Critica Sociale - Anno XIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1903
B ClU'l'lCA SOC[AJ,~ l23 risparmio di speso. verificato dai consumatori di pane - circa lire 13 l'anno, abolito interamente il dazio sul grano e consumato solo grano estero al prezzo medio di lire 17 il <1uintalc - nou venisse ri,,olto, come sarebbe logico, a consumi alimentari pii, ab· bondnnti e migliori; fra i quali, intanto, i nostri autori hanno g-ih messo il vino per una spesa mi– nima annua di 640 milioni per tutta la popola- 1,ionc. Quindi si insinun, di concedere all'Argentina, alla Russia, agli Stati Uniti, i'il>era introduzione dei grani o del JMfrolio 1 per rivolgete a quelle ngioui - man mano che le barriere doganali inasprite vietano i mercati europei - ;, nost,·l prodotti -industriali e quel/.i <lelle SJJeciaUzzazioni ag,·icole scatuhte e create, si è visto come, sulla, débaclc della, cerealicoltura, senza poi vedere quale vitalità presente e futura, data la grnnde concorrenza che le altre ,wzioni industriali si fanno reciprocamente in ogni mercato, potrà ~were la vantata COLTente di merce verso quegli sbocchi; senza vedere ohe non sono per la loro indispensabi– lit:\ confrontabili, agli effetti doganali, merci come il petrolio, almeno sino ad og~i, o il frumento con merci d'altrn. Sj)CCie,<1unnclo il petrolio ad es. rap– presenta in certu. misura UJHl. specie di monopolio di produzione per la Rus1:1it1. e gli Stati Uniti; e senza vedere che la Russia va ingigautendo a ,·ista d'oc– chio la sua produzione industriale in o~ni senso, pre1>arando, così, le mag-g-iori sorprese anche ai nostri industriali, non meno che ai nostri frutticoltori, orti– coltori e viticoltori; che negli Stati Uniti noi non possiamo avere alcun avvenire di espansione com– merciale; che l'Argentina e l'America meridionale in genere, oltrechè, att.ualmentc, troppo infirlo cliente, è 111:1sediatadalh1 produzione indusfrialc di tutto il mondo e che, pucse nuovo, pochi anni d'ordine e cli tranquillità ba.steranno per contrapporre, magari - anzi certamente: lo fanno gli 'tati Uniti i lo fanno le Colonie fnglesi dell'Austrnlasia; perchè non lo farebbero, su vasta scala, gli Stati dell'America me– ridionale? - con il rinforzo· di tariffe formida.bili di difesa, una complcb1 e robusta organizzazio11e manufattul'icru, alle nostre merci, come inso1·monta• bile ostacolo ad ogni concorrenza. Sappiamo benissimo che il sofisma della protezione viene sempre scoperto e bolhtto - è pratica costante dei professionisti, anche i (}Ìl1 intelligenti o corretti, del liberismo - in ognuno che non· s'unisce ai reclami contro i dazi di frontiera. Ma poco importa di ciò. Importa invece che siano aboliti tutti ·i, dazf, anche minimi, con carattere, anche accidentale, dì pro– tezione; e clte nell'abolizione si incominci propr:o di là ove i daz! hanno pienamente, come nelle nostre industrie - lo affermano gli scrittori della Critica - raggiunto il loro scopo. Ciò è logico per la pratica ed è il solo vero postulato che può ammettersi del Ji. berismo. Non ò, al contrario, nè logico, nè sano che cli un principio astratto si faccia. soltanto un'arme di opportQllità a favore cli questi e contro quegli interessi, suggerendo l'abolizione di questo dazio per sfruttarne le conseguenze a mitigare i danni che deriverebbero dall'abolizione di altri dazi a detel'lni– nate industrie, quando quei daz'ì venissero toccati. :Ah~ importa. assu.issimo che, volendosi chwvero illu– minare ed ag-ib1rc il paese su questioni non poco gnwi, e clippiìt involute e complicate come quelle risolte, abbiam visto come, per ora e pel futuro, negli articoli della