Critica Sociale - Anno XIV - n. 11 - 1 giugno 1904

162 CRITICASOCIALE le dotte classificazioni con cui noi credevamo di RJIÌP!Jm·e i partiti e ,li disporli in bell'orcline 1 come fotis<>ro alfrcthrnti ogg-etti da musco, entro g-li scom– partimenti drlle nostre categorie economiche. Prole tariato: partito sorinli!,ta piccola borghesia: pru·– tito melica le - grande proprictìt: pnrtiti consen·atori. Certo qul'$Ì8 ch,ssifìcnzione ha un grande fonda– mento di vrrit1) 1 cd ò assoluti-unente vera per i due punti estremi della serie . .\la qmrndo noi ci Obtiniamo ad assegnRrc nl partito radicale, per sua unica ma– trria, la 1>iccola horghcsia, e <1trnndo ci industriamo di trornrc in lui un'anima di classe, noi facciamo opera vana. An:.i:itutto snrcbhe cliflìeilc stn,hilire in Italia i c1t· ratteri di urn\ picc-ola borghesia che abbia una vita cconomiCR così intensa da suscitare un partito. O essa è - come un poco dovunque - anemica, irri· tatn <hll fìS<'o,desiderosa di novità, e allora tende a confondersi con i partiti rivoluzionari, di cui anzi costituisco l'nla pili rumorosa; o essa si arruola nella h11ro<•razia 1 e allorn si accoda facilmente ai partiti cons('rvatori . .N('ll'un caso e nell'altro, non trascina ma si lascia tmscinarc. For~c soltanto in Francia questa piccola borghesia ha, spcrialmcnte nelle C'arnpagnc, una vitalità così gagliarda e una tradizione di operosità politica così lun:,!'a, da improntnre di sè il partito radicale. E al• lor.i questo 1>artito manifesta le sue origini affer• mando, nei suoi Con,crrcssi, d'essere il custode della proprietà privnta, e precisamente di quella proprietà che non ha uncora assunte le forme impersonali del grande capitalismo moderno cclè, secondo l'espressione di Leone Bourgeois - il learfn· ciel radicalismo fran– cese quasi un prolungamento della persona umana. Ma in Italia la piccola borghesia non può aJimen– tare un partito, e i radicali non possono ritener:,i interpreti suoi. Basta ricordare le discussioni del Con~resso di Roma per al'crnc una prova il·rcfuta– hilc. Nessuna voc(' si ò levata a direnclcre gli inte– ressi esclusivi della piccola proprieth, e ad assegnare al progresso un limite compatihile con la sua csi– stem-:a. AI contnlrio 1 tutti i rredi economici, tutte le dottrine sociali, tutte le prcl'isioni e tutte le ten– clcnzc1 dall'indil'idunlii,mo al socialismo, hanno avuto campo di nrn.nirestarsi. Quale è dunque ht natura del radicalismo italiauo:-i IDssa ros somig-liu ai corpi composti della chimica: è forma.tu di molti elementi primi 1 pur costituendo una sostanza nuova. Gli clementi costituivi sono le classi e i ceti vo– volari: proletariato, piccola borghesia, borghesia pro duttrice, professioni intellci.tuali, ecc. Questi elementi spriidonano ciascuno una loro forza; forza che tende tL rinuovnrc rassetto soriale, a 1>lasmarlo secondo i particolari bisogni, a sottrarlo ili dominio delle oli· garchic 1,er t1otto1>orloallil volontà consape,,ole dei molti. Que&to gruppo cli forze, che rappresenta ciò si designa. generalmente col nome di clemocrnzia, che genera una risultante sulla qunle procede l'azione rndicnle. Azione che non si limitn. nd essere la somma delle aspirazioni de~li aH.ri partiti democratici, però che essa è costretta a tener conto anche delle resistenze delle forze conservatrici. Così l'energia risultante dalla combirrnzionc delle forze popolad si mescoht, attraverso ai radicali, n tutte le forze sociali esistenti, e ne esce non pili un programma. cli " aspirazioni ii ma un progrnmma di governo (' . ( 1) 1,14 1,ltit,·lti (Il l'IHIOVR, ('0Ullll('lltft!HIO uel 11110IIUlll('rQ do! 2G llH\j("- 11'1011cori:10 ll 11011tro 11rt1colo l.'dtr,10 to11/tM1, 1mbbil<'Rto 11el nun1ero l)r('('('d{IIII(' (!('\Il\ {'d/1((1, d('HnlHl chlllrl\lllCl\tO lll natura O la run.elone d('I pnrtllo rfl(l\(•lll('. f'.8111\ lll'rh('\·1l <'h(' ~ 111rntrc Il partito 8QCIRll~ta lnl("IUI(' \ll't'\"111('111('11\l'llt(', l!C'I' l'o~wrn ~l>t'C'lften <'hC' -.t /· n111111nto,Rlln lnmll.!0110 ('ti 1\118 lllf('rm1\/.tu111• dt•I bl>l(H{IIIO del diritti dl'I 11ro1t'ta– r1Mtn. Il 1111rtlto rndleate lntf'nde 1,r('nlll'ntrmcn1t• ad armo11t1,rnre la ~oddl11r1ulone di ljlH!I bleoi;rnl I' lll tut,•h\ di (JUOIdiritti con le pOSlll• 1,111tà. del muttn-ole 11rcHonte ~· È appunto questa complrssa natura. del radicalismo italiano quella eh~ può spiegare tutti gli strani giudizi che si sono pronunciati in c1uesti giorni. L radicali si è detto non hanno espressa una forza. nuo,·a. E ancora: i radicali non si sono profondamente clif• fcrcnziati dai partiti timidamente riformatori. Certo 1 i radicali non hanno mostrato di saper su– scitare una novella forza in rtalia. L'ultima grande forza, ancora pochi anni addiotro assente dalla 1>oli– tica italiann, era il proletariato; ma il partito socia• lh,ta Pila g-ià recata nella vita e nella storia. Che dovevano suscitare i radicali-~ Essi non potevano e non possono che interi>retarc l'anima comune delle clh·crse forzo clemocrutiche che già esistono nel paese. Crearne di nuove è assolutamente impossibile. Qunnto alla loro dif1èrenzazionc dai vecchi partiti moderatamente riformatori, non ci pare difficile scorgerla. 11partito radicale vuol essere la risu.ltanto delle energie popolari e rapprcscntnre le rinnovazioni che queste onergio hanno già determinate in potenza nella nostra struttu ra sociale. Perciò il suo programma non è rigido, ma.si allarga. a.comprendere sempre nuovi hisogni, a. misura che si accrescono le forze che lo SJ)ingono a tor~o e si nttenuano quelle consen•atrici. ~~cl è appunto questa subordinazione ciel programma radicale alle forze popolari, ossia questo suo carattere originario cli 1>artito di governo delle classi piil nu– merose e più laboriose, ciò che costituisce Ja sua fisonomia distinta o insopprimibile. . .. Chiarita così la. natura del partito radicale, ben poco rimane alla nostra critica. Le insufficienze, le dubbiezze, le lacune del pro· grarnma cho esso ha. formulato a.Roma, sono per molta parte le laC'une, le dubbiezze, le insufficienze delle forze democratiche d'Italia. Si è rimproverato ai radicali di non a.vere svolto un loro prog-ramma militare proporzionato alle forze finanziario del paeso. )la il rimprovero spetta anche a noi. Che abbiamo fHtto noi socialisti per av,•iarc il grave problema. verso una. soluzione immediata• monte possibile? Abbiomo, ò vero, presentato un disegno cli legge, ma di quella proposfa concreta ci siamo subito <l_imentica.tinei Comizi, dove abbiamo soltanto V<'llicato l'istinto lllltimilitarista delle foJlo e inneg-g-iato alln molto futura abolizione degli cser• citi. Ora, un partito che come il radicale è costretto, per sua natura, a com1>orre due forze così diame– tralmente opposte come sono lo resistenze conier• vatrici e le im1>1lzienzesocialiste, non ci reca me– raviglia se rimane immobile e dubbioso. Con ciò non vogliamo nè as:,oh•cre, nò condannare. :N"eifatti politici, che sono prodotti complessi dove la volontà dei singoli individui ha un'im1>ortanzn. secondaria, non vi sono nò colpe nò errori. Piuttosto vi sono degli atteggiamenti da spic~are, e delle spie• gazioni che sono ammonimenti. Nel caso nostro l'ammonimento che esce dal Con• grosso di Roma ci sembra questo: che tutte le fort.e democratiche d'Italia debbono compiere un nuovo sforzo 1>crprecisare le loro particolari aspirazioni, prima C'hc il partito radicalo possa tradurle in un programmi, di governo. lVAXOE BONOm. k ))1tbblicalo: I OIMLTERIDEI VIVI Discorso di F'ILIPPO 'l 1 URA'rI alla Cllmcra dei deputati per la. riforma carceraria Cent. 20 (presso lu Critica Sociale).

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