Critica Sociale - Anno XVI - n. 2 - 16 gennaio 1906

18 CRITICA SOCIALE contro un'oppressione che sa essere al temvo stesso feroce e Yilc, hrutale e subdola, barbara e corrotb1, cumulando tutte le spaventose inerzie delle tirannidi asiatiche con tutte Jc doppiezze cd i vizì delle rnffi– nate decadenze latine. Or fa quasi un anno da queste colonne, dopo il terribile massacro del 22 di gennaio, Claudio 'l'reves, col suo fine bisturi di artista della politica, notomiz• zava e denudava, sotto i muscoli tesi della sommossa slava, le sottili fibre nei·vose della rivoluzione vera e propria. La rivoluzione sta alla sommossa come la. storia alla cronaca, come il poema 1-l.ll 'cpisodio,come la vita di un organismo che si sviluppa sta all'in– contrn meccanico di clementi morti che si polveriz– zano sterilmente nell'urto. La rivoluzione può essere compressa, non può Yenire soppressa; essa reca in sè la testarda implacabilità dell'inevitabile. Un anno di prova - malgrado la resiste1rna insidiosa e tenace dell'autocrazia, malgrado lo sciopero generale fallito, malgrado le cataste di cadaveri - attesta a suffi. cienza che qualcosa ò nato nelle steppe slave, che nessun piede di despota, nessuna brutalità di sotnie cosacche può ricacciare nell'ombra. della morte. Certo, il proletariato russo, che sta all'avanguardia del movimento, alleato alla intelligenza etemamente ribelle delle scuole e dei laboratori scientifici, non lavora ancora immediatamente per sè, per la cman" cipazione economica, che gli ideologi gli fanno baie• nare davanti agli occhi. Esso versa il proprio sangue per procacciare ad altre classi l'immediato predominio) e soltanto può lusingarsi ùi assicurare a sè, per in– tanto, quelle condizioni di vita, nelle quali la sua evoluzione politica possa avvenire senza scosse troppo brusche, senza troppo immani e troppo inumani sa– crifizi. Dopo la conquista della costituzione, nuove lotte lo attendono 1 nelle quali gli avverrà di trovarsi recisamente di fronte quei medesimi ceti liberali che oggi, più o meno, lo secondano. Ma questa prospettiva. non fa che render più ~rande, più meritorio il suo volontario olocausto. Perchè il proletariato russo, abbattendo intanto il baluardo della tirannia moscovita, toglie con ciò il maggiore contrafforte a quanto di feudale e di me· dievale rimane nella vecchia Europa, riabilita per la democrazia l'attuale obbrobriosa alleanza tra la Russia e la lì'ranciai e schiude la possibilità di grandi correnti di pensiero e di traffico, non solo da e per l'Europa occidentale, ma verso quell'fmpero mussul– mano e quegli Stati balcanici, la cui arretrata e convulsa civiltà annida un permanente pericolo di guerra europea; prepara infine, a traverso la Siberia immensa, la fusione fra le antiche cristallizzate ci– viltà dell'Asia e le civiltà più recenti delle genti europee. E dunque per la pace e per la grandezza dell'Europa, è per l'unificazione civile del mondo intero che soffrono e muoiono i colpiti dallo knout, i verberati dalle nagaike, le vittime della balistite e dellfl mitraglia degli Czar. 11 manifesto, che pubblichiamo più oltre, del Bureau socialiste international di Brnxelles, riassume con sobria eloquenza le principali fasi della grnnde epopea, al cui svolgersi assistiamo trepidanti e com– mossi. Il proletariato d'Italia, rispondendo all'appello che gli è rivolto, dimostrerà che vibra entro il suo spirito una parte dell'anima universale proletaria, e che esso non è uno straniero nella nuova istoria. LA CRITICA SOCIALE. Inizieremo, in ww dei,prossimi fascicoli) la pubbli– cazione di un vigoroso