Critica Sociale - Anno XIII - n. 3 - 1 febbraio 1903

CR!1'1CA SOCIALE dello Gabelle, che cioè, mentre l'Italia e la Francia hanno un dazio quasi identico, il mercato di .Milano presenta su quello cli Parigi una forte eccedenza di prezzo; la qual cosa denota che, mentre nella vicina Repubblica, a causa della concorrenza interna e della corrente cPimporta1,ione relativamente scarsa rispetto alla produzione indigena, non si riesce a sfruttl1rc che parte della protezione daziaria, in Italia 110n solo si. sfrutta -interamente il clazio, 1m1, si riesce a tenere, mercè la speculazione, i 1)/'ezzi ancora pih alti di quanto il dazio stessocompo,·ti. E: questa spe– culazione, come si comprende, è resa possibile uni– camente dalla esistenza. del dazio. 3° Si potrebbe, con la precedente tabella, cal– colare quanto ogni anno i consumatori italiani rega– lano ai signori latifondisti cerealicultori. 1-'acciamo questo calcolo per il solo anno l900-901. Durnnte quell'anno, lo scarto, fra i prezzi medi del grano all'estero e all 1 interno, causato dal dazio, fu di 8 lire al quintale: il consumo salì a quint. 43.113.350. La maggiorazione di prezzo pagata. all'interno fu dunque di L. 344.906.800,da cui, dedotte L. 74.296.000 pngate all'erario por le tonnellate 990.6L2 importate dall'estero, resta una somma di I,. 270.710.800, elle ra:ppresenfct quanto in un solo mmo 'i ronsunwfori Ualicmi hanno 1·egalatocti cerealicultori, J)CL' l'unico piacere di nutrirsi col frumento nazionale ! . .. Concludendo il dazio sul grano : 1° è inutile, perchò non raggiunse il i::uoscopo; 2° è immensamente gravoso, e, come tutte le imposte indirette, è progressi\•o in senso inverso; 3° costituisce per la nazione che lo applica una perdita secca, superiore, come ha dimostrato il Bren– tano, al ,,antagg-io che ne ritraggono i proprietarì; 4° aiuta solo i latifondisti e i proprietari dei terreni migliori e non i piccoli proprietarì; 5° è pericoloso per le finanze dello Stato, per– chè un bilancio che si fonda sul dazio elci grani, così oscillante nei suoi redditi, si appoggia sulla. rena mobile; 6° è contrario a. tutti gli interessi delle classi agricole e industriali itulia.ne . Le conclusioni che si possono trarre da questi teoremi, dimostrabili con chiarezza. geometrica., sono evidenti : ma, rinforzandosi esse con altre pill gene– rali, derivanti da. quanto abbiamo sin qui eletto in materia di dazi e di politica doganale, formeranno l'oggetto cli un nostro altro e ultimo articolo. ATTILIO CABI.A'l'I e LUIGI ErnAUDI. SOCIALISMO E AN'l'IOLERIOALISMO V. - La scuota .• Valendosi dell'organizzazione perfettissima che pos– siedono e clei milioni dei quali dispongono, le Congre– ga.zioni1 colle prediche, colla stn.mpa, colle influenze, avvelenano le masse ignare, specialmente nei momenti di crisi, contro la democrazia e la Repubblica, in favore della contro-rivoluzione. " I predica.tori - scrive il Presidente del Consiglio, Combes, nella sua Relazione - invadono in otto o dieci una parrocchia, si sostituiscono al clero locale, si impa– droniscono dei conressionali e degli altari, gettando dal– l'alto del pulpito eccitamenti, di fronte ai quali noi re– stiamo impotenti. 11 Un socialista ghedista, o.ntiministeriale ( 1 ), aggiunge: " In forza di mostruosi prh•ilegi e dell'indifferenza vo– luta dei nostri governanti, il partito clericale è pene- B1b1otE--ra G no 81,:irro trato dappertutto e si è assiso qual pa<11·onc assoluto in tutte le nostro amministrazioni milit,ari e civili. li par– tito clericale solo rlecido (lell 1 a,•anzamento, accorda o sopprime gli im1Jieghi. Lo sue opero di assiste:tza e di c:irità. lo mettono in condizione di decidere c1e:1avita e della morte di coloro che han fame. Col!1insegoamento esso tiene in suo potere una gran parte della piccola e della media borghesia e dei ttgli