Critica Sociale - Anno XV - n. 21 - 1 novembre 1905

322 CRITICA SOCIALE mineamonto il potere millcnnal'io degli Czar sarebbe costretto n. vari Ilare e piegarsi: ciò dimostra che non è una semplice frase il movimento progrns1:1iva– mcntc accolorato della civiltà 1 e che veramente !(' nuove fasi del processo storico anche nei popoli fino a ieri i piì1 arretrati - ricapitolano le fasi 1>re– cedC'nti degli altri popoli con celerità sempre ere scente e sempre più formidRhile. Chi poi guRrdi alla cronaca dcg-li avvenimenti e l'ioordi i nomi delle cittìt che partocipfu·ono al movimento e il cui mori,uenlo da solo (11 dt>cisil 1 0 - Pictrohurgo, 8arntow 1 Karkow, Odessa, J{i(rn, Ya,·savia, Lodz, eco., ccc. - dcc rico– noscere che il proletf1riitto industriale ne è il vero attore, che esso rimorchiò le altre classi, compreso le classi intellettunli della H.u1,sin e che in nes– suna ri,·oluzione, quanto in questn, fu netto.mente visibile l'impero di quel materialismo economico, il tl'io11fo di quel concetto marxista dcll'o,•oluzionP, che il fucile neoidealismo borgh0sc protendo supe– rato o dohcllato nelle dottrine e nei fatti. .\ nelle> si d<'ve alla µrcntlcnza di questo elemento rivoluzional'io 1 raccolto nelle grandi officine, se una riscos1:,a C01'iÌ immane potè compiersi in modo qurisi incruento. La ri,·oluzione russa ha consacrato il fa). limcnto definitivo della liric,l .. barricadi<•ra ,.., cara alla fantasia archeologica c!C'i nostri apologisti dilet- I tanti di SA,nte carabine. (~uollo sciopero generalo I che, adoperato artifìcialmcntc e a sproposito, a sod– disfacimento di meschine vanità erostratiche, come argomento di ginnastica rivoluzionaria. e sperimento di ditta.tura. proletaria, ci dìt. i grotteschi risultati politici dello prove di settembre in Italia; eccolo I comproYare coi fatti Ja propria invincibile potenza - ben piì1 eloquentemente che nelle dissertazioni teorirhc - quando è adottato a compimento di una rivoluzione ,•era e propria - in un momento l'ivo– luzionario a scuotere le fondamenta di una tiran– nide tarlata cd i1n·isa. E noi, che, negli anni acerbi, rosi come da un'occulta invidia pc1· quelle immoh1zio1li, lanciavamo incontro ad esso Fanlma 11ostn1 constntinmo dunque alla fino, mentre l'autunno della vitn incalza, che non vani furono e gli olocausti e i presagi. F,ra ben lugubre il cespo di quei "' fiori d'aprile 111 che amnrnzzolavnrno, è ormai trascorso un quarto di secolo, nella pinzza. di Pietroburgo, quando Sofilt Perowskaja e i suoi prodi compagni davano i rantoli estremi alla libertà ed alla. patl'ia: ma verdoggfava nel mazzo il tC'nuo filo d'erba. della speranza. 'l'J"iMifiori d'aprii ch'o[Jgi 1•i rt>ro, o fwu·iulle a 1 Italia l Olt ! ma s'affretti 110, s'a/Ji·ett11w1 s'atfrettiuo, n fmtelli 1 i giorni santi, i !tio1·11i santi della nu•:,xel .lllont, wi frawhi solrhi l1bt•ra Nwllamlo la fl'ioufal canzon de' falciatori, a le placate omfn-r dare,n frm1•i rolivi j al plettro sr·io1-re1110 il brwu., j i11/1·erreremdi rosp gl'11mi. O fouriulle, allor saranno 'i rrmti clol<-i e gli amori! { 1 01,!gi le roso e i la.uri auspicati cominchrno 11 i,hoc– ciare, e quelle ossa, for~e, a trasalire di l,!iuhilo, a.ttcstando lu fecondità perouno del dolore umano. LA CRITICA SOCJ,\ 1,1,;. 1') na un'o,I<' "Crltln ncll"nprlle·111b1 per l'lm1lic.