Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

334 CRl'l'JCA SOCTALR senza esitazione tutte le conseguenze logiche dopo clH' lo ebbe accettato - questa è la consucrudine degli studiosi: ~ e, nel Congresso di Romc1, non H\'CllllllO l)isogno di Slliire su llCSSUIHl ta,ola e di suonare nessuna tromha a reclutare tumultuaria– mente seg-uaci yrande ilarità. riri a])plausi): noi trovammo un esercito saldamente organizzato, e anelante di muovere all'assalto; mirammo le schiere; vrdemrno che il momento ern venuto e demmo il segnale della battaglia. (Applau.~i). 11 moto ~etcssionistn. E la nostra deliberazione fu così poco leggera e così poco inconsitlcrata. 1 che, nonostante la pertinace camp,tgna di fah.;ilicazioni, con cui si tenta di impau– rire i soci della FNINazìone, nonostante la. ,·lrlame strrpitosa ron rui i giornali consen•atori allietano la vaniti1 di chiunque si dC'<'i(la nd uscir dalla F'cdNa• r.ionc, la grande massH dell'esercito nostro è rima.– sta. fedelC' C' immohilC'. C' il movimenro sC'cessionista si riducr ad una flS!Sflimisera cosa. ~\lolti dei cosi· detti scce~sionisti non erano sbtti ma.i or~anir.zati i fra g'li ~00 circa che noi prrvediamo cli dover per– dere sul totale di ~r,oo soei, alcuni sono C'olleghi ri• spC'ttahili e sinCC'ri, fuorviati dallo falsificazioni delht stampa C'onscnafricP, che ritorneranno cnn noi non appC'na riconoscC'ranno la. rettitudine dei nostri in– tendimenti e la utilitù della nc,stra azione; parecchi non a,·evano fatto mai nulla per !'orgnnizznzione, non avevano voluto 'mai pagare neanche le quote, e il loro nome abbi:11110 imparato ;1 conoscerlo solo il giorno, in cui ci hanno detro addio i di molt.i siamo org-ogliosissimi che se ne siano finalmente andati. (.AJJplaus1). Dicono di vokr fare una nuo,·a Federazione. F'ac· ciano pure. rn essa entrerìt un certo nume1·0 di pre– sidi; entreranno parecchi aspiranti idem; entre– ranno tutti quelli che) iwendo sortito dalla nascita una presenza decoratiYa, son di,·enuti membri di molti Comi rati nella città) dore insegnano i entre• ranno tutti i krumiri del Congresso di Cremona; entreranno tutti i figli di papà; entreranno insomma tutte le> per.sono per hene. Salmodieranno qualche ordine del giorno; compileranno qualche nebile in– dirizzo in cui chiederanno l'elemosina di pochi sol– dini, parteciperanno a qualche banchetto, il cui mrnu sarìt scritto in francese; accetteranno qualche croce di cavaliere, perchè a questo mondo ogni uomo deve portar la sua croce; stenderanno, al sorgere e al tramontar del aole) il t,1ppeto per terra e faranno le genuflessioni cli rito ai quattro lati dell'orizzonte. g non faranno altro, perchè il loro programma è ap– punto quello di non compromettersi con ne!:isuno, e per non compromettersi con nessuno occorre non far nulla. Jlaritir ririssima, calorose aJJproNtzioni). Si dice che noi abbiamo s,·isato il rarAttc>re della VcderazionC', trnsf'ormandola di org-anizzar.ion(' pt·o· fcssionalo in Circolo politico. Chi parla così cvidc>n– temeute o non ha letto g-li Atti dei nostri precedenti Congressi, o quando li lel-('geva avo,·a le trn,·rg-gole. Allora noi avremmo svisato il C'aratterC' della !◄'ode· rar.ione, se aYessimo s< ·onfess.th la nrcesisità d('lla azione politica cd elettonlic, e ci fossimo rannicchiati nella. stc>l'ilith del corpo1·ativitimO apolitieo per paunt dei colpi d'aria, Si dice che noi abhiam violah1 la libertà, e la campagna contro la F'ederazione si intitola magnifi– camente per la libertà. politica. degli insegnanti. li1ra. le accuse a cui siam fatti segno, è questa in ,·erità Ja pill umoristica di tutte. Eravamo nel Congresso tre quarti contro un quarto, i no::;tri n1ppresentanti ci avevano dato mandato esplicito per l'alleanza elettorale con le frazioni della democrazia; abbiam detto alla minoranza: Noi rispettiamo