degli operai. Inoltre, colle cappelle aggiunte alle officine, mantieue :-otto il suo potente dominio una note\'ole quantità. ,li operai. Ora, un partito che possiede un tal potere (pili di tre miliardi) iudustriale,commercialo e finanzia.rio aggiunto al resto della sua 1>otenza morale, non ò un partito te– mibile che occorre combattere con la maggiore ener– gia?" Ma. è sopratutto nella scuola che il congregazionista fa le sue conquiste, roggiando a servizio dei suoi dogmi te menti di quei minorenni che dovranno un giorno far muovere la mn.cchina dello Stato e comandare l'esercito e che potranno, all'accorrenza, obbedire all'intimai'.ione del tribuno di marciare sull'Eliseo Jler far trionfare la. contro-ri \'Oluzione. " Come può - si domanda ;Jnuròs - l'uomo che ha fatto voto di obbedienza. intellettuale, l'uomo che alle catene dell'abitudine e del pregiudizio, che ciascuno trae seco nella su:~ via, ha aggiunto lo catene della disciplina monaca.le, l'uomo che si ò impegnato a pensare ud a volere secondo il pensiero e la volontà del suo Ordine, come può quest'uomo insegnare in nome della Repub– blica e nella Repubblica? C'è una contraddizione es:-:en• ;, :in.le, un'antinomia irriducibile tra i principii cli vita, che egli ha adottati o sut.,ìti, e i principii di vita delhi democrn;,:ia repubblicana. ".È inconcepibile che una società, che procede dalla dichiarazione dei diritti e dalla Hivoluzione, metta a base del suo insegnamento qualche altra cosa che non sia il principio stesso della su,-..propria vHa. Qua1;do il principio di vita di una società è, come nelle democrazhi moderne, la libertà, 1;-.. tendenza naturale di una società ad affermarsi si concilia. col diritto superiore della per– sona umana. Non mai una società. ebbe come superttuo il diritto e il do\'cre di insegnare essa stessa a sè stessa ciò che è essenzialmente libertà. J•:ssa abdicherebbe al suo diritto, tradirebbe il suo do\'cre, si degraderebbe colla pili vile ipocrisia, se permettesse che questo inse– gnamento fosse dato da coloro i quali, colla loro pro– fonda volontà manifestata a mezzo cli un impegno as– sunto verso le Congregazioni, ne hanno negato persino il principio. ,, (') Risponde n questi concetti la moti\'azione del presi– dente Combes per il rifiuto di accordare l'autorizzazione alle Congregazioni insegnanti. Dopo aver detto che ora souo scomparse le circostanze che, durante il secolo passato, resero necessario l'aiuto dei religiosi per l'insegnamento pubblico, cosl egli con– tinua: " I rapidi progressi fatti da trent'anni in qua, e spe– cialmente dopo le leggi del 1882 e del 1886, i sacrifici consentiti dalla nn.zione assictirano ormai dappertutto e uei suoi diversi ordini il ser\'izio dell'istruzione pubblica, e se, nonostante il compimento di questa organizzazione, noi restiamo partigiani del diritto di lasciar sussistere, accanto al nostro, un altro insegnamento, ,li opporre alle nostre scuole, scuole rivali, in \'irtù di una concor– renza laica e privata, noi pensiamo però che il conser– vare in una condizione privilegiata istituzioni confes– sionali, i cui membri hanno rinuncio.to alla pienezza dello. loro indi\'idualifa, e i servigi dei quali Jlii'1 non rispondono ad alcuna necessità, non potrebbe che man– tenere nel paese divisioni profonde. ,, çi) (I) Pt/Ue Hlpublllllte, lO Rgosto 1"2, N. 4G24. 1t1 Commcntan<lo (p1cstB llclazlonc, un economista 11\)0rlstn, Il Do ~lollnnrl, nelln cron1lCa del Jo10·,wt (lf!J t.'co1,omUfts (I!', d1ccmbro) osserva elle è 1,crlcoloso espro1>rlnro sc11z1t LrHI01111\t1ì gli Immobili o lo scuoio del eongregazlo11lst1 e c11c SI corre Il rlsch!o di \'edere I colletth·!sll valersi di (IIICSlo J>roco<lcnto 1>ere:1pro11rlarc senza In• dcnnlti'ì In llorghcsln delle fcrrO\'IC 1 miniere, ccc.

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