Critica Sociale - Anno XII - n. 20 - 16 ottobre 1902

306 CRITICA SOCIALE rosse; la sua veste si colora col fiore del melo~rano. È snngue proletario. Oraclua1ità, responsabilità, misura: il servaggio non ha rclucato il senso di queste cose, senza cui la libertà non vivo - e uccide. J~ allora comincia. il duello. - L'omicida è Ferri. - L'omicida è Giolitti. - Le anime dei violenti - i forcaiuoli gialli ed i rossi - menano gazzarra nel sangue; ne vogliono clell'altro; ne hnnno hisogno dell'altro. Conviene che la. lotta. s'inferocisca: che l'ecc.idio si riproduca. Chi sa? - Nascerà la repub– l>lica. - Nascerì1 la riYincita di Bava, Heccaris. Tutti sperano nel temo al lotto. l:h, no, sciagurati! Vi sono delle madri, delle spose, degli orfanelli che piangono. Questi numeri Yolctc giocare? Sia pure: quei morf,i son nostri; l'omicidio è nostro. Abhiamo parlato loro di redenzione: hanno capito rivolti1. Non potevAno capire altrimenti. Dovern.mo 1 sa.perlo. 1~allora 'f Dornvamo sempre tacere? Cnncellare la pHrola redenzione dal rncabolnl'io? Cancellare la cosa? Di\'entare i manutcng-oli dell'oppressione? Rinunciare, per sempre, alla verità, flil'fwvenire dei miseri? Farci i complici ,·ostri nel tradimento e nella menