Critica Sociale - Anno XV - n. 12 - 16 giugno 1905

CRITICA SOCIALE asserzione del relatore, loro còmpito doHcbbc essere solo qul'II0 crnugelico della 11er1;w1,'{io11e 1wrale, non mai 1kll.l p1·('t1sio11c e dell'azione politiea; anzi 1 se " in lhtlia il rno,·imcnto professionistico è partico• larmentc vi\•a('O e tende aù assumere aspetto poli– tico ,,, ciò si dove " alla mancanza di una lrgge 1 tante volte chiesta dagli interessati, sul loro stato giuridico ,,. Parrchhc, a dir vero, che hl vivacità e la politiciti'1 dcll'nzionc, si dovessero appunto all'esi– stenza di codesta legg-e protettrice j in ogni modo 1 male - a detta del relatore - nnchbero pro,·ve– duto quelle org-anizz,1zioni professionistiche, che un·a zione politica hanno esercitato, aderendo a c1uel\1a– strazione che è l'Estrema SiniRtra... Oh se avessero invece aderito nl solo partito rndicale ! A vrcbbero trovato che quello " è il voslo re,·o cli tanti celi profesxioni.11firi, fra cui quello deg-l'insegnanti ,, 1 ecc. Come si vede dalle citazioni che precedono, giacchò por la contraddizion che noi consonto non si può nl tempo stesso compiere opera in certo modo censurabile, atteggiandosi politica.mente 1 e al tempo ste~so opera locleYole nell'eseguire codesta identica opNazione in forma ancor più (eomc dire~) settaria, lodevole - dico - solo perchè in tal caso es1m torna ad esclusivo vantagg-io del partito, che sta legittimamente a. cuore di chi scrive e... censura, gli è chiaro che il pensiero dei radicali o del loro relatore non può assolutamente essere quello che dalle su cennato premesse è lecito indurre. Queste presuppongono 1 o almeno lo debbono, uu'arrih·e vensée - molto comune e diffusa. del resto - che qui non hn s11puto ritro,·arc la sua congrua espres– sione. Lasciamo dunque la relazione o il Congresso, che, fm 11altro, ne modificò notevolmente il signifi cato, e veniamo ai facili presupposti della critica in parola. Essi si concretano nell'affermazione seguente: se è bene che i singoli cittadini si occupino, come tali, cli problemi politici, questo non può convenire al• trettanto fille organizzazioni profeS!)iOnali.Ogni qual– volta info,tti esse vi si accingono, non ò possibile che guardino codesti problemi da 1111 punto di vista imparziale ed oggettivo. Salendo invece l'erto colle del proprio partito politico, con lo slargarsi del pa– norama, lo spirito di ciascuno cli noi assume un'as• saluta o quasi olimpica serenità ... Se non che, dato che l'esame dei vari problemi nazionali debba farsi nella qualità d'isolati, e non cli cittadini professionalmente organizzati, resterebbe au– rora. a dimostrare che le associazioni di classe, per as~olverc i loro còm1>iti specifici, possono fare a meno di un'azione politica. Occorrerebbe dimostrare - hic Rhoclu.s, hic saltai - che l'esercizio del* l'azione politica sia qualcosa cli estraneo ai loro in– teressi o alla loro vita. e non piuttosto l'arte di va– riamente distribuire e provocare le entrate dello Stato e gli utili della società, occorrerebbe dimostrare che tutti i partiti attribuiscano a. tutti i servizi, specie se pubblioi 1 un uguale valore, e tutti favoriscano o neghino ugualmente l'esistenza stessa delle organiz– zazioni e il loro diritto a cooperare alla vita legi– slativa. Ma è proprio vero che l'azione politica si svolga e si eserciti meglio nella qualità cli sin_goli e sparsi individui, piuttosto che di addotti a determinati uf– fici e professioni? Anzi che si JJossa svolgere nella prima formn, piuttosto che nella. seconda? La cate– goria dell'uomo-cittadino, sereno osservatore del Yario ,:ompoterc cli opposte teoriche di Ooverno, è, pur troppo, un'nstrazione letteraria. Quando ciascun com– ponente un'unità sociale affronta i vari problemi, che In tran1gtiirno, esso non può farlo se non con– siderandoli -dalle basse radure