Critica Sociale - Anno XVI - n. 1 - 1 gennaio 1906

CRITICA SOCIALE compromettere alcuni Ministri uti singulos, magari i meno responsabili 1 non comprometterebbe mai il .l\linistero uti uni:versitafem i e che, sopratutto, con– veniva !:lalvare " la .Maggioranza"' in quanto tale numericamente, indipendentemente da ogni idea che le sia cemento o bandiera. E l'on. Fortis 1 fedele alla consegna, s'é " rimpa– stA.to ~ come meglio potè, con la pasta Che ebbe sotto mano; distribuì prodigalmente l'incompetenza fra i vari dicasteri; salvò "la. Jfaggioranza ,,, anzi fece sì che il nuovo Gabinetto ne rispecchiasse anche più sinceramente le non venuste fattezze. 'fittoni era u,n prete vestito da uomo, Mah•czzi è prete schietto, e si ~uaclagna nel camhio. Del resto, i preti e i mozzi preti sono fodera.ti dai massoni, e viceversa, come i peggiori codini dai " migliori ra– dicali ,,; ed è un massone dei più grnssi a reggere i culti. Di che cosa dunque temere? Ah! sì; poteva l'on. li'ortis - ma doveva essere altr'uomo ! - interpretare la situazione con mag– giore scioltezza di criterì ermeneutici; disotto al senso letterale del voto, scovare il simbolico, o in– ventarlo, se ern del caso; decidere che l'assurdo del voto esigeva appunto il rimedio di una soluiione logica in sè stessa.; infrangere la rete degli equivoci e fare quel che suol dirsi un "Ministero di colore ni un Ministero di idee, o almeno di uomini, diciamo di uomini interi. '.l'rovarne 22, sè compreso, nella Camera attuale, forse, rovistando bene, non era im– possibile. Fors'anche un tale Ministero si sarebbe tro– vata il giorno appresso la sua brava maggioranza bell'e fatta - oppure, fra regolari cd ascari, se la sarebbe presto rnffazzonata, pur senza ricorrere al riparo estremo, paventato, dicono, in alto, dei ricon– vocati Comizi. Deciso a debellare la paralisi poli– tica, ispirandosi al bene del Paese, !'on. Fortis _po– teva, se non altro, tentare, e o vincere o cadel'c in piedi - mentre ora è rimasto in !$eggio, ma rat– trappito in ogni suo membro. ira era quello un piccolo colpo di Stato ministeriale i e, al postutto, chi meno può lagnarsi che non l'abbia voluto è per l'appunto la Camera, alla quale, e ai cui ordini, preferì di mantenersi fedele. Infatti la Camera non se ne dorrà. L'on. Fortis ritroverà la sua maggioranza, per sè e peL' tutta la banda. La ritroverà. rinforzata, oggi che la seccaggine del modus vivendi, con gli strilli dei vignaioli, è tolta di mezzo. Del nuovo :Ministero ridacchieranno un po' tutti; e primi i ministeriali; ma lo serviranno in laetitia. È debole? Benissimo: è appunto quello che fa comodo a tutti: agli amici per sfruttarlo meglio, ai nemici per meglio combatterlo. Ql!anto ad abbatterlo, non giova precipitare. Le Opposh~ioni già fecero trapelare, pei loro giornali maggiori, che no_n intendono Assalirlo a fondo ..... per ora; il mo– mento della battaglia sapranno sceglierlo esse i non sono ingenue le Opposizioni! Lasciamo che si logori da sè, è molto pili igienico. E, mentre si logora, continuerà a deliziarci. Non farà nulla? tanto meglio. Lascerà a noi, Opposizioni 1 la bella parte del fal'O,quando la pienezza dei tempi sarà venuta; del fare quelle mirabili cose, che in– tanto non diciamo a nessuno, per non ri\•elarc il segreto di fahbrica. Farà male? Meglio che meglio! Toccherà alle Opposizioni il vanto di allestirn i ri– medl. Intanto il paese si dh;gusta e diventa anar– chico della peggiore specie di anarchismo: quella, non già teorica e idealistica, ma istintiYa, scettica e beffarda. .·. ~fa di che cosa, anch'esso, può lagnarsi il paese? Se la Camera è rispecchiata nel nuovo Ministero, se è essa che l'ha generato e quindi non può divo– rarlo, al men•> così presto, non fosso che per decenza; il paese, a sua volta 1 è rispecchiato nella Camera; l'ha espressa, n sua. somiglianza ed imagine, dal profondo delle viscere sue. Ben è vero che esso fu truffato. Quando i demagoghi rossi, speculando su un nobile scatto di indignazione popolare, inscena– rono lo sciopero generale come un principio, appena un tantino anticipato 1 di dittatura proletaria, e spen– sero i fanali e imba.va ~liarono la stampa e sbarra– rono i pubblici esercizi e staccarono i cavalli daJle carroz.zelle e gli spazzini dalle scope; non pan'e vero agli altri demagoghi - quelli dalla coda di rondine e dal solino inverosimile - cli cogliere l'attimo pro– pizio per le loro imprese da Tecoppa 1 e confusero tutte le carte, gridando" dàlli allo sciopero! »i come chi bara al g-iuoco e, se nasce un subbuglio, s'im– possessa del banco. Giolitti, che era stufo dei malfidi amici dell'Estrema, o reputava non averne più di bisogno, offerse la formula alla nuova crociata: " nè reazione 1 uè rivoluzione n; ossia niente partiti e nient-o programmi, e addosso ai socialisti e al pro– letariato organizzato! Le due dema~ogie - la rossa e la gialla, in attesa della nera che le completi - si intesero e coadiuvarono a meraviglia. Questa truffa fu giuocata al paese. }[a il paese, è giusto soggiungere, vi abboccò allegramente, mal– grado le proteste dei socialistj, o pareva che andasse a nozze a venirci addosso coi piedi. La borghesia radicale e democratica, i cui candidati furono invasi dalla tremarella elettorale 1 non capì nulla di nulla, tanto quanto il proletariato, e sì accodò alla schiera degli esercenti 1 irritati daJlo sciopero forzato dei fondaci e diventa.ti Raclotzkiani per l'occasione. Tl droghiere - l'ineffabile épicier del boulerarà este– riore - divenne il demiurgo e il simbolo della si– tuazione. JJC elezioni furono ispirate e dominate dii. lui, furono fatte da lui e per lui, se anche non si mosse dal banco per non perdere l'alea cli qualche avventore di passaggio. Ne uscì - sacrosanta ven· detta - la presente drogheria politica, dei pizzichi, delle dosature e delle puntarelle. Ne uscì la Camera attuale - con la Estrema diminuita e, sopratutto, snervata - una Camera la quale, dacchè lo sciopero generale era sbollito 1 nè accennava, così presto, a ricominciare, non aveva da fare pii'Lnulla. La" rea– zione 11 -- dal vecchio viso di megera arcigna - e la " rivoluzione n····· in parodia, s'erano dimesse, e i loro espugnatori rimane,•ano con le mani in mano. Non ave,,ano altra bandiera, s'erano riuniti per questo; e questo mancava. Di qui la commedia, tralignata in farsa 1 che dura da più di un anno, Una. farsa che ha pure del lu~ gubre, <lacchè molta roba 1 che fu già dell'antico idealismo costituzionale, vi imputridae vi incarognisce; onde è rA.gione se, da dentro le quinte, sbuca, at– tendendo la sua ora, il tricorno del sacerdote. Gli stessi conservatori meno sciapiti ne hanno pi~ne le tasche e invocano l'aiuto dei socialisti a disfare la situazione. Un po' tardi 1 per esempio! Vonebbero, in sostanza, che li aiutassimo ad agguantare il potere e, se non ci rimbocchiamo subito le maniche per servirli, ci gridano - copiando da\l'At·ctnguarclia -– addomesticati e COITQtti. Ora si son dati a far la corte a quelli di noi che vociano più forte, speran– done qualche beneficio immediato. Noi non siamo, a dir vero, come i colleghi seco– lini1 murR,ti e petrificati nella formula, che pure ci servì in un dato momento: " votiamo contro il 1![i– nistero Sonnino n; e al leacler del Centro non Fac– ciamo l'onore eccessivo di ra,,visare in lui la formida– bileBefana, il te1Tore ciella quale debba immobilizzare la storia e creare una specie di alibi ad ogni più turpe connivenza . .Ma neppure la funzione, a cui ci convitano i "conseryatori illuminati n, saprebbe riem– pirci di giòlito. Preferiremmo, frnncamente 1 lavorarn alla buona per noi e per i nostri ideali.

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