i vostri scm- poli, voi siete liheri cli votare individualmente come ,·olete, siete liberi di comhnttere individualmente_ i partiti che ht J◄'eclerar.ione ufficialmente appoggora; voi non siete neanche obbligati a pagare nesisu,rn quota per le spese elettorali, i colleghi che adori· scono al voto del Congresso di Homa pagheranno anche per quelli che non acleribCOno; ma voi lasciate che la nostra FederazionC', in cui la mag-gioranza è con noi, possa uffìcialmente, come collettivitit, ese– guire i ck•lihC'rnti del rongresi;o: le opinioni della maggioranza possono variare; 1;e la nostra espC'rienza fallirfl, voi prenderete nella organizzazione la pre– Yalenza e noi, purchò venga rispettata la nostra li– hcrtìt indh·idualc, come rispettiamo oggi la vostra, C'i sottometteremo alla nrnggior,rnza. Con tutw questo abbiamo riolata la. lìhertìt. Per non violare la libertà ancmmo dovuto dire: .Xoi siamo tre quarti 1 voi siete 1111 quurto; dunque ci sottomettiamo a ciò che dosi· dorate' ,·oi. (Al)pfausi . Noi ahhiamo violata la libertà? 1 1 : come 1,otevamo ,•iolarla? .A hbiamo forse noi favori da promettere, trnsferimenti eia negare, milrn.ccie da imporre? Oh, in altri tempi, r non molto lontani, e non cla noi, fu violata la. libertì1, nei giorni del Congresso di C'remona, quando il ,\Linistero della Pubhlic,1 lstru· r.ione era divenuto un mercato, in cui si vendevano le grar.ie e si compravano Je coscienr.e; allora a molti fu vietato di venire al Congresso, a parecchi che vC'nire dove,·ano fu vietato dì pal'lare, e il Con– gresso fu invaso dalla fecC'ia della nostra classe, viag– giante con biglietti grntuiti e coi porta.fogli ben fo– derati cli quattrini. l 1 'uro110 tentativi vani, e il Con– g-rc:,;so riescì anch'esso una. mirahile affermazione del diritto della nostra classe. )la la. libertà fu allora violata dan•rro senza che nessuno sentisse allora. la voce ckll'on, li'radeletto elevarsi a protestare, perchè fosse stata violata la libertì1! ({)rande CtJJ})lauso1. 8i dice: quale assurdo è mai il ,·ostro di allearvi alle frar.ioni della democrazia, mentre esse si son diYi::;e e si dilaniano a Yicenda? I~ non si vede che con questo si distrug-ge l'altra r1clicola accusa cli arcr noi voluto Msscrvire la Ji'ederazione a un deter– nato partito. l•'uori dei piccoli Circoletti settarì, in cui pochi eisaltati credo1lo cli dirigere le sorti del mondo, scuote le viscere del pae~e un palpito immenso di nuova vita democratica. r clissiclf 1 che dividono i partiti uf– ficiali della. democrazia, 11011 sono che le schiume superficiali cli un oceano che si sollen1. Rssi servono mirabilmente a corrodere quella inerte barriera di riguardi pcr::101rnli e di piccoli egoismi di Gruppo, che sembrava ostruire e fermare la. corrente nrne– stosri del rinnovamrnto nazionale. I~ questa corrente sapr:l trovare', nelle presenti elezioni gcnerali 1 attrn– ,·erso al clisfocimento dei cih'ersi Gruppi, la sun via. g noi siamo venuti con le nostre forze, quali che esse ~iano, ad ingrossarla, Noi sentiamo che l'im– peto democratico del paese non può essere sC'questrato in modo speciale eia nessuno dei Gruppi della demo• crazia. A tutti i candidati politici di qualunque Gruppo, purchò sinceramente democnttici, noi arre– chiamo il nostro aiuto 1 sicuri rii fare> così senza. esclusivismi settari il bene della scuoi;, e il bene ciel paese. Oli insegnanti organizzati d'l.talia si affac– ciano con questi intenti pN la prima volta alla Yiht politica. Accoglieteli, o cittadini) come fratelli nella g-rande famiglht della. democrazia. (Triplice salta di applausi; grida cli t•iva Sal1:{,mini ! Vil'(t la F'edera• .zione!) Nel JJl'OS,'-;lnw rm~ricolo daremo le 1/llOVCe J}iÙ fai;o– reroli r011dizioni di abhonamento cumulativo fra il Tempo e /(I Critica Sociale.

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