Critica Sociale - Anno XV - n. 13 - 1 luglio 1905

208 CRITICA SOCIALE FRA LIBH.I E RIVISTE Rassegna, filosofica, (GROPPALI, MARC!l"S1.:-1, HANZOLI). Che nobile e ferace scuola quella dell'Ardigò! Ecco tre libri recentissimi di l'tlosofln, che mi trovo qui sul tavolo, e tutti e tre di allievi dcll'.A.rdigò, e tutti e tre recanti, puro nella loro originalità, il suggello dell'inse– gnamento e del pensiero di lui! Alessandro OropJH1.li 1 nel quale roperosità instancata. e la copia della produzione associausi sempre alla piì, diligente preparazione e alla trattazione pitt concettosa e perspicua, affronta ora una questione delle più ardue e complesse: quella del fondame11to intrinseco del cliruto nel positit:ismo moderno; e pubblica la prima parte del suo studio, dedicata all'analisi storico-critica del 1Jro– blema. La seconda parte sarù, invece, ricostruttiva. Addita.ti limpidamento e sicuramente i termini della questione, che, fra le questioni di fllosofla del diritto, è la essenziale e fondamentale, quella cioò che tutte le altre investe e comprende, il Groppa.li passa in rassegna, con ordine opportuno, le teorie pertinenti al fondamento intrinseco del diritto ed alla derivazione e .specificazione dei diritti, da quelle dell'antica fllosofla etico-giuridica. (teologica, politica, intuizionistica, del diritto naturale) 1-i quelle della fl!osofia etico-giuridica positiva (socio– biologica, socio-psicologica, sociologica, utilitaristico– empirica, storica, storica-comparath 1 a, economica, etno– logica e realistica); e disposa - al solito - nella sua rassegna vastissima l'erudizione più ampia e precisa alla sagacia critica più dritta e sottile. Delle concezioni etico– giuridiche antiche, uessuna, dato il processo 1 ' affatto arbitrario e metafisico ,n con che ciascuna di esso ha cercato di dedurre le sue conseguenze da " un presup– posto non dimostrato, nè dimostrabile ,,, è scientifica– mente accettabile. Quelle piì1 recenti e che, proce– dendo con metodo indutth·o-,Iectuttivo, derivano " dai rapporti della causalità naturale, variamente conside– rata, il fondamento intrinseco del diritto :i· hanno tutte, naturalmente - e le positivo o lo negative - un fon– damento razionale e oggettivo ben pii'1 solido e valido delle precedenti o contengono, quale più quale meno, degli elementi - come il Groppa.li dice - sicuri e vi– tali ,,. Nessuna <lì esse però ha risolto definitivamente ed esaurientemente il problema. E il tentati\•o di qut!sta soluzione sintetica e coordinatrice sarà appunto la ma– teria e lo scopo della seconda parte di questo libro; della quale il Oroppali offre fin d'ora il sommario. La Cl)nclusione, a cui egli ivi perverdt, 8i ò che " il fonda– mento intrinseco del diritto è dato oggettivamente dalle condizioni generali ecl immanenti della vita sociale e !!Oggettivamente da un complesso di idealità che servono come norma di condotta e come criterio Yalutativo delle istituzioni giuridiche ,,. . .. Un arduo tema - benchè molto più circoscritto e d'in– dole affatto diversa - è pur quello affrontato nel suo volume su L'imagi,wzione creatrice 1iella filosofia (') da Antonio :Marchesini, discepolo giovanissimo dell'Ardigò o degno fratello di Giovanni, il chiaro filosofo dell'A· teneo padovano. Egli si è proposto di dimostrare che " il valore obiettivo delle dottrine fllosoflche è in ragione <liretta del dominio della percezione e in ragiono in– versa del dominio della imaginazione ,, e ha proceduto nella sua dimostrazione psicologicamente e storicamente, determinando prima il processo fondamentale rtell'ima– ginazil)ne, i suoi caratteri precipui e i suoi tipi; descri– vendone quindi l'evoluzione nel mito, nella relighme, nella filosofia e nell'arte; esaminandola finalmente per rispetto alla soluzione dei pili importanti problemi fllo– soflci: il cosmologico, l'ontologiM, l'etico e il pedagogico. Da questo esame, dal Marchesini fatto con lucida per– spicuità, con acutezza sagace e con sicura dottrina, risulta che l'ufficio dell'imaginazione, specie per ciò che con– cerno la fìlosofia 1 si va, salvo le eccezioni e i ricorsi, restringendo a mano a mano che ci a\•viciniamo ai tempi nostri, e che, per c<Jllverso, va acquistando sempl'e più di predominio la ral',ionalità, }>l'imaaprioristica e astratta, {1) A. OROPPAl,I: J/. v1·oblenw <let fondamento l11b·Lnseco del di,·ttto nel posiUvlimio moden10. Parte prima, Torino, nocca, 190:>, 1 voi. di 1Jng. 209, llre qunttro. e) A. llARClllòSIN!: l,'i11wgt11azlo11e c1·tafl•lce lltlla /IIOS0/1(1, Annllsl storico-critica, oon J)roraz!ouc di n. A1'd1gò. Ditta O. B. Pm·iu·ln e c., ro,1110, 1 \"Ol. di JIRQ'- 1:i11 lire tre, po.scia integrata dall'ossernzione sperimentale e positiva; e risulta poi che " rimangono .... con la perennità del bronzo quelle dottrine che sul fatto si fondano, si esau• riscouo presto nell'urto polemico e svaniscono quelle che clall'apriorismo dell'imaginazione pretendono solidità. e valore obbiettivo, ,, ,;,*• Cesare Ranzoli, infine, ci dà un libro, del quale era vivamente sentito il bisogno in Italia; un bello e ma– neggevole Dizionario di scienze filosofiche, edito, in veste elegante e decorosa, nella. biblioteca dei manuali Hoepli ('). Lo difficoltà dell'impresa - nuova affatto nel nostro paese - ernno tutt'altro che poche e lie\'i. Libri siffatti esigono non pure sodezza di dottrina e chiarezza e pre– cisione scientifica di esposizione, ma altresì - il che è difficilissimo a ottenersi nel campo tutt'altro che pacifico della filosofia - una grande serenità e imparzialità di spirito e di giudizio e un finissimo sona:o del!:~ misura. Chè trattasi, iu sostanza, di dichiarare oggettivamente - e non mai polemicamente - tutte le dottrine fllosoficbe 1 e di serbarsi nella scelta dei vocaboli entro i giusti li– miti delle discipline che \'anno sotto il nome elastico e fortunoso cli filosofia, senza, d 1 altra parte, chiudere troppo rigorosamente e intrnnRigentemento la porta. in faccia alle discipline affini e sussidiarie. Ora il Ranzoli ha su– perato bravamente e lodevolmente tutte queste difficoltà e ha allestito, con lunga pazienza e con diligenza minu– ziosa, un dizionario che ò una vera e propria enciclo– pedia filosofica: una enciclopedia - s'intende - som– maria e succinta, quanto la mole del volume e l'indole e lo scopo rlella pubblicazione gli han consentito, ma densa, concettosa, saviamente e convenientemente pro– porzionata. Io credo che questo libro avrà la fortuna di molte edizioni, perchò serve insieme agli studiosi di fllosofla. e a.Ile persone colte. E il Ranzoli potrà spenderci in– torno ancora le sue cure. Ora non g-li parrebbe oppor– tuno di aggiungere, in ftne, uo'appeudico dei nomi dei pill cospicui filosofi? La completezza del volume, e la sua pratica utilità, ne guadagnerebbero - pare a mc - assai. xy. (1) Pror. Ct:S,\Rt: RANZOLI: Dizio11arlo 1U sc•e11zef1IO"-of1che (Manua\1 Hoepll). M!lu110, 190~, 1 voi. di pag. 683, L. 6 1!:>0. Abbiamo stralciato in 01mscolo: FERRUCCIONICCOLINI e PIETROLANINI PerlaRappresentanza proporzional Centesimi 25 (Presso la Critica Sociale). Dello studio del Lanini scrive la parigina Vie So– cialiste, diretta dal De Pressensé, nel numero ciel– l'aprile 1905: li nostro compagno fa un lungo esame <leimotivi che consigliano, a suo avviso, l'introduzione di questo si– stema elettorale in Italia. Da notare che i deputati SO· cialisti, che attualmente sono 26, sarebbero, col sistema propo1•zionalo, pil, di ~O. Il compagno nostro, tuttavia, trascura molti argomenti, propri a diminuire il nostro entusiasmo. ~"fon vede 1 per esempio, che, se è vero che il numero dei nostri eletti aumenterebbe bruscamente di molto, non è men vero che, pili tardi, pel numero enorme di voti cbc bisogne– rebbe spostare per conquistare un nuovo mandato, il progresso dei socialisti diverrebbe assai lento (? ?). Anche s'illude un po' sull'influenza moralizzatrice del nuovo modo di elezione; perchè 1 pur citando l'esempio del Belgio, sembra ignorare che gli intrighi, cbe vi si manipolano in seno ai Comitati per la designazione dei candidati, rassomigliano assai a quelli che si deplorano in ltalia. · Ma queste ed altre osservazioni che J)otrcmmo fare non ci impediscono di asserire che lo studio rlel Lanini, colla sua documentazione scrupolosa e abbondante, ap– porta un contributo realmente notO\'ole allo studio della questione. GIUSEPPE RIOA.MON'l'I, gerente 1·esponsabile. M1lnno, G/'I 190!1• T!pogra.flR Opora1 (Soc. coop.), c. \'IU. Em.1'M6.

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