Critica Sociale - Anno XV - n. 12 - 16 giugno 1905

188 CRITICA SOCIALE SOCIALit:IUO B 0RIMINOLOGIA TI prof. Josò lugcgnieros, valoroso giovane profc~sore all'Università di Buenos Ayres e che partecipò nl re• conto Congresso di p<:icoloicia in Roma, ci manda eia PariJ{i il sPguonto scritto, che ci semi.Ira dornroso di pulil>I i care: Con senso rritico men che giusto, e parten<lo da una assurda interpretazione di quanto dis:-.i nel re– eente Congresso di psicologia nelPcsporre una nuo,·a classificazione dei delinquenti, l'nvv. A. 011n.r11('J'i \'entìmiglia volle affibhilmni, nclht Critica ,"i'ot'Ìllle del 1° giugno ( 1 ), idee chC' non ho mai sognato di concliYidero e che mi pn.'mc di rettificare. }fon 1>er semplice amore della veritiL, poichò, purtroppo, suol essere fraintcgo chi parla o discute in qualsiasi Con– grcs8o, ma p<•rchò le opinioni di cui mi rendo par– tecipe implic:rno una a~soluta contrnddizione con qul'llc che da anni sosteng-o, come socialista in socio• log-ia e come dctcrmini.:ìtn in psicologia. 11O uarncri mi novera tra coloro che " tendono a modificare attivanlC'nte e pronta.mente lo svol/,!'imcnto dei fenomeni sotiali.. fondandosi sull'errore di am– mett('re " una ,·olontà collettiva che possa e:sistere, agire cd esercitttre una nzione efficace su la vib, e l'evolu,,.ione dei popoli . 1 • Con ciò intendeva accusarmi di cutnstrofismo rh·oluzio1mrio, sia nel campo socio– logico, sia in quello della criminologia. In entrambe le imputazioni il Quarneri ha sba– gliato, ma addirittura di grosso. I~ ne dirò il perchè brevemente. l~gli scrive: . .. " Alln IY Sezione del recente Congresso di psicologia. si udl l'.lngegnioros - discepolo :c1el !~ombroso - pro– porre un voto perchè la repressione II da oggi it1 1>oi 11 non abbia pH1 luo~o io base alla clas'!iflcazione dei de• litti 1 mo. a quella dei delinquenti, u poco importando se mi uomo abbi<t 1'1tb<itoun foglio di r:(trta od ucciso cento 1>erso11e ,,, ma essendo solo da osservare n. quale delle categorie antropologiche questo delinquente debba ,·e– nire ascritto. 11 Dalla mia comunicazione al Congresso mi pare che debbano tirarsi conseguenze contrarie a quelle che il Guarnel'i vuole declurn~. Pur riconoscendo la fondamentale verità scientifica del Lombroso e dei suoi discepoli - cioè, la neces• sità cli studiare il delinquente come 1>crsona renio e non soltanto il delitto c•ome astratbt categoria giu– ridica - affermai il valore secondario dello studio morfologico elci delinquenti (studio che fu so1>r11.– tutto opera del Lombroso e della sua scuola nel primo peri()clo) 1 ritenendo essenzialissimo il loro studio psicologico; poichè - dissi - non esistono stimmate morfologiche s1>ecifichc elci delinquenti nati, o delle altre categorie, ma stimmate morfolo– giche comuni a tutti i degenerati. Questa premessa. del mio lavoro non mi sembra che giustifichi pienamente la qualifica di " discepolo del (.,ombroso,,, ma piuttosto implicherebhe una tendem.a eterodosM dentro hLscuola, senza che ciò menomi il grande rispetto scientifico che quanti siamo criminologi sentiamo per l'opera del maestro di 'l'orino. Ed, a provarlo, dirò che la mia teadenza servì ad altri - vedi ironia del caso! - per rito• nenni avversario delle dottrine lombrosian<\ come accadde ad un l'edattore del Fracassa, che mi fece (I) /I pnqiudJ:rlo dl//(1 t'0/0111,} AOClult. l'onore d'inter,·i:starmi ma ebbe la di:sgrazia cl'inter– J)retarmi con pericolosa infedeltà. Partendo dalla suddetta premessa, venni alla con– clusione che lo studio dei delinquenti elevo essere fatto coi metodi della psicologia clinica. cioè, deve essere uno studio di quelle anomalie permanenti o trnnsitorie d('( funzionamento psichico che dctermi– n11no nell'individuo Patto che costituisce il delitto, inteso come manifestazione antisociale della condotta. 1<;questo, pur tenendo conto, in og-ni singolo caso, elci fattori sociali che influiscono sulla comlotta del– l'individuo in rapporto all'ambiente in cui vive e lottiL per la vita. 8u queste b,u1i di psicologia clinica s,'olsi la mia classificazione dei delinquenti. E ng-giunsi che il loro studio, puramente clinico, portava in ogni caso alla individuolizzazionc, dovendo proporzionarsi la repressione pennie alla maggiore o minore anonna– lità della psiche - intesa come strumento della aclattahilità o inadattahilità della. condotta. all'am• hiente sociale - anzichò misurare l'effetto nocivo del delitto a norma. delle cla:ssìficazioni che ne fanno i Codici penali contemponrnci. Il Guarneri ha J)reso, evidentemente, un nhbaglio riguardo alle idee da mc esposte, come chi confon– desse ima formica con una iena, un cavaHo con una zanzara. MB questo errore non mi sorprende affatto; anzi mi sembra lievissimo, tenuto esatto conto della in– fedeltà allarmante della sua memoria. Difatti il Quarneri afferma che "s'udì l'lngegnieros proporre un voto, ecc. ccc. n· Ora, 11011 soltanto io non proposi alcun Yoto, ma. 1 quando il Guarncri, repliconclomi, disse nel Congresso ch'egli era c·ontrario a che la IV Sezione emettesse alcun voto nel senso clclln mia comunicazione, io gli risposi che ciò mi sorprendeva, poichè non a,•eyo proposto alcun voto) nè anei mai creduto che in ltalia si votassero lo verità scienti• fiche ... e tutti i membri del Cong-resso protestarono che ciò non si usava in Italia ... Jlure dimentica il Guarncri che, dopo aver risposto alle .sue osservazioni, risposi a quelle del Ferri; e, prcc1samente, affermando che, sebbene una classifi– cazione dei delinquenti J}Ofrebbe scn·ire di base nlla legislazione repressiva (come il Ferri asserh·a), non era neressw·io che servisse a ciò, poichè lo studio scientifico dei delinquenti portava all'individualizza. zione della pena dopo lo studio clinico-psicologico d'ognuno, e non al loro aggruppamento in classi o tipi, passibili di pene aprioristicamente stabilite. In criminologia, dunque, come in medicina: non vi sono malattie ma. bensì ammalati, non c'è una terapia pc1· ogni malattia ma una terapia per ogni amma– lato. 'l'utto questo dimentica il Guarneri, e mi accoppia al li'erri in una questione in cui fummo ia eviden– tissimo disaccordo. .·. 1'~ vengo alla. critica sociologica generale, che mi si muove. 11 Ouarneri mi considera antidotcrminista o tanto ingenuo " da credere che basti volere una riforma pcrchè la riforma sian· Simile invenzione - che lascia molto indietro quelle dell'Edison e del :Mar– coni, 1>oichè trasmuta il bianco in nero e viceversa - mi sorprendo per duo motivi. Sono assolutamente determinista, noi campo dolio scienze biologiche come in quello delle scienze so– ciali. Anzi, ritengo il determinismo come una delle due sole verità foadamentali ormai definitivamente acquisite dalla filosofia scientifica; l'ultra è Pevolu– zionismo. E como si può essere deterministi in bio– ~~~t~oe/n psicologia senzit esserlo in sociologia e in

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