Critica Sociale - Anno XIII - n. 20 - 16 ottobre 1903

318 CRITICA SOCIALE meno di 20 milioni, ossia di 55 mila franchi al giorno, rileva come le Compagnie vr1.clnnoammortizzando il loro capitale d'impianto 1 mentre lo Stato non vi riesce. Quanto ai proz1.i cli trasporto, o~si sono uguali per ciò che riguarda il trasporto dei viaggiatori, ma lo Compagnie sono in vanbtggio sullo Stato per quJtnto rigu~rda il trasporto dello merci. ~fa, in Francia come in Ocnnanii,, dovo lo Stato si mostra assolutamente inferiore è per cio che ri• guarda il coefficientecl1esercizi.Q. Quanto alla Francia, il coefficiente cl'csercizio dello Stato sta a quello delle Compagnie private come 140 sta n. 101. Esso fu di 72 ¼ nel 1900, mentre quello delle Compagnie si mantenne a 50,6. [ due elementi fondi~mentali che costituiscono <1uesta differenza, come nota il Macquart, venendo così in sussidio a quanto abbiamo notato piì.1sopra, sono il mollo d'acquisto del carfxme e il capitolo spese <t'amminfstrazione. A I primo proposito il pro– foesor ]~inaudi ed io serivev,uno così sulla Critica Sociale del 1 ° agosto 190I : " Vi ò, inoltre, una parto della grande industria rer– ro,·iaria1 in cu·i il carattere industriale ò più specialmente spiccato, ò quella che comprende gli approvvigionamenti necessari all'andamento dell1impresa. Bisogna fare con– tinui contratti all'interno o all'estero, nc<1uisti 1 nJ>palti, impianti, modificazioni di tariffe, ecc. A questo è ne– cessario che l'amministrazione di una ferrovia sia or– dinata in forma industriale e che il personale abbia attitudine, intelligenza, spirito industriale, \ 1 oda soggetto a forte rcsJ)l)nsabilità individunlc 1 possa essere promosso, prcminto, punito o licenziato, secondo i meriti di ognuno. Ora, quanto ai contratti, l'amminidrnzione pubblica, com1>llcnta 1 lenta e continuamente sindncnta, legata inoltre dnl regolamento e dalln legge di contabilità ...., a)lparc precisamente In ))iÙ inetta all'uopo. Si imma– gina, ad esempio, un contratto per acquisto di carbone, ratto n epoche fisse, ai pubblici incanti, entro i limiti delle somme stanziato nel biltrnoio, previa richiesta di cauziono dai fornitori, e scmJ)r0 col pericolo per questi di vedersi all'ultimo momento respinto il contratto per mtrncflnzn dell'approvazione suprema?,, Ora 1>iì1che mai questo elemento dell'acquisto del curbone, così vitale per l'industria ferroviaria., di– viene difficile per lo SJ>cciulicondizioni dell'industria carbonifera nei suoi maggiori centri (1). g che preci– snmenh~ lo Stato (almeno organizzato come lo è pre– sontcmontc) si mostri il piì1 inetto !L questa funziono, lo dimostra110 i dati dello ferrovie francesi. li prezzo modio della tonnellata di carbone consumata eia.Ilo Stato e dalle grandi Compn.~nic francesi fu, nel 1900, cli fr. 2l,t4. Lo StRto però o quello che l'ha pag-ato pili caro, ossia in media fr. 27 1 21, mentre le Com– pagnie vicine, quelle che si trovano in condizioni analoghe di approvvi gionamen to, e cioè l'Ovest o l'Or– léa11.-.;1 non l'hanno pag-a.to che fr. LS,08 e 17 1 20 ri– spettivamente. La differenza ò quindi di 7 e di 10 franchi alla tonnellata a carico dello tato: ò enorme! Ilo detto che il secondo elemento, che aggrava il coefficiente d'esercizio delle ferrovie di Stato in l 1 'rnncii1, è costituito dallo ijpcso di amministrazione, lo quali superano l'l l ¼, mentre r(tgl?iungono ap• pena il !1 18 per quanto si rirorisce allo Compagnie. I•: qui e ntra in campo la grnn questiono del perso– nnlo, la q1rn.le ha agitnto gli spil'iti ir1 Ualia sino a pochi mesi or sono. Io non sono certo tenero dello Compagnie italiane in questa materia e l'ho dimo– strato sulla. Critica Sociale, quando si minacciava Io sciopero dei ferro"ieri. A li ora questì reclamavano B1b o a G 10 n semplicemente l'esecuzione di patti, ai