Critica Sociale - Anno XV - n. 2 - 16 gennaio 1905

18 CIUT [CA SOCIA.LE vocan te, nel suo industrialismo commerciale, losviIuppo progrnssÌ\'O del tramco nazionale cd internazionale, fonte di ricchozzit o dì benessere al paese - è ur– gente, imprescindibile dovere del partito socialista e degli altri partiti democratici, dì lavorare con ogni possa, acchè trionfi, di fronte all'inganno addormen– tatoro di un'oligarchia statale, rovinosa al servizio stesso, che sta per imporre il Governo 1 l'arnministra– i,ionc radicalmente autonoma dello ferrovie nostre. Ed ecco che l'icorrono subito, a tale proposito, non solo le ideo, che gi.\ uomini come l'on. Cannine, non sospetti di sovversivismo cd in ogni modo di indi– scussa competenza, trattarono in articoli cli Riviste cd in Commissioni parlamentari, ma quello che è più e meglio, l'apposito progetto di " .Amministrazione a11!01w11ut <lelle Strade fen·ate delloStato" che avemmo l'onore di presentare alla discussione del paese in pubblici Comizi e nella pubblica stampa, e che sarà cedo, o in blocco o come emendamento a quello governativo, sostenuto dal Gruppo parlamentare so• cialista, e speriamo anche da tutta !"Estrema Sinistra, nello discussioni che dovranno svolgersi prossima– mente alla Camera sul nuovo assetto ferroviario. * * * '.L'aloprogetto fu qualificato dallo stesso on. Rubini, nella sua Rela,-,ione a quello governativo già men– tovata, un vero esempio di autonomia, o solo dal me• desimo gli furono fatti dei rilievi relativamente alla eccessiva competenza attribuita al Consiglio d'ammi– nistrazione ed ai Consigli compartimentali, nonchè alla scarsa autorità e indipendenza del Direttore, rilievi che dimostrano solo che Fon. Rubini non ebbe tutto il tempo o la calma necessari per studiare, più che " leggere "' quel progetto, dove, in confronto a quello del Governo, J'autorità e indipendenza del Direttore è semplicemente piì.1 specifica o pill lata. In ogni modo, quel progetto di autonomia tecnico– amministrativa dell'esercizio delle nostro ferrovie, ha, secondo noi, il pregio precipuo, e che riteniamo in– dispensabile, di considerare lo ferrovie come un pub– blico serviiio, sottoposto bensì a tutte le esigenze industriali e commerciali, ma pur anche a quelle economiche e sociali del paese 1 e quindi libero ed indipendente dal mutabile prepotere ancora essen– ziairnentc politico ed oligarchico dello Stato, qua– lunque sia la forma di Governo che lo incarni, e solo obbligato al volere, necessariamente oculato, interessato e competente, degli organi elettivi delle grandi correnti che danno vita e sviluppo alle fer• rovie, e cioè !"industria, il commercio, l'agricoltura e il lavoro, a mezzo delle loro collettività organizzate. Lo Stato quindi, e por esso il Governo coi suoi funzionari, rimarrà ancora, ma nelle suo giùste pro• porzioni e quale custode del patrimonio ferrovia.rio di sua proprietà, come amministratore di quell'ente autonomo. Ma l'amministrazione vera e propria sarà assunta da quei rappresentanti elettivi già citati, che in essa entreranno per ciò nella misura di due terzi, delegando naturalmente il funzionamento principale e ordinario di essa ad un ristretto Comitato com– posto nelle stesso proporzioni .dai rappresentanti stessi pÌll competenti ed adatti, cd attribuendo l'ese· cuzionc dei propri atti, e l'iniziativa di quelli più urgenti contenuti, nei preventivi, al Direttore gene– rale cd ai Direttori compartimentali. rntorno a quel Consiglio generalo e Comitato con– seguente, irradiantisi nei vari Compartimenti, fnn. zioneranno i Consigli compartimentali, sol'genti, nello -:ìtesso modo e cogli stessi elementi del Consiglio generale, dalle rc~ioni •·ispettive, ma con nutol'ib\ quusi semplicemente consultiva, e quindi quali coa– diuvatori e non ostacolatori dell'opera del vero Con• siglio d'amministra;,,ione, che è quello r.;-onernlo. Al Governo poi l'alta sonreglianza e dirigen;,;a del- l'esercizio nei limiti generali e per corte parti spe– cifiche stabilite daJ progetto. Al ParJamento la fun• zione legislativa in materia cli bilanci, cli tariffe, di costruzione o di aumento di qualsiasi natura del patrimonio ferroviario. J-'el personale, che tanta parte rappresenta del– l'azienda e che, da un certo punto di yista, è l'or– gano vitale di quella, abbiamo il suo ingresso, in– sieme agli altri lavora.tori, nella Amministrazione stessa) potente mezzo questo di educazione pratica e di graduale abilitazione alla gestione della cosa pubblica oggi, a quella sociale domani in una società di eguali. Abbiamo pure, con ciò e per ciò, h~ necessità im· pellente di un vero e proprio contratto di lavoro, approvato dal Parlamento dopo che sarà concordato dalle parti contraenti, sorvegliato nella sua applica– zione dai rappresentanti del personale nel Consiglio di amministrazione come accennammo, domandato, pei conflitti che sorgessero dalla sua interpretazione ad un Collegio arbitralo composto in egual parte dai contraenti medesimi, e della durata ]imitata a 6 o 10 anni, per poi essere rinnovato secondo le nuove esigenze dei tempi e della civiltà, e salvaguardato sempre dalla piena libertà lasciata o meglio conser– vata ai lavoratori cli esercitare ogni mezzo, anche quello estremo dello sciopero per farlo rispettare. * * * Con questa vera autonomia che appena si è trac• ciata nelle sue linee generali riferentisi al progetto, e colle sue conseguenze, che di quello non potevano far parte, relative alla posizione giuridico-sociale eia crearsi al personale, si avrebbe davvero un eser– cizio (ci si permetta l'immodesto appellativo) genial– mente libero, snodato, rapiclo e sopratutto veramente responsabile nei suoi amministratori e dirigenti, che nel funziona1·ismo oUgw·chico governativo si appiat– terebbero dietro le larghe spalle politico-parlamen– tari dei ministri. Non più lo sfruttamento inevitabile e logico delle Societh concessionarie e nemmeno l'inceppamento burncratico e l'indifferenza della routine dei comau• dati dal Governo. Non più gli enormi 1 dispendiosi, farraginosi ed ingombranti controlli dei prodotti e delle spese, cumulativi e non, fra Stato e Società, e nemmeno quelli) pur sempre inceppanti e dannosi, dei vari Consigli e delle varie Corti; ma il solo na• turale e semplice riscontro sindacale da eseguirsi da una propria ed indipendente Ragioneria. Non più i pareri, i permessi, i nulla-osta, le approvazioni et similia, magari per un semplice mutamento cli una piattaforma o per la pulizia di una cnsa cantoniera, ma la immediata esecuzione, per ordine del Diret• toro ge11erale o dei Direttori compartimenta.Ji, in certi dati limiti, o per deliberazione del Comitato o del Consiglio al disopra cli quelli, e ~empre che si rimanga nei termini fissati dal bilancio. Non più la uniformità del servizio, uccidente la maggior parte delle linee secondarie, ma bensì il governo di queste lasciato alla iniziativa dei Consigli e Direttori com• part!mentali o dei Gruppi autonomi, ispirautisi alle esigenze Jocali ed entro norme generAli dettate dal Consiglio generale illuminato dalle rappresentanze regionali. Non più insomma le ferrovie speculazione capitalista o asservimento statale, ma nazionalizza– zione di esse. Non più l'esercizio loro da parte ciel capitalismo che succhia o dello Stato che lascia succhiare, ma bensì quello del paese a mezzo dei rappresenta.nti dirotti della col!ettività 1 da cui lo ferrovie ripetono la loro ragione di essere: gli utenti, i lavoratori, i consumatori. Riusciranno allo scopo i socialisti e il proletariato colht forza propria e con quella dei loro mandatari? Sarà ostacolo insuperabile a ciò l'attuale Camera,

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