Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

CRITICA SOCIALE 349 della riimluzione di Dresda ru attenuato colla sostitu• zione delln pfirola "" rPspingrre ., alla parola M co,1dan– ,lfll'e 11 o, nella traduzione, la di-.posizione relafrn1. alla partecipazione del Governo prese un significato sensi• bilmento disuguale colla sostituzione ciel verbo "' ri– ce1'<"<1re,, a quello "' accettarr n· Ll'Ldemocrazia socialista non dovo Reguire la politica consistente nel ricfrao·e la partecipazione i ma non le ò interdetto - nei casi e sotto le riserve previste dalla mozione del 1900 - rii mwttarlfl. "' Inoltre il ratto che Bebel o Ouesde, per combattere Jaurè'! e per appoggiare la mozione di Dre')da, siJno stati s1>inti a rar fuoco contro la nostra "' repubblìca borghese ,, e a pronunciare parole cortesi all'indirizzo della monarchia, questo fatto ìnronde, in Francia, alla politica di Jaurès e dei suoi amici uua grande forza. E l'accoglimento fatto dagli av,•ersarì del sociali-,1110 alla decisione del Congre.sso non 11otrà.non agire neilo stesso vortiO.Essi mostrarono una gioia troppo grande e prodigarono a Ouesde e a Bobel troppi elogi. " Occorre aggiungere cho la votazione che chiude UTH\. disrussione non è nò In 11ola,nò la più importante cos11.che ne resti; e lo parole di Jn.uròg, sull'impotenza politica attuale della grande democrazia socialista te• doica 1 sono state l'ardita prochunnzione cli una verità c-he sarà feconda. - ~ Annichilimento del riformismo! . 1 si dice . .\la si rilegga, dì ~razia 1 l'ultimo alinea della mo,dono di Dre:;da, e ,si scorgerà <1unle sforzo imme1Ho questo comma impone sia comJJiuto in farnre delle ri forme. 0 1 altronde, nella discu-.!ò!ione:.u altri argomenti po~ti nell'ordine del giorno, il Congres,;o ha fatto palesi tutto le sue preoccupazioni pei mil{liornmenti immedin.ti . J.e decisioni prese a proposito della. J>Olitic a coloniale sono n.ssni istruttiye da questo punto di \'ii,tn.. In questo campo - come ha proclamato Van Kol - ò stato fatto, per la prima volta 1 un grnn passo nel lilOnsodell'attività organizzatrice e riformatrice. " Ali sembra legittimo il dire che, ad Amsterdam, non vi furono nè Yincitori nè vinti. " Ed ò una delle ragioni che 1>ermettono di pen<,are che la rì-,oluzione relati\'a all'unità non resterà senza effetto 11 ('). Dalla Renaissance J.,ati11e del 15 sett. 1904 . e. 111. Le timita::ioui <lei didtto eldton,lc in .Sasl'fonia, Edmondo l1'h1cher,nei SocialisliscJu,Jtonats-lfefte dcl– l'ot.tobre I00-1, corea di spiegJu·o porchò i lavoratori delln, Sassonia (che, per il numero dei deputati socia.– listi che manda al Reichstay 1 ò chiamata il Reyno llo.•Mo) lasciarono - q ualche tempo fa - che i loro diritti po– litici fossero ca 'ltrn.ti senza opporre alcuna resistenzll efficace. ria rag ione principale di questo fatto :che al Co11gre'l~Odi Amsterdam fu da O. Jaurès denunziato come u111lpro,•a dell1impotenza politira del proletariato tedesco) ,·n rintrncciata, secondo il 1"1>1chor, nell"indole del popolo sncisone, il quale 11011 si agita e non si com• muo"e so non allorquando .'lente <'he il pericolo che lo minaccia è di grande momento. E In.ragione, per cui gli opC'rai sa1:1soninon capiscono l'importanza del pericolo che per una minorazione nei diritti elettorali s'appun– tn.vn.contro tutto l'a\·venire ciel movimento socialista, va alla sua volta ricercata noi modo o nella qualità cli certa pro1>nganda ratta in mezzo al 11roletariato. ;< O non si flOn vi:iti esclama il Fischor giornali di partito tutti intenti a convincere i loro lettori OJ)erai che il parlnmentarismo è una istituzione borghese, uno stru– mento della borghesia? O uon ~i ò sentito predicare su tutti i toni che - eccettuati J.Cliscopi di propaganda l'atth•itù. pratica e le:,fr,lati\'a del Parlamento non vale un flco secco pel proletariato? che le cla ... si larnratrici devono rare le loro lotte unicamente fuori del Parla– mento? 11 l,a prima condizioue, invece, affinchè un J)roletarlnto reagisca contro una costrizione del diritto el('ttornle 1 ò che esso sia convinto dell'alfa iwportrmza dr! Pal"lamP11/0 1 che stimi tutto il bene ideale e mate• l'i:llO che può derivargli dal J)n.rlamental'ismo. 11 Solo un popolo rhe è penetrato dal convincimento che il Ptlrla– mcnto è per lui una quc.~liOuf rii rifa, che non è sola• '.\'.0111:1f111nrtr;1 al letiorl la ;;o,;tu11Ll11le ,·onvf'r~enz:1 fra moltù di <1ui·!>li• u~~<>rn1.do11l e quelle del 11os1ro arll1•olo dt'l 1° INtem\lre; ,.,, ,1111.