della sua esistenza reale, come uomo che vive in una certa e determi- nata maniera, di un certo e <let<'rminato ufficio, sog– getto o sonn~tante a determinate Ctlt<'goric di per– sone e di istituti, in conflitto o in areordo con altri ordini di 1wrHone o cli interessi. Questo è tutto il contenu!o della personalità <lei cittadino, che molti s'illudono <li potC'r trovare in una superiore e per sò sttwtc sfora giuridica, al cli là del bene e del male, ma cho non po_gght, nè può poggiare fuori del terreno delle varie condizioni di fatto. E poiehè le nostre opinioni viaggiano sulle rotaie delle nostre po,·cre condizioni reali, e queste non <lirnrsifìcano scnsihilmente <la in1Hvi1luo a individuo, ma sono fra loro omogenee entro riascuna categoria, e, poil'hè, per le medesime ragioni, piì1 eatc~ori(~ simili s'affratellano mtturalmente in pili vasti aggregati sociali, che hanno converg-f'nti hisoA"ni politici, eco– nomici o socinli fino a che non muta il principio informntoro della loro esistemm, ne seguo che la politirn sia praticata da individui sparsi o da collcttivith, professionali - (•, in og-ni raso, una po– litica orientata a seconda delle eategoric e 1lclle cla1:1si di larnro o di attività, cui si appartiC'nc. Come fuori del professionista o del h~,·ur.1tor(' non c•ò più il eittadino, nrn, il nulla, così fuori della politica di cla~sc c'è solo la politica dei tllr!as:~/.~ o dei disoc– C'upati, <' qu<'l tal soggetti,·ismo, con cui, secondo taluni, le organizzazioni di clas~e I\HChbcro il torto di affrontare i problemi generali, è, pur troppo, l'unico criterio oggettico, che ag-li umani ò concesso per i:dfrnntarli. Anzi v'è qualcosa di più: imponendo alle orga– nizznzioni professionali di non guardare fuori del loro guscio corporativo, si impone implicitamente, e certo senza saperlo, il più egoistico sog-gctth'ismo; lanciandole invece a cimentarsi nell'ugouc dei pro– blemi :,rcncrali, costringendole a jt'uardnrc alla le– gittimiti,, sia pure penosa, di esigt•nzC', ili bisogni e di cli'lssi ayvcrsi, le si costringe n transigere con se stesse e a sostituire al brutale egoismo dei propri desiderati ln risultante di vedute opposte, consape– volmente rile,·ate e discusse. Nè ba:sta. Noi sappiamo a che cosa ci abbia por– tato In politica pura dei puri e sereni politici. Koi sappiamo che cosa siano e quanto valgano le gene* ralità vuote ccl astratte e rotoriche, onde essa si è pasciuta e si pasce. Gli uomini politici debbono di– stinguersi secondo la particolare viaionc tecnica, che essi hanno del loro paese in un av,·cnire prossimo, "isionc tecnica che diventa problema politico, in quanto implica esigenze dei cittadini verso lo Stato, e perciò funzioni essenziali o caratteristiche dello Stato. E ciò non può essere dato da per sè stanti partiti politici, ma deve esserlo da organizzazioni professionali, che esercitino una quotidiana aziono, una quotidiana discussione politica. 'l'utto questo potrebbe riusciro amaro per degli onniscienti candidati a qualsiasi d<'putaziono di que– sto mondo, non mai per un partito intelligente, cor– retto ccl onesto come vuol essere, cd è nei suoi mi– gliori, il pnrtito radicale .. \d ogni modo è 1>roprio così: i partiti politici o non sou nulla o sono la teorica ideale cli gruppi convergenti di caregorie, orglrnizzate o meno, di addetti a senizi privati o pubblici. Vapparenza può dare delle diverse illu• sioni, ma chi medita, ossena ed indaga 11011 si sof– ferma ai rifle~si esteriori dei ratti soeiali. CoR1uno BAHB.\0ALL0. r,a Uritiea Sociale e 1l 'l 1 empo 1 per l'Italia: amw J,. 1q, seme.~fre li. 10 - ver l'Estero: am,o L. 38, sem,stn J,. H). lA f'ritit"n Sociale e l 1 Avanti! eo,~lmwper l'rtalia: wmo L. 22, nmestre Ti. 11 - ver l'Estero : mino 1,. 4-1, semestre L. 20,50.

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