Critica, la illuminaziolle scenda proprio in tutto le piì:1 ascose sinuosità. ed i più lont1rnì recessi; ricorchi o renda vi~ibili tutti i lati della questione; ccl ugualmente nessun raggio ne sia intercettato, dardeggi, esso, sulle cause, o tenti di climclaro le tenebre ,•ero con cui sono involti i rimedi. E. MAst-D,\_HI. G RISPOSTE STIZZOSE<•> Di questo genere ò il Comesi critica aJ)(>arso nel nu– nJero IG marzo della Criticfl. I signori Cabiati ed Einaudi \'i risJ)ondouo alle con– siderazioni del mio Il JJroblemct demografi.co , precisando, per la questione di fA.tto, il passo tolto al J)rof. Bordiga. Benissimo I Però, quando si pretende di sfuggire alla critica e non si \'Ogliono ammettere le illazioni naturali di cat– ti\'O espressioni \'erbali, o di queste non si ))rot\tta o non si costruiscono difettose espressioni. lo ad es. scri\'O: A) Al tal lavoro occorrono 14 opere d'operai a,tu!ti. Allora, chiunque leggi\ cupisce elle io chiedo: o 14 operai che prestino l'opera loro una sola volta; ·od un operaio che presti per 14 periodi di tempo - giornate di la\'Oro -· l'opera richiesta. B) Al lavoro occorre l'OJJeni cli 14 operai adulti. Qui l'interpretazione alternati\•a ò inammissibile. ~i richiede proprio la. presenza. simultanea di 14. operai e manca. il limito di tempo. Xe consegue che l'espressione A ò corretta e rende impossibile equi\'OCi su cui giuocare a tempo O))J)ortuno; mentre, ampliata nel un numero :r di casi simili, con– sen·a precisa, 11e 1 termini della proposizione origiuale, la portata demografica di questa. L'espressione JJ, in\'ece, ampliata. nel senso della. prima, richiede tA.nte volto la presenza. operati\'a di 14 operai adulti, quante si moltiplichi il ca'io concreto. Se, poi, si \'Olcsse toccare ad un grado di maggior precisione, non sarebbe sconsigliabile di usare, anche in vista della dh·ersitì~ di dosi di la\'oro, che le varie colture esempliflcate richiedono, l'ora di lctvoro come t.ipo unitt1rio per la graduazione delle dosi. La locuzione om di laroro, nppunto per raggiungere il massimo di precisione nella quantità, ò solitamente usata. dal Ma1·.x e dai segunci del suo motocio, anche non schiettamente socialisti, per \'aluta1·e il mpporto ,·alorimetrico di un prodotto: nè sarebbe equivoco usarla anche fuori di quella relazione. Però le conseguenze demografiche della imprecisa lo– cuzione che abbiamo voluto criticare sono quelle ve– dute. 'J'uttavia ci sorrido il non insistere su quella inter– pretazione: e \'Ogliamo seguire i signori Cabiati ed Ei– naudi, accettando l'espressione, diremo così (mi perdoni il prof. Bordign), incriminata, come corrottissima e non equivoca. In tal caso dob_biamo sonirci del numero dì giornate di lavoro d'OJ>erai adulti, indicate dal Bordiga, nel 1>assoricordato dai signori sullodati, passo che ora, al– meno, sappiamo essere \'eramente e genuinamente del ordiga o trovarsi nella Relazione, ecc. (vedi Come si c,·ifica in Critic<t Sociale, IG marzo, 1903 1 pag. 90). Prendiamo solamente duo delle cifre là.citate: quella di 200, che rnppresentn il minimo di giornate d'operai adulti necessnrio alla colth•a:1.ione di agrumeti; quella di 200, cho rappresenta il massimo delle stesse giornate por la coltura ortense molto intonsi va irrigata. Vogliamo anche avvertire che lo conseguenze 1 a cui si finirebbe, sarebbero ben altrimenti gravi, se si usassero le cifre (I) 1,a C1·ma1 1:i ca111110 f\J)crto alle <llscuHlont anche le 111ùvivaci; o &'lnlontlo elio al noslrl r1111\cl Cal.llatl e t:tnamll è 11lena111e11le rlsor- ,·nto Il dlrtho di rcpllCR, (Nota della CJtiTICA).
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