Critica Sociale - Anno XVI - n. 1 - 1 gennaio 1906

CRITICA SOCIALE 15 i popoli che si sono disputati il dominio del lCedi– terraneo vi si fermarono in ogni tempo. ~ra il fondo primitivo della gente italica vi rimuse prevalente con la sua lingua e il suo genio. Lascifmdo di parlare dei favolosi Ciclopi e Pelasgi, i pili antichi nhitatori di Sicilia, dei quali si abbia certezza storica, sono i Sicani. JDssi in principio vi– vevano a borgate, e si erano fabbricate sui colli piccole città per salvarsi dallo incursioni dei ladroni. Da prima tenevano tutta l'fsola, o si procacciavano il vivere lavorando la terra (/Jiodoro, lib. 5 1 cap. 4). li culto di Cerere. la dea della granicoltura. e della legislazione, e quello di Yenere, la dea dell'&more e della bellezza, mostrano uno stadio avanzato d'inci– vilimento fin dagli albori della storia cli Sicilia. La leggenda di J)afni mostra in quale onore fosso in 8icilia 1 fin dai remotissimi tempi, tenuta la pasto– rizia, alla quale si associavano hl musica e il poe– tare (Diodoro, lib. 4, cap. 42). Corerc e Dafni, la gra– nicolturn. e la pastorizia, esprimono che le origini del latifondo iu Sicilia sono coeve con i miti re– ligiosi. 1 Siculi vennero in gran numero con lo famiglie in Sicilia dal Lazio, dopo avere occupato la Puglia o la Calabria, ed innalzarono città sul mare: ciò che prova avere essi raggiunto un progresso commerciale ed artistico. 11 loro nome pare che sia originaria– mente derivato dalla sira o sirnla, che sarebbe stata la falcettn dentata dei mietitori: da cui poi derivò presso i Homuni il coltello ricurvo dei sicari. Essi, adunquc, si ~arehbero propagati por In loro arte di segatori cli biade in un paese di latifondi seminativi. J Siculi, internatisi nei monti del lato settentrionale di Sicilia, vi si mantennero pili liberi dul dominio di altri popoli so1>raggiunti. J Sicani e i Siculi 1 certo originariamente affini fra loro anche 1>cr il nome, costituirono il fondo della popolazione indigena di Sicilia, e dalla quale princi– palmente discendono i Siciliani di oggi. T Saraceni vennero pure in gran numero, ma quasi tutti scom– parvero o per eccidi o per emigrazione. Gli altri dominatori - Fonici, Greci, Cnrtag'inesi - furono invece avventurieri che portavano una ma~giore atti– vità stol'ica costruendo o rifacendo le città sul mare, dove la massa della popolazione era d'indigeni as– serviti. [ Greci coloni furono una classe oligarchica, i geomori, ossia i possessori della terra, e i servi fu rono gli indigeni, detti cilliri o callicirl, che si ribel– lavano contro i dominatori. Nell'interno dell'Isola i Siculi si tro\'ano sempre in contrnpposto dei Greci. ]'rima dei Greci le spiaggie della Sicilia furono oc– cupate <loi F'enici 1 dai quali sorsero poi i Cartagi– nesi. Ma lo colonie fenicie furono propriamente sta– zioni commerciali j quelle dei successori Cartaginesi furono piuttosto militari, ristretto alla sola parte oc– cidentale cli Sicilia; invece le greche furono agricole. l Greci furono i primi che vennero ad usurpare agli indigeni di Sicilia le terre. J)lrnnnero perciò geomori. Ma in compenso sparlarono, come si è poi ripetuto da altri fin oggi, del paese dove erano ve– nuti a sfaman;i. Avevano descritta la Sicilia come il pnesc dell'Orco e degli antropofagi, non ricono• s~E:ndo nei Siculi le fattezze di un popolo già. inci– v1hto. Perchè essi venissero a 1rovar asilo in Sicilia lasciando un paese già progredito nel cammino cieli~ civiltà. cornechè povero, doveano trovi\re non il de– serto e l'assoluta barbarie, ma condizioni favorevoli cli vita e ricchezza: trovarono le città sulla marina già innalzate dai Siculi. Costoro aveano posseduto il Lazio lasciando ammirati monumenti d'arte ,...ià pro· gredita prima della espansione ellenica. 0 [ Greci si ~tanziarono nei luoghi sul mare, do\'O la terra~ frazionata attorno ai grossi centri j e quindi allora l'mtorno dell'Isola dovette essere a un di· presso nello stesso stitto presente. L'esportazione dei grnni della Sicilia inromin<'ia fin dall'epoca greca. Lo splenrlore delle città greche era a danno della popolnzione dello interno rurale. La civiltà conser– vava la harharie. Siracusa'sfruttA.Vf\. il lavoro agricolo dei contarlini del latifondo di nllora, come poi Pa– lermo col latifondo feudale e hor,i:d1cso. La decima sul grano, usata. nello Stato cli Siracusa per unica impostn, prova la base latifondista di quel Governo. TI territorio cli Agrigento comprendeva tutta la pro– vincia attuale di Oirgenti e buona parte di quella di Palermo, ed era pressochè nello tristi condizioni prcs('nti. r vasti "igneti ed oliveti e la esportazione dell'olio per l'...\.frica 1 di cui parla Diodoro 1 non po– teano che costituire minoranze di superficie agraria, proprio come ora, in confronto del!r terre da semina 1 eia pascolo e da boscaglia, perchè altrimenti si do– nehhe inverosimilmente supporre che quei vigneti ed oliveti fossero maggiori di quelli dcll'cJ)oca moderna. Difatti dopo In battaglia d'lmem nel 480 a. C. gli Agri~ontini, coll'immenso numero di prigionieri fatti, poterono costruire molti pubblici edifizi, come templi, chiaviche, piscine. Nello st('SSOtempo, nelle uhertose carnpa,:ne di Agrigento furono fotti superhi pianta– menti di viti e di alberi di o:,rni specie, che poi die– dero grossissima rendita. (Oiocloro, lih. 11, cap. l3). Tutte l(' condizioni sfavorevoli allo sviluppo della vita economica e sociale in Ricilia hanno avuto per principale effetto di rendere deserto l'interno e di concentrnrc l'ag-ricoltnra iutensiva e i commerci nello grosso citt~ rlella zona rnarittinrn. lja gente del paese intorno ora emigra all'estero perchè non può piì.1 venire a cercare lavoro o a. limosinare nelle cittit marittimo. ( Conti,wa). s. CAM:\IARf:Ri-SCL"RTI. Al J)rossimo numero: lei Cronaca Sodalo del pro– fessor FAUSTO PAOLIARI. BIBLIOTECADI PROP .A.GANDA della Critica Sociale OPUSCOLI A CENT. ts. • C,111 prof A.: l,a ltgislaiione contro la mal aria. • Grwppo •ocfoll•ta p11r/tJmtHlar1: Sai Ja,oro delle donne e dtl n1i•O· runl; Dl■e11:1111 di legge e Relnloae; ag-giunto•I Il Diugno di Jtgge mlnllteriale (Carcano). • Xorlt1tplil A.: Comfl 11 fa a gaad1u1are di pii (Pfloalul di la1'oratorlJ. • Plulla"o"' O : La tattica rhohuilonarla: ton■ fl 1'10lt■7.a • • Tol,tol L.: I do,erl del IOM■to. - I frlltll del de■aro. OPUSCOLI A CENT. 10. • ,4,-ccu,ptli <100. F.: l,e erolar.ionl d.-111 1,roprletà. t: HadaloHi e Bn·'"l"I: La lotta di rla,~e e 111 leirite del domicilio coatto, • Boll(1ml l~oHot: l,a nisi del mo1'1111e11to 11oet11lillta. :,.,flhfoll doti. All/Uo: 1,e baal l.l'OrlrbP. cltll'onran17.i111.lone opirala. • C:olrt// prof. f,',. I,• bue eeonomh:o-aorlnle del p11rtl10 radicale. ·.1< l,,u(( p,·r>f. A.: Org1rnh.1.1u:ioofl del eOnlldl11I e retl8te01.a del pro- prietari. • Htcl .., J,,.',, I prodotU della terra. _. R1N1I G.: 1,e ba11Ieconomiche dell'an1ore. • 'l'Nratl J.'illppo: 1,e otto ore di la,oro H.• edl1.), • l,o 11t,uo: I.a moduna lot ta di dau e ft.• edl1.), • 1,o /IUHO: Il ilo,ere della reiil11te.ia (<I"' edli.) • I.o ,11110: l,a fine delle « tendeaH •· OPUSCOLI A CENT. 115. • C11r1<nu1rtri-Sn1,·tt S.: I.a lotta di ,.,a~H la Slcllla. • Jt .. 1•{a/di G. e ,Vauara C.: Il rlordlnamulo della muhlaltU. e delle 110,lonl per lnulldltà e Vkthlala 111S11mplerdarna. • Partito (Il) del IHontorl 11.altanl; llappor10 al Congreuo lntern11:lo– nale di Zurl1to (189S). • l'ro1rramma (Il) 11p:rlcolo del partito operalo frantHe. 1 /11rMm 1cr;p1or: 1,a questione di N'1111oll(Come ,1 ,gomlnerebbero le camorre), • Sa/i,lminl prof, a.: Il CongrM110 di ~'lren,.o e gli amici dellt\ scuola. (Per l'organlu.azione dtgli lnl!goanlll, • 1'urc,ti I-',: 11 pnrtlto 11oclallda e le 11ue pretese • teadenu ,. • Turali 1''. , Claudio T,·,vo: Sodall11mo e r111llull~mo, • Yii,aHII p,·of. C.: l?lnfh1enia del 1odall1mo 1ul diritto 11rinto OPUSCOLI A CENT. 20. 1 Cc,m,ooi,rtri Sc,wti S: Il problema 1kllla10 e merldlon1lt1al Congru~o dei tonhdlnl di Corleone • C1JS<1l1Ni d,.,u. G.: l,eggl 1ocl1\I In guln.lone: I.a leg5e sul llnoro rl,leolo. • Lo I/tuo: LI c:, ... se di ftlllflrntt•.

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