Critica Sociale - Anno XIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1903
CRITICASOCIALE 107 impone11te di capitale impiegato e disponibile, e una. velocità sorproudente di !lCCumulazione: dallo sbulio dei primi inizii nella trasformazione tecnica e della penosa ristrettezza del mercato, son passati a quello della diffusione pronta e completa dei progressi tec– nici e della csp~nsione sempre maggiore dello spttccio dei 1>roclotti. Orn, nel passagg-io dall'uno all'altro stadio, le condizioni necessarie all'incremento rnpido dell'accumulazione e della prnduzione na.zion11le si son mutate: la elimilrnzione di alcuni cocfflcieuti favorevoli ò stata compensata dal sorgere di altri coefficienti favorevolissimi : e cos1 pure l'elevazione dei salarii dh•cnne di per sò meno dnnnosa ;1.lla for– mazione e all'impiego del capitale, e trovò com1>enso tale da renderla indifferente sulle sorti dell'accumu• lazione e della produzione. Gli alti sala.rii non restringono pit'1 la massa dei redditi accumulabili, perchè qucstu ò divenuta tanto grande che basta il maggior reddito delle nuove tiuccessive accumulazioni ad eliminare l'effetto con– trario dell'espansione progres::-ha del reddito ope– raio. La tendenza al risparmio si è fatta così forte, che l'accumulazione ò divenuti\ ilutomntiça, ed t! per le classi pili forti, non una pena, ma un'abitudine, una funzione normale economica. L'energia degli imprenditori si ò così raffor1.ata 1 e l'adozione di sempre nuovi processi tecnici ò divenuta una neces– sità. così sentit1~ in ogni campo della produzione, che anche un basso reddito capitalistico serve a conservare :ili!\ economia m1zionale un alimento pili che sufficiente di iniziative e di cnpib,li. }~ così l'elevazione dei salarii, che forse ai tempi di Ricardo sarebbe stata una causa di decremento nell'accumulazione e un ostacolo allo sviluppo della produzione nazionale, non ebbe pit'1 tardi io quei paesj questo risultuto dannoso .. ~ i fatti pal~sarono che, ae il pessimismo degli scritt.ori ortodossi ha base di verità J)er riguardo ai J)rimi sta.dii dell'e,•o– luzioue del ca1>ìtalismo, nei paesi pili evoluti invece le vittorie economiche della classe 01>eraia si conci• liano armonicamente colle vittorie della produzione nazionale. . .. Ma a questo punto alzan la voce i teorici della nuova scuola ottimista, proclamando che gli alti salarii, non solo non incepp1tno il progresso delh\ economia nazionale, ma sono un fattore essenziale e necessario di quel progresso: e voglion dimo– strare che i trionfi economici delle nazioni più evo– lute sono l'effetto dell'elevt1zione progressiva dei salari i. Essi dicono elle fra il reddito del htvoro e quello della proprieLì capitalista non vi ha necessario an– tagonismo: l'alto salario è causa dì alto profitto, perchè da un lato aumenta la produttività del la– voro, dall'altro lato costringe gli imprenditori ad adottare sistemi tecnici pili perfetti, a risparmhue nel costo cli produzione, a lottai-e contro gli inter– mediarii. Così, il la.vomtore producendo di più e meglio, l'imprenditore organizzando meglio la produzione e il commercio, ambedue fanno sì che sotto la pres– sione degli alti salarii cresca il reddito nazionale; e quindi si Acceleri l'accumulazione e si migliori e si sviluppi la produzione nazionale. r, un osan,u~ al regime degli alli sala.rii, che può trovare il consenso cli quanti constatino, senza una critica attenta o sottile, le vicende recenti delle eco– nomie_ nazionali anglosassoni i non già di chi sappia rintracciare entro la complessità dei fatti economici l'effettiva connessione loro di cause ed effetti. Gli scrittori ottimisti constatano che l'operaio americano, meglio pagato clell'ingle:;e, produce me– glio e pili cli questo, che l'operA.io inglese, meg-lio pagato ciel francese, raggiun,!l'e un!cfficacia cli lavoro su1}el'iore a quella di quest'ultimo, e che in diverse epoche, durante le quali si accrehbe il tasso dei sa.• larii, ::,i venne accrescendo flnche Il\ produttivitù del lnvoro. E senz'altro cOncludono che l'alto salario è causa di alta. produttiYità di ll:J-'·oro. :l[a, per giung-ere a questa. conclusione, occorreva anche di111o~tr11re che tutte lo altre circostanze in– fiuenti sulla produttività di h~voro fossero nei varii luoghi e nei vilrii tempi costanti ed identiche: il che quegli scrittori non fanno. Che la quantità di prodotto, depurata dal costo, che l'operaio te1'sitore d'oggidì compie in una. gior– nata, sia di molto maggiore di quella. che otteneva cinquant'anni or sono, è un fatto che non si può attribuire all'aumento dei salarii, ma all'adozione di nuovi e migliori strumenti tecnici. Sulla maggiore proclutt.iviti\ dell'operaio inglese in confronto del francese, hanno indubbiamente efficacia e le qualità differenti dcli~ razza, e le diversità del clima, e il diverso grado di educazione tecnica, e il rispetto maggiore dcll"ig-ienc delle fabbriche. Negli Stati ame• ricani del Sud l'iunmissione nelle fabbriche di operai negri e cinesi ha mostrato che la loro produttivith, se non è eguale, non è certo tanto distante eia quella dugli operai bianchi, quanto son differenti le pretesu di salario: o quivi hL teori;l degli alti salarii non ò stata che un'arma 1>oliticacon cui gli operai bianchi pretesero di escludere dal mercato ciel lavoro quei temibili concorrenti disposti a sai;tgi ba.ssissimi cli salario. E oggi il meraviglioso svilupl>O delle indu– strie giapponesi costituisce per l'Europa un pericolo t.utt'altro che fantastico, appunt o perch è, in quei paesi a basso salario, il capitale, ttrma.to dei processi tecnici europei, hf~ trovato una mano d'opera altret• tanto produttiva. quanto quella dell'Europa. Dunque il grado crescente di produttività del la– voro, che quegli scrittori attribuiscono alla elevt1zione dei salarii, è per la massima 1>arte dovuto invece al progresso dei sistemi tecnici di produzione: e, poichè questo progresso non può essere raggiunto, senza la possibilità di anticipare, e per lungo tempo, grandi masse cli CA.pitale, così, in ultima analisi, la vera condizione necessaria della prosperità della produ– zione nazionale ò l'esistenza di grande quantib\ di capitale dis1>onibile. Senza di essa nessun progresso della produzione nazionale è possibile, anche quando scioperi e coalizioni eJm,ino il rrddito goduto dalle masse operaie. L'abbond,tnza <lo! capitale non è la 8ola condizione necessaria per la prosperità della produzione nazio– nale: ve ne sono altre: ma anche queste gli otti– misti della nuova scuola economica, o dimenticano, o erroneamente dicono effetto sicuro degli alti sa– larii. Perchè Palto salario significhi aumento della forza, della volontà, <lolla capacità di h1voro, bisogna che le masse opcritie destinino gli aumenti del loro red• dito a nutrirsi meglio e a. educ11re lo spirito e In mente: bisogna che alto salario significhi alto tenore di vita. f~ ciò che è avvenuto delle masse operaie inglesi durante tutto il secolo scorso: le ascensioni del sa• lario 01>eraio hanno portato ad mm verri ascensione sociale di quelle classi. In America invece la popo– lazione negra e gli immigrati gialli e latini, mentre partecipavano relativamente alla elevazione dei :rn.– lttrii) non han sa1mto raggiunger~ una corrispondente elevazione de) tenor di vita: negri e cinesi han dato s,·iluppo ai loro consumi antiigienici, al vizio, alla lus:3uria: italiani e s1>agnuoli continuano, anche con maggiori salarii, a far sacrificii di soddisfazioni fi. siche e morali, pur di accumulare un gruzzolo colla
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy