Critica Sociale - Anno XV - n. 2 - 16 gennaio 1905

22 CRITICA SOCIALE minavano sovrani (1). I capi delle Federazioni (salvo poche eccezioni) e i migliori organizzatori, che pro– varono le viUoric e Jc sconfitte e nella lotta cli classe, non verbale ma e/fetlìrn, acuirono il senso cli responsabilib't, erano, in generale, si\enziosi 1 ma preoccupati dal pericolo di vedere il movimento - lanciato nella via disastrosa seguita dalla Camera del lavoro di Milano - muovere a sicura rovina. Ai voti, la tesi riformista, strenuamente sostenuta dal Reina 1 prevalse: obbligo, ad ogni singola Sc– zionc1 della doppia iscriz.ionc entro l'anno dalla sua nascita; previo scambio di informazioni fra i due organismi per gli scioperi di difesa o di solidarietà; accordo necessario per quelli di conquista. . *. Nell'ultima giornata i" rivoluzionarì,, presero però la rivincita sul tema dello sr'ioperogenerale. Lo si abbordò timidamente: pareva che ognuno temesse di afferrare il tizzone arroventato, - seb· bene i rappresentanti la Camera di :Milano lo pre– sentassero così ben coperto di cenere, che qualcuno - <'Ome il Dcl\'Avallc e il Cabrini - pure con qualche cautela, già vi stendevano la nrnno. Ma a scuotere la cenere insidiosa sorso il Reina, con ur1 ordino ciel giorno molto preciso, ammettendo bensì la possibile ritorsione dello sciopero genernlc poli• tico contro la borghesia fucilatrice di lavoratori, ma esigendo che il solo Segretariato centrale, e non qualsiasi Camera del lavoro, debba giudicare della opportunib\ di adottarla. Queste ferme dichiarazioni ne provocarono di altrettanto sincere da parte dei " 1·ivoluzional'i ,,. Per essi lo sciopero generale significa sopratutto l'alfcrma:,;ionc antistatalc, il principio della espropriazio,:e, il preludio formidabile della rivoluzione proletaria. 1~ l'abisso fra. le due tendenze si chiarì insuperabile. Votarono per Heina. le organizzazioni seguenti ( 2 ): Camere del lm:oro: Alessandria (soci 22001 1 Asti (500~, lliella (3340), Borgo S. Donnino (1823), /Jrescia (5496), Genova (10 000, Imola (2038) 1 Jesi (?), Lecco (700), U- 11omo (985), Palermo (2331) 1 Parma (1 I.738) 1 Pavia (1080), Pa(lova (5000), Reggio Emilia (19.564), '!'emi (1076), Udine (900), HaYenna (lV.306). Federazio11i: Cappellai (..J500J, l1'errovieri (56.lG0), E li– lizia (2-l.000), Gasisti (3-IO0), Legno (4300), :Miniere (3660.1, i\Letallnrgici (80.000) 1 Panattieri (4000), Porti (7000) 1 'l'er– ra (101 .2tl0). Votarono l'ordine del giorno della Camera del la• \'oro di Milano: Camere del lavoro: Arezzo (~), Bologna (13.388}, Ce– sena (4180), Firenze (4200), Ji'aenza (13"7), Forlì (4822) 1 Milano (25.000), Manto,·a (2114), Messina (2098), JI0112a (5277), Na,poli (IG.951), Nowra \970), Pisa i,.3000) 1 Prato (1968), Roma (9312), Sampie1·dan11a (3455), S. Remo (1005), Sesto Fiorenti110 (1051), Sestri (1100), Spezia (2611), 'l'o– rino (7300), TOrl'O Annuuziata (2000), Venezia (976), Ve– rona (2302), Vicenza. (2200), Carrara. (?). J 1 'ederazioni: Calzolai (4000) 1 Riscatto (33.000), Parruc• ehieri (2000), 'fessili (3000) 1 .Mare (12.000). Complessivamente, sono pet' l'ordine del giorno Reina 18 Camere con 27 voti, rappresentanti 8L.039 (1) LO tendenze politiche 11ersonl\l! dll! delegati sost\tulseono an• coni, pur troppo, 11uella che dOHObb'esse1·0 lfl. coscienza col\elt!\'n tlcllc org1mlzznzlo11I. sou 1tlfrlrnent1, per esempio, ~I SJ>lcgllercbbe cho Il Riscatto 1·otns110 ~Clll!)l'C !n 1mtlte;;I nlln l<'edei·ozioue degli nitri S!nducat! di fel'l'O\'!Crl. \:) I! numero del soci delle organtzrnzlonl st«ml)ntc In cors\1•0 si rtrorisce nl 1902: dC\'C essere quindi oggi noto1•01mcnte dlmlnnlto. soci e 10 Federazioni comprendenti 205.21 O soci, di cui l0l.2(10 della .Federazione dei layoratori della terra. Sono per l'ordine del giorno della, Camera di Mi· \ano 26 Camere con 36 voti rappresentanti 122.975 soci; e cinque Ji'ederazio11i con 59.000 soci. Quindi la mozione Reina è respinta con 37 voti e 191.040 soci e l'ordine ciel giomo contrario è approvato con 41 voti e l.81.925 soci. Certo è notevole che, mentre stanno da un hdo le grandi l!-,edcrAzioni ch1:;:hanno un passato di lotte e di conquiste (Edilizia, Ferrovieri, Metallurgici) Cap· pellai) e le Camere più salde, più attive e in au– mento cli soci (Reggio Emilia, GenoYa, Ravenna, Imola, PacloYa, Parma, Brescia), troviamo dal lato opposto li'ederazioni i11significanti come quella dei parrucchieri o Camere in rapida decadenza, come :\rilano, llirenze, l!'orlì, o non in regola coi pagamenti, come Spezia e Verona. Ciò malgrado, Pesito della Yotazione e la divisione profonda ond'essa è indice nel movimento proletario si prestano inclu!~biamente a riflessioni non liete. La contraddizione manifesta~ tasi nel Congresso si ripercuoterà. nella vita delle organizzazioni e nella compagine stessa del Segre– tariato generale, forse paralizzandone l'azione e mi• nacciandone la vita. Già 11on. Rigola ha dichiarato che, dal canto suo 1 rinunzierebbe alle funzioni del Segretariato prima di venir meno ai suoi convinci– menti politici. L'impulsività e l'infantilità, il torpore intellettuale e il sentimentalismo dominano ancora troppo larghe zone dell'organizzazione e 11011 pare che la maturità sia molto vicina. Forse essa dovrà essere il frutto di esperienze amare, di delusioni dolorose. '.l'uttavia, oltre la suggestione dell'esempio che offrono le migliori organizzazioni, come la J.l,edera– zione edilizia e la Ca.mera cli Reggio Emilia, sono cagione a bene sperare la chiarezza di idee e la precisione di mctoclo, la sincera passione per l'ele– vn ..mento proletario e la onesta e prudente ragione• volezza, di cui diedero prova noche in questo Con– gresso - pur fra la fatua verbosità di tanti lorn colleghi - parecchi dei piì.1 1n·oyetti organizzatori. Quali cho debbano essere le vicende prossime del movimento, questo tesoro di esperienza e di iotelli· genza, che s'impose all'attenz-ione benevola anche di giornali avversari, non andrà perduto pcl proletariato italiano. Ar,ESSA"NDRO SClllAVL Al prossimo nwnero il seguilo dello studio cli PIETRO LA.NINI: Per In ra111,reseutn,nza pr·oporzionale. Le piccole industrie rurali I. l. .1attenzione degli economisti non è mai stata sover– chiamente attirata dall'esistenza delle cosidclte piccole industrie rura.li 1 esercitata specialmente dai coutadioi durante la stagione invernalti, allorquando la terra non richiede l'opera doll'uomo. ~ppure \!influenza di questa produzione industriale - intima.mente congiunta al la– voro agricolo o silvicolo - non è trascurabile nella vita economica di una nazione j essa, nel mentre rende non lievi vantaggi allo popola,doni rurali e fornisce loro un cespite complementare d'entrata non indifferente, riesce anche di non poca utilità agli altri cittadini e operai del!e industrie cittadine, sia. col diminuire l'emigrazione \'erso le città, sia col 1>orre un argine agli effetti nefasti

RkJQdWJsaXNoZXIy