto della riproduzione. La u pochade,, è una forma d'arte inferiore. D'ac– cordo. Quasi tutte le u pochades,, più o meno salaci e afrodisiache che ci vengono <l'oltr'alpe sono delle prnfanazioni artistiche. Benissimo. E poi? Si do– vrebbe pensare a distrnggere le cause e non gli ef– fetti. Si dovrebbe S\•elare alle moltitudini l'arte dei grandi artisti della scena, del libro, del colore, del marmo, pet· ottenere l'effetto di allontanarle chtlle torbide fonti della volgarità. pornografica e pomo– logica. Chi ha udito cantare Beethoven, signore di ogni canto, sa evitare lo stridulo tedio di un orga– netto di Barberia o il clamore cadenzato dei tam– buri militari. Per essere meglio in argomento, chi si è compiaciuto della fresca giocondità boccacccsc!\ e ariostèa, udendo novellare del climonio ricacciato nel ninferno da Rustico eremita o del nano sorpreso dal re semplicione in atto di cavalcare la regina, non si sofferma neppure davanti i teatri, dove si prodiga in parole la cantaride ai vecchi peccatori ostinati, e dove ogni giovincello è istigato a delin– quere eroticamente in sua solitudine notturna. Cia– scuno potrebbe ripetere il verso di 'l'héophile Gau– ticr : " Mes yeux pluUJt qU,'ailleurs ne se porteut pas là ,. Ma, fino a quando l'educazione artistica delle mol– titudini sarà al livello attuale, non si ha il diritto cli protestare, a meno che non si abbia la sincerità di confessare che la difesa dell'arte è un comodo pretesto e che l'unici\ e vera ragione di tali crociate retoriche è rappresentata dall'ignobile malattia del pudore, dalle cristiane finzioni della castità, dall'odio appreso in seminario e giurato sugli altari di una qualunque chiesa cattolica o luterana contro la ·Na– tura e l:1.\rita . .l~cl è così. Mettete alle strette qual– cuno di una lega della moralitllj sorprendetelo, se è possibile, in un momento cli sincerità; interroga– telo abilmente, e saprete che il suo sdegno o la sua ira si rivolgono contro le Pillole (l' l!,'rcole, ma puro contro la Lisistrata, che 1-}gliha ereditato l'antico e malefico spirito iconoclasta dì quel violento con• tro l'arte che fu frate Jeronimo Savonarola, che condannerebbe al medesimo fuoco il divino Deca– meron e l'ultima novella francese, senza esitare, perchò convinto che l'uno o l'altra sono contrari alla sua morale di Tartufo. Allora egli vi negherà Ja libertà dell'arte e chiuderà gli occhi por non ve– dere la splendente hellezza della Venern cli Milo o la carne palpitante cli desiderio della Danae cli 'l'i– ziano o qualche scena di amore cli Ninfe e di Sil– vani eternata in un affresco pompeiano. Allora egli chiamerà in suo soccorso la legge e farii condan– nare, per offese al pudore, l'autore di ;Vadame JJ0- 11ci1·y e quello dei Fiori del ilfale, darà il bando dalla. Germania ai romanzi di Zola, chiuderà le porte delle gsposizioni americane ai Saturnalia, di Biondi 1 nel– l'Olanda e nel Belgio bestemmierh contro .Rembrandt e Rubens, proclamerà impuro Willette 1 nefande le acqueforti di Rops, sognerà infine una nuova bolgia dell'inferno, perchè dentro si purghino delle loro peccata gli innumerevoli immorali dell'arte passata e µresente, eia Orazio a Mil'beau. Ne volete una prova? Pochi giorni or sono il cri– tico cli un giornale napoletano si mostrava lieto di riconoscere che il pubblico ave\·a protestato contro l'oscena Jlamlragola, disertando il teatro. Evidente– mente quel critico 1 dopo Che ebbe fatto lo schifiltoso con le .Pillole cl' ercole, volle \'irn•ere il primo premio nella bestiale corsa al pudore e giunse fino a Nicolò Machiavelli. Bcco svelato il programma clcllc leghe della pubblica morali ti\ le quali, se oggi hanno buon giuoco nell'esagerare gli effetti immorali cli qnalche antipatica e stupida pochaae, non l'avranno domani quando, mettiamo, saranno chiamati a vedere danzare Salomé nel dramma immortale di Flaubert. lticordate Salomé, la terribile vendicatrice di .J,:ro– diacle, mentre danza ignuda al banchetto di -,~rode? 11 Sans fiéchir ses genou:c, en écartcmt les jambes, elle se courba si bien que son menton frOlait le 1Jlcmcher: et le.'>1w11u,aeshabitués à l'abslinence, les sohlals cle Rome experts en débauches 1 les avares JJUblicains, les vieux pl'étres aigris par les disputes, tous, (lilatcmt leurs 1tari11es,valpitaient de co1woilise ,,. g ricorchtte il grido del tetrarca trenrnnte cli desiderio? "Vieni, vieni! Avrai Cafarnaum, la pianura di 'l'iberiade, le mie cittadelle, la metà del mio Regno! ,, Rade volte l'arte è stata di tanta potenza sug-ge• stiva. Orbene, come si regolerebbero i soci delle nostre leghe morali, se un'attrice verista volesse ren· dere sulla scena, come ò stata descritta nel libro, quella danza lussuriosa? Probabilmente cerchereb· bero cli impedire la seconda rappresentazione. ·1~ noi li fischieremmo in nome dei nostri liberi ideali di arte, come li fischiamo oggi in segno di protesta contro il lorn spavento del nudo, contro il loro pu• doro paolotto, contro la loro goffa ipocrisia. Poichè, essendo certi dell'artificiosità dei loro disdegni este– tici nel tempo pil1 propizio alle brntture artistiche, crediamo che anche una pochade licenziosa possa essere gustata da chi ne abbia bisog·no. Associandoci alle proteste di coteste ridicole squa– dre del hllon costume che si vanno formando qua e là con le inevitabili conseguenze epistolari e tele– grafiche, con i soliti voti e le solite petizioni, noi diverremmo i complici di coloro che allibiscono ad

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