Critica Sociale - Anno XV - n. 7 - 1 aprile 1905

Critica Sociale RIVIST .Il QUINDICIN.IJLE DEL SOCI.IJLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. ùttere e vaglia all'Ufflclo di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XV - N. 7. Non ri vende a num.ert separati, Milano, 1° aprile 1905. SOMMAl~IO Attualità. " ni.fonnt,m10 " conse,·u«tore \Oott. 0,.11z1.1. ('ASSOLA). Co11tn1ddlzto11, ed e<111ivoci (Prof. OIOVAN!'/1 ]h :111.oi- :11. 1i <Jo11ore11so drt Com,111/.rau.m,i a Fh'euze (l' rof. IVAXOt: UONOM1). Studi eoclologlcl. Il llbrQ rome fltn1111t11to ,u ,·e,tt11::lQn, srsrlrrt,; 11roludlo Ull'artkolo ~h\• !!i'J.'\lt (l,A Cl:IT'·r .1.-. U B/.bliotuhe pe,· li /Hlpolo: lt primo t111110 ilei Cowtorzi.o milo11e,1e p,i· le HlblioltrJie popolarl, I. UOIUIÌ cle/le lnbUotuhe po-po/rrri; Il. U11 po' ai 11tol'la delle Biblioteche pripo/flrl all'utero: lii. Come 1wrq11e U COll!iQrzW delle Bi.bliotulie f) )f)O/(o•f (I .th/(Jl/0 (Prof. ET• TOIU! ►'AUU:TTI). La 118et88llà di 1111(1 riforma ll'lb11t(lrla f,UIOI l'ACCJO). Fi109ofia, letteratura e varietà. c,·0111,c<i Soclafe: 01•qa,1lzzo::1.o11.: opual/1 (1to11111eontoan,rnRle delle orftnnlzza:r.10111 11oclflllsto tellcscho 11er 111904 - Cor11tdi porre– zlonnmonlo \)Or i::11!mJ)lei;atl dono orfttllllz:r.n.zlont: In l>Ussel<lorr; a Frnncororto sul ~l<"no; all'ultimo CongrC88o de lle orgnnlzz11ztonl todc80l10 - Una vlttorltt. dell'0l'Q'I\UIZZf\'1,l()!\0 Juglese) 1(. p.ì H·11 I,lb1·, , llltJlsl,: " Protezionismo mnrlttlmo ~ cli c. S11phw (C. Co\· HIUUK). ll//)//Qltct1 di fll'OPflQ(rnda. " RIFORMISMO ,, CONSERVATORE L'on Ji'ortis ha composto il 1finistero e, prima di comporlo, ne disse, alla Camera. dei deputati) il bene e il malo che ciascuno di noi ne pensa. S'in– tende che 1 in bocca a lui, il bono ap1)arisse l'ottimo e il male un male necessario, o che la censura si nascondesse nel frizzo. JD un molo necessario la " puntarella 11 a Destra, perchè, notò l'on. Fortis 1 con un :àlinistero di sola Sinistra gli uomini di Si– nistra esclusi dal potere si volgerebbero a Destra. Il colpo è diritto e ferisce in pieno la Sinistra, in– torno alla quale si raccolgono troppi av,•ocati e po– liticanti, mossi dalla cupidigia e rosi dall'invidia. L'on. li'ortis anche disse che il nuovo Ministero do– veva fare completa astrazione dull'mstroma Sinistra. e dall1Estrema Destra; e ne tnrqne il motivo, perchò (' nel penijiU'O di httti. Nessun uomo, mjche se no11 sia sospettato, anche se abbia dato provo costanti di fedeltà alla democrazia, nessuno, fosse pure un uomo di parte radicale, può governare con l'l~strema Sini– stra d'oggi, gravo di rancori, cli difficlenzai cli pas– sioni torbide e volgari. Nessuno, d'altra parte, po– trehbe scendere dai banchi di Sinistra per reggere un Ministero di sola Destro. intanto i conservatori si tirano 1>ci capelli e se ne dicono cli cotte e di crude, come nei Congressi socialisti. L sonniniani e i moderati di tutta Destra quasi accusnno di trndimento quelli di loro parte che votarono in pro del :Ministero. L'l 1 :stroma Sinistra tiene bordone e chiama vili i conservatori che si di– minuiscono appiattandosi dietro lo spallo rotonde di Alcssondro l 1 'ortis. l moderati,crcsciuti in tutta l'Jtalia di numero e cli baldanza, e così fitti alla Camera che !'on. Cornaggia, il più nero di ossi, sospinto dal ri– gurgito di Destra, siede sul limihtre <lei Centro si– nistro, non sanno trovarsi un capitano, non sanno conquiRtare il potere. Non sanno o non vogliono·? La espressione ordinaria del moderatume italico non è per gli accomodamenti e per le transazioni; ma ò rigida, è settaria, è cattiva. La vita dei partiti, meglio che dalle grandi manifestazioni e dalla voce de~li uomini maggiori, si desume dai piccoli fatti comuni della vita d'ogni giorno, dalle voci minimo dei giornalini diffusi nelle cento città, che ripetono, con iusistenz&. di cicale, il ritornello tedioso <lelht. loro CRnzone. rt rironiL;Iù ùicc: - (N: tropp1i j. bertà. - Por il conservatore nostrano, ogni atto di libertà si confonde con la licenza, al pari che, pel rivoluzionario, l'atto di autorità s'identifica sempre con la reazione. C'è un riscontro perfetto trn i nostri e i loro: lo st1 1 sso incendio di odio divam1>a nei loro petti, lo stesso pregiudizio di setta occupa i Joro cervelli. lJcliteli ! Pei cento giornalini socialisti, tutti coloro che non stnuno di qua. sono borghesi, sfruttatori) succhioni. Pei cento giornalini moderati, tutti i socialisti sono arruffoni, farabutti, ciarlatani. Non cli rado, i paperi menano a bere le oche: i giorno li maggiot'i si mettono dietro ai piccoli. Naturalmente, gli uni e gli altri, poichò sono ingiusti con gli avversari, si mostrano parziali coi loro. Dopo l'odio, il sentimento più vivo della setta è l'omertà. Il nostro popolo, grasso e minuto, è ineducato. Gli uni valgono gli altri. Malve e rosolacci sono erbe tristi. Oh, nell'anima nostra fermenta ancora Jn rabbia cattolica, per la quale gli uomini si scompon– gono in due categorie di uguali, reprobi cd eletti! E quando la nostra furia si abbatte sul nemico, mormoriamo le parole sconco di quel vescovo: - Dio sceglierà i suoi! - E pei residui di cattolice• simo ohe ci btùicano nel sangue, oncle sembrano ac– cettabili soltanto le risoluzioni estreme e tra la sal– vezza e la perdizione non si fa intercedere alcun mezzo termine, noi, dell'una e dell'altra parte, con– cepiamo il bene e il male in termini assoluti e non faccia.mo questione di gradi. Poi moderati verdi, quel che Ri muove tra il popolo ò feccia; pei rivo- 1uziona"ì s,~a.rJattt, quel che e:t mcsb <ti no,t'tuo è arfarismo. [ Governi sono tutti eguali davanti i I " sole clclPavvonire ,, i e però si usano gli stessi me– todi e le stesse parole contro il ltudinì ed il Gio– litti, contro il Pelloux ed il .E'ortis, metodi e parole che, per la loro uniformità, perdono cli efficacia. Poichò non è lecito dire il pro e il contro delle per– sone e dei Governi, e si deve escludere il principio cli relatività, nè si può in conseguenz,,, bilanciando i danni e i vantaggi, calcolare se l'opposizione con• venga in ogni caso, è logico (qui la logica procedo dall'assoluto e dall'assurdo) che i rivoluzionari pre– feriscano i Governi di schietta reazione a quelli di mezza libertà. i chè almeno no potrunno dir male senza tema cli sbagliare. ll sentimento ri,•oluzionario ha un riferimento istintivo al sentimento renzionnrio 1 rornc Jlidea cli sinistra richiama, per virtì.1 cli contrasto, quella. cli clcstrn. L'istinto c'iuducc a. preferire quel nemico e quel terreno di rombattimento che meglio si confanno alle nostre qualitìt di combattenti. Onde, in politica 1 preferiamo l'an•ersnrio che ha. i nostri difetti. La violenza. cicca è il difetfo comune

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