Critica Sociale - Anno XIII - n. 20 - 16 ottobre 1903
Critica Sociale f?IVIST.11 QUINVICIN.111,E DEL SOCI.IIUSMO Nel Regno: Anno L. 8 . Semestre 1~.4 - All'Estero: Auno L. 10 • Scmci;tro [h 5,50. l..ctteree vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno Xlii - N. 20. Non, si vemle ci 1u1,111e,•isepn1•ati. Milano, 16 ottobre 1903. SOMMARJO Attualità. t.u cn~i del 11/(J!'illltllfv 1!0ddlisfa: I. f i,luluml (/Cl/!! (;/'lJi; lL /'tQ/'l(I e 1wali.c11 dtl r/1·0I11:lo1w1•i,!jll/Q 11\'Al>Ot: U0:10)11), f,{I /Q//(1 per fu SCl/01/1 (l'rof. l,UIGI CHi:OAIIIJ), Studi sociologici. v11c,1tro~l1ia«lli• n: ,i11110 ·iopcr,:, 1n:u•:1:1,o '' ,1110:-1), C:1111U11t i<OdClli (llull. 1.no .,1 llv:.Tt:)(,\ltTll-lf. IAi 11azWmlllz:11.:W11e del ,m.::l di lrff:l!JIO/'IO (11otl. ,\TTll,IO l'.\Ul\11), Filosofia., letteratura e varietà ~-,.,, l,ib1·1 t /:tr/,sle: 1,(1 Ul'(Wdt /Q/1(1 /f$C{l/t l11q1t8e (11. c.) Ai rita-cdatarii. Preghiamo gli abbonati, cui fu in, viata relativa sollecitazione, a volerci 11.1.andare senza indugio l'itnporto del 2° semestre. Altrimenti, per necessità d'ammini, straziane, faremo pervenir loro, verso la fine del mese, la quitanza a mezzo postale; e l~eg1va·mo9> d'ora di volerle far~on viso. LACRISI DELMOVIMENTO SOCIALISTA I. sintomi della crisi. Noi 1'empo del 3 ottobre - sulla scorti\ dolio OS· sorvazioui fatto dal!o :t.ibordi noi Mantovano ( 1 ) - ho cercato di lumc,!:qriare il dissidio che si va accen– tuando fra le L('gho ce,ntadino o i Circoli sociaJisti. Lo Lecrhc sono ad un punto della loro vita in cui conviene° o rinnovarsi o morire. 11 periodo febbrile della nascita è oramai supci:ato. J.'organiz;,,aziono offensiva. gli attncchi audaci o qualche volta teme– rari la ;icondtt alterna delle sconfitto e delle vit– tori~, debbono cedere il campo ad uml organizzazione di difesa intenta a consolidare le conquiste fatte e ti prepar~re lo YiC per le conquiste future. Il movimento di resistenza si ò - specie nelle campagne - abbattuto a. clue o~tacoli gra~issimi : la densità eccessiva della popolnz1one operaia, e lo sviluppo ancorn lento dell'accumulazione capitalistica. Per procedere inmiuzi, gli occorre quindi sfollare i pili rigurgitanti mercati c~i lavoro 1 regolarne 1<:cor– renti migratorie, muoversi con p1·uden~ae.con n~tcl· ligenza per non distruggere l'albero capitalista pmna di coglierne i frutti. Lavoro lento, paziente, silcn• 1ar zioso, che ha bisogno cli cognizioni precise per ope– rare con profitto, e che non si giovo. certo del ru• moroso facilismo con cui certuni credono risolvere i piì1 intricati problemi sociali. l~d è qui appunto che l'azione elciCircoli si rifiuta, di seguire Pindirizzo nuovo dello Leghe. r nostri Circoli socialisti sono, anche nelle cam– pag-ne, formati, pii1 che di schietto proletariato, cli piccola e mccli,1.borghciia, la c1ualo ò piì1 incli~c a lottare contro le conaorteric locali e J1oppress1onc fiacalc dello Stato, che non " confortare della aua opera assidua. e paziente le oq:;anizza:doni economiche elci lavoratori. Questa borghcsi!L •- cito fornrn in grande maggioranza l'ala polit!ca dc_ln ~s.tl' Opai-tito - poteva salutare con alte grida d1 g1 01a la re· surrezione dello campagne n, la " fioritura prole– buia .,, quando credeva ancorn che queste nuo"o forze potessero subito accrescere la sua influe!1z11. politica, e si pofusscro subito lanciare alla conqmstn di quel vago futuro che, nei suoi sogni più nccarc~• zati, clP.vepor fine al suo irrequieto ma.lessere. Anz1 1 in quel primo periodo idilliaco, ogni lentezza le J►il· rc,•a una colpa 1 ogni prudenza. una viltà. Enrico Li'crl'i 1 dopo lo sciopero sf?rtunato elci Poles.ine! af• formava che la sconfitta s1 doveva. all'avere I n/01·• misti predicato ai proletari che bisogna. essere mo– derati1 ragiouovoli, arr?ndovo_li ,,, con .che vo_leva <lire che occorreva pred10are Il contrario. E chctro il Ferri quasi tutti gli attuali rivoluzionari traccia– vano, in opposizione alla noi:1tra,una_ tcol'ia_ cl_cl_l~ sciopero, nelln quale il dispregio delle 1nsopprir111bil~ leggi economiche ora pari alla leggerezza con. cui si "'iuocavano i pili gelosi interessi del proletariato. Ma la. piccola borghesia dei nostri Circoli - non cli tutti s'intende, ma cli quelli che piì.1 oggi affet– tano dispregio per il riformismo delle Leghe - non doveva tardare a tornare sui suoi passi. Appena superato il primo periodo dell'attacco e iniziatasi la nuova fase delle Leghe, essa sentì che non lo con– veniva dedicarsi all'opera paziente e silenziosa ri– chiesta dallo or~anizzazioni cconomi<'he, opera. che scmh~ava doYessc distoglierla dalla sua. politica ru– morosa contro gli s1>crperi e Popprcssione fiscale dello Sta to. Quindi ma.no mano che le Leghe si ritraggono dalla pri :na line a ciel combattimento per inualzal'O intorno a sò i fortilizi capaci cli proteggere lo loro conquiste, la organizzazione politica ciel ~ostro par– tito abbandona quest'ala del nostro esercito, procla• mando che bisogna. finirla con " 11infatuazione delle Leghe,,, con la preoccupazione di acl.attare_la nostrl, politica ai bisogni cli questi " arnesi fuori uso ,,. A favorire questo distacco contribuisce lo svanire di un'illusione. J nostri Circoli credevano che le Leghe dovessero aumentare i nostri successi clctt~• tontli, coi C(llllli il semplicismo cli .molta gente m1• sura i progressi delh1 1~ostra mnrc1'.t. O1:a,con~e n~· h~,•a anche il Bcrnarol1 (1), l'orga111zzaz1011eh resi• (I) Xci suo cornmh1to 1111c l,eghe lllflllt-0\·1111e; 111 CI·i.tic(I .'iQ(Wfe del 1° ottobre.
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