-c11gtone> di Hu~111koff', Scl1e!Jabow. \llchallolf, Kiballcl1\('h (' Sotltt PerowSk)". L'OPIIOrlUultR del 1iteto~o ricordo raccla tnl111ll(..r1te 11 lettore all'ln11110<1,,,11a clel– l'autoctrn1.lo11('. Dunque, anche una \'Olta discutiamo. Cioè ripren– diamo il nostro dialogo con tutti gli uomini cli buona volontà, che 1:1i sono appassionati a questo argomento e vi hanno scritto attorno pregevoli cose. Quanto ai f~ lo i;perimento di Russia è gravido cli ammoni– menti per i Gommi e le borghesie di tutti i paesi. Esso ei dice come - quando i fati siano maturi e la coscienza delle plebi aia veramente assurta alla comprensione precisa del dovere storico che loro incombe o sia per sventare una guerra iniqua, o sia per nffrettare una tl'Rsformazione politica o sociale l'incrociarsi dolio hrnccia proletarie celi in sè una virH1 inespugnahile di trionfo della giu– stizia e di rinnovamento delle sorti del mondo. . partiti, chi mai in Italia si ò accorto che essi si siano fatti vivi al rumorC' drllc nostre discussioni e delle nostrr polemiche? .·. Oggi è dolce ai nostri cuori ripensare con tenerezza fii meno a.maro rimpianto 1 con effusione di gratitudine quasi religiosa, alle oscure 1 alle modeste, aJ-lcoperoso e coraggiose radici, da cui mano mano è cresciuto e si è slanciato alla luce del sole questo poderoso al– bero della rivoluzione slava, alle cui ospiti ombre le generazioni a venire tutto un popolo, tutta una razza, sacra per potenze midtOriose e per fascini im– mensi hcveranno le aure dellR. ci\•iltà e della JHtce, fino a ieri loro contese, od oggiungeranno ftlla vec chia l~uropa una nuova e pi1'1grande e giovino Ji;u ropa civile: ripensare alle innumeri schiere di eroine e cli martiri, sepolti ne1lc casPmatte scellerate, 1>ro– cessionanti nlla Siberia omicida, penzolanti dalle forche turpi (' gloriose, delle quali il trono degli Czar fece 1t sè, per così lunga stagione, obbrobriosi puntelli. 'l'utti quei cuori schiirntati> quelle stroncate ~iovinczz c, que llo vituperato (·anizie, ohe 1111 mirnhilo libro <li I.po Dcutsch, testò reso nella 11osLrn lin– gua, (1) O\'Ol'A.Va anCOl'cl UIHl volta davanti il llOi i tutto qu<'I sangue e quC'lle lo.grimo e quelle generose follie, furono - or sì vedo la preparnzionc ine• vita.bile. I partiti oggi hanno ben altro da fare. Hanno il non lieve còmpito di n,bbattere un Ministero che dorme eia molti mesi, e pare abbia per suo pro– gramma di sfuggire tutte lo questioni g-rossc e quelle che possono clarc qualche fastidio (l'on. Mu_jontna, se la. solidarietà ministeriale non glielo vietasse, po– trehbe farci buona te.stimo11iunza). E 1 siccome, per roYesciiuc un Gabinetto che vive della propritt inerzh\, bisogna garegg'i:tre con lui in nichilismo 1 così lo sforzo delle Opposizioni consiste nel criticare senza promettere, nel disfare senza fa.re. " )fuoviamo in punta di piedi e senza la suola dura dei programmi ,,, pare si,~ la divisa dei prtl'titi che sperano nel silenzio del po<'i-C JJCr affernu·c 1 con sapienti combinazioni di corridoio, l'agognato timone dello Stato. Così il partito socialista che ha, tutto solo, rimessa. di moda questa ,·ecchia questione tributaria, che si trascina dn nnni in tutti i programmi fa1-rnginosi dPi nostri uomini politici i quali si costituiscono appunto, nrlhi vastità delle loro prome:ssP, 1111 i11gc– g·noso ali/Ji f\l!a loro inerzia f'11turn •- il partito so– cialistn finisce per far ht figunt cli quc' rn:.ra;,,zi im pert.inl'nti che dicono le cose piì.1 sco11veniC'11ti qu11ndo proprio i ).!enitori hanno hiisog-no di forli stor ;,;itti. Nè lii dolga il Corriere clella Sera ~e, dicendo queste cose, sembriamo disconoscere le buone e oneste intenzioni di molti conservatori itnli1ini e Po. pera riformatrice dei partiti consenatori fi'oltr'alpc.

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