studio polemicodel llott. CARLO ri-:T1wcr111 sul JJn.topsicologico Ilei so,·inlismo. Ailavoratori di tutto il mondo Jl 22 gennaio prossimo sarà compiuto Panno dacchè Nicola Il e i consiglieri suoi ordinarono il massacro degli operai di Pietroburgo che, supplici ed inermi, si disponevano a chiedere che terminasse finalmente una guerra disastrosa, che si migliorassero le condizioni loro miserabili, e che si concedessero loro i diritti elementari esercitati dai lavoratori di tutti gli altri paesi. JL giorno 22 geunaio segna una data decisiva nella storia della rivoluzione russa. Questa data schiuse gli occhi del popolo, disilluse gli ingenui che speravano nella bene,•olenza dello czar e determinò la lotta suprema fra la classe operaia e gli ultimi sostegni di un regime già condannato dalla CO· scienza universale. È vano che lo czarismo tenti di scongiurare il suo destino perpetrando nuovi crimini. Vanamente fa appello ai suoi cosacchi, organizza le "bande nere n, solleva gli incoscienti contro gli israeliti 1 gli armeni e gli " intellettuali m contro tutti coloro cui le loro opinioni, la loro nazionalità o la loro razza de– signano come nemici della burocrazia e dell'a<Jsolutismo. A codesta politica infame il proletariato rivoluzionario oppone, da un anno, il più mirabile sforzo cbe sia stato tentato mai da un popolo per la sua. redenzione. In tutta la distesa dell'lmpero, la rivoluzione è per– manente. Gli scioperi si fluccedono e pur non pnssa mese senza che nuovi sforni abbiano strappato nuove conces~ioni a Nicola II, preparanrlo la sua fatale caduta. La domano del 22 gennaio la Polonia si illustra di uno sciopero di seicentomila lavoratori, il quale si estende poi a tutta la R11s11iacol grido: "Libertà. o 1Jorte ! n· Ku.lajeff fa giustizia. del granduca Sergio. La classe operaia respinge i tentativi temporeg~iatorì della Commissione Chidlowsky e del ministro delle finanze Kokowszew. Scoppiano le rivolte agrarie e i contadini si imposses– sano delle terre dei signori che si rifugiano in città. I marinai del Potemldn fanno ca.usa comune col popolo ed inalberano, sulla nave dello czar, la bandiera dell'Inter– nazionale. Soldati, di pili in pit1 numerosi 1 si rifiutano a tirare sui loro fratelli. L'amministrazione della guerra abbandona alla più atroce miseria. l'esercito di l\Tanciuria, che non si osa richiamare per paura. Per la prima volta si costitui– scono alla luce del giorno i pa1·titi politici. Si fanno loro promesse, si annunziano concessioni. r,o czar pro– clama la sua 11 volontà incrollabile" di convoca1·e un 1 as• semblea consultiva, eletta dai nobili e dai. ricchi, esclu, dendosi la classe operaia e la " canaglia sapiente n· Egli, lo czar, fa impiccare gli eroi indimenticabili della rivoluzione: Wassiliew, Gerscbkowitch, Ca"lpizak, Krause, Khmeluit~ky, Kilcoforow e i loro compagni. Egli fa foci• lare Petroff, Titoff, .Adamentoko 'tchcruy, Montcheslover e i loro compagni della flotta ammutinata. )la il sangue dei martiri è rugiada feconda. ll movi– mento socialista, allargandosi sempre più, associa nello srorzo comune e trascina al suo seguito il proletariato della città, il popolo <I elle campagne e gli elementi libe· rali della borghesia. In tutte le grandi città è stato proclamato lo sciopero generale. Le comunicazioni sono sospese. La Russia è tagliata fuori dal resto del mondo. Il governo ò colpito nei suoi organi più vitali dallo sciopero ferroviario, e, dopo qualche giorno d'inutile re– sistenza, Nicola Il, col ,\Janifesto rJel HO otlobr<>, pro-

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