~11,-,/am· ,,,, t·ltto,-u, <•ppa,·1·11/f ,1,1 ro11~tn<itorl. (Nota dt/1{1 CklTICA)· mente un luogo di propaganda o un barometro della "llll\ 11olenza 1 ma uno ~trumen to di g rande importanza politi<'a cho tocca. tutti i suoi vita.li interessi presenti e che prepara la sua libera,io no po litica. o socinle per l'a.Henire, solo un tal popolo Jrnè, arrischiare e sncrifl• care qualche cosa nella dife'la di questa istituzione de• mocrnticn. " E l 1 'ischer riporta anche n. questo propoflito un brano di un discorso tenuto a Francoforte sul Meno nel IR!12 da. Ouglielmo l,iobknecht: 11 Da alcuni si afferma C'hoil Parlamento sia un male. rino a. tanto che noi siamo una minoranza, non possiamo naturalmente otteuer tutto, nò è giusto che noi facciamo dei rimpro,·eri agli a,•,·er– flnri, poichè essi agiscono a seconda dei loro interes,i. Essi cerC'ano di mantenere le loro po,;izioni mediante la sen•ill1 morale del popolo. Xo~tro primo còmpito è per• tanto di diffondere su sempre ))it'1 ampia corchia l'istru• ;dono e il progro!-sO intellettutlle. lJna rappresentanza devo e:::istere, poicbè in un C'os\ grande Impero il po– polo non può essere tutto in una voltn. chiamato Il rn.c• colta: la legislazione diretta non ò possibile. Sembra che in tal modo noi procecliamo molto lentamente, ma, se noi guardiamo indietro, ei accorgiamo che qwslll sti•ada ci porta innanzi r,leris~inu,111,,,itf' (s11he11 wi,· da~s die,'in· Weg doch am srh11Pll1tlrn t"OJ'lfiirts fiihrl). I lnro• ratori clnono adunque mirare a com1uistarf> il Parla– mrnlo. " Questa l'opinione dell'invitto campione del sociali'lmO tedc-1co. Di fronte alle <;Olenni parole di un Liebknf'cht, di que-.to rivoluzionario sul :iOrio, come appaiono ritli– coli i ciangottamenti degli odierni ri\•oluzionari d'Jtalia che, riportando alcune pnrole dette da. ~Iarx in \'i:l in– ciclentale, scimmieggiano i decadenti borghesi nel dileg gio del parlamentarismo. r. m. La lafrilà, integì'ale dello Staio, li deputalo F. Buisson 1 ri,;ponclendo in forma polemica a Ooblot (l'ex:•pre.-;idento ciel eonsigllo dei mini,;tri di Francia, nella RP-l"tU! Poliliq11e d Parle111n1fafr,. del IO settembre 1904 1 dirende lo leggi anticongrega1.ioniste or non è molto emanate da Combe.1; 1 mostra la neces– sità. della separazione della Chie~a dallo Stato, e cerca di J>Orroa nudo l'essenza della lotta immane impegnata in ll'rancia tra lo spirito laico o quello clericale. Siccome lllla completa laicità. dello Stato sono direttamente in– teressati anche i socialisti (uno dei principali fautori del• l'Odierno movimento laico in l•'rnnciaò O. J·aurès), ripor• tiamo l'ultima parte dell'articolo del deput!\to france-,e, Il quale - ~o ben ricordiamo all'ultimo Congres,o del Libero Pensiero tenutosi In Roma rappresenta,·a il grande Bertbélot. "' t: !"insieme di questo mo,·imento laico (di cui le leggi anticongregazioniste non sono che una tappa che bisogna prendere, se si ,·uole equamente apprezzarne le di– ver,;e fasi. 11 Per chi ,•oglia levarsi al di,o))rn dei particolari e guardar oltre l'anenimento del giorno, lo spettacolo off13rto dnlla. Francia è imJ}onente. Questo pae-.e, con 1,:rande sicurezza e senza traccia di furore febbrile, stt~ scrivendo in questo momento una pagina storica che non è senza grandezza: esso sta risolutamente e deflnitivn– mente costituendosi in uno Stato ,·eramente laico 11 Dopo aver lasci ato pn'>-.are nel 16°secolo - !'oc• cn,;iono cli staccar.si da Homa. In !<'rancia - due serali e mezzo p iì1 tardi - pensa. di fnro pili e meglio della Hirorma. I.a Rivoluzione non ò protc~tantej es~a è laica i es'la non è as~ervita nò alla Bihbiu, nè al Papa; e-.sa intendo solo fondare una societìt che !>ia retta dalla ragione e dalla giustizia. \'olondo e.;,;ere puramente ,wuma, una tale soeieh\ non ammette nella 11uastruttura rhe materiali umani. Essa lascia nd altri i II diritti di !Ho ,,; essa non conosce che i "' diritti dell'uomo ,,. l·:f!sns'immagina di J)Oter far funzionare tutto il 11uo meccnn ismo senza il motore 01:itorno offerto dal le roli• gioni. l◄:,;~a vuole realizzare lo Staio 1unza Dio. " C'hc significa ciò? La 1,?'UCrrn a Dio, come dicono i fogli di sacri.:;tia ~ No 1 mn semJ)licemcnte questo: Ilio ò il nome che gli uomini danno al loro ideale j sia pcr– me.;;'lo ad ognuno cli c-oncopirlo alla sua maniera; la società. ch·ile non faccia più a cinscuna di questo con cezloni dello spirito umano nò l'ingiuria, nè l'onore di aq..,egnnrle un posto nelle sue le1,rgi. ·' Certo, è una gran no,·ità lo :itcrto sniza Uio; nei

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