quali le Com– pagnie erano vergognosa.mento venute meno da anni, RJ)(>Ogg-iandosisu una scrio ininterrotta di Governi manutengoli dei capibtlisti sotto qualsiasi forma. E se i ferrovieri, cogliendo la buona occasione, forti tiella loro organizzazione, oltt-e al rivendicare il pas sato, cercavano cli migliorare l'a,•venire, io trovavo iniquo che lo Stato intervenisse, appunto perchè sono amico del libero g-ioco della domanda e del– l'offerta. Ma, precisamente per questo stesso prin– cipio, ritengo dannosissimo che le ferrovie Yengano assunte dallo Stato. I ferroYieri italiani non dovreb– bero illudersi: il passaggio delle ferrovie nelle mani dello Stato non migliorerebbe i loro salari, ma invece creerebbe una burocrazia forro\'iera . assa i maggiore dcll 1 1tttualc, perchè la huroerazia, al pa.ri di tutti gli organismi viventi, ha una tendenza ir refrenabile ad accrescersi. Ma se i ferrovieri non guadagnerebbero niente dal punto cli vista dei salari, ci guaclagne• 1·obbero da quello della sicurezza assoluta della loro posizione, e ciò andrebbe a tutto scapito del pub• blico. E quest'ultimo anche sotto un altro punto di vista indirettamente ci rimetterebbe; sotto quello cioè dei danni che deriverebbero all'azienda, se agli odierni capi di essa, 1>a gati con stipendi por nulla esagerati, ma certo eleva.ti, di 60 1 80, o 100 mila lire all'anno, tali quindi da attirare una \'Ora élite cli alti funzio– nari, si sostituissero dei direttori generali a 10 mila lire all'anno, arrivati a· quel grticlo dopo 20 o 30 anni "di f'ccloli o onorati se1·vizi ,,. [1 principio fondarnen• tale, 11 che servono meglio pochi impiegati ben retri– buiti che non molti mal pagati,,, è vero pilt che mai i11 untl azienda progressiva come quella che qui ci occupa: e questo principio per una folla di ragioni fii a pugni con l'odierna costituzione burocratica dei paesi httini. Anche coloro, che, al contrario di mo, prov,.1110 una. grande sirnpati1L per lo Stato--farniglia, 11011 possono a. meno di tenor conto delle circostanze attuali del mondaccio horgheso in eui vi\riamo o hi– sogua puro che si rassog1lino ad aspettare che sia avvenuta quella famosa evolmdono, che l>Crmetterìt, con frutto o senza disperclimonto di energie produt– tivo, la nazionalizzazione di tutto il genero umano. 1 ferrovieri sotto alle Compagnie private sono un ottimo soggetto di propaganclfL: domani, impiegati dello tato, passano a costituire le piovre divoratrici del b11011popolo sovrano. Il 1>1111to di rista, finanziario. Per finire, accenneremo a una difficoltà gravissima. cli ordine finanziario, alla quale anelerebbe incontro lo Stato ita.liano se volesse nazionalizzare le ferrovie noi momento attuale. Ess,1.consiste nel fatto che, por riscattare le due grandi reti o por riordinare il sor– \'izio, l'[talia dovrebbe sostenere la spesa di tin mi– liardo. Naturalmente, a questi, non si potrebbe far fronte se non mediante un prestito corrispondente. Esso, o verrebbe fatto in rendita, o mediante emis– sione di titoli speciali. Nel primo caso, verrebbe allontanata. ìn<lofinita– mente la (lOSsibilità di una conversione al 3 1 /" la quale è destinata a impinguare le nostre finanze di 50 milioni all'anno. Nel secondo caso, comunque si fttecia la emissione, e supposta anche vinta la diffi– coltà. cli una omissione nlla pnri, questa esigerr.bhe un interesso annuo non inf'oriore al 4 ¾, ossia cli 40 milioni, a cui bisogncrebbo ft~giungere una quottL d'ammorta.mento del capitale. R evidente che qui si pone il problema: t piìl utile affrontare ora questa immensa spesa per impadronirsi cli un demanio che attualmente non rendo 1>il1 del 2 1 75 %, oppure è mi· glior politica rinnovare lo con\'enzioni modificandole opportunamente, per nitri •IO anni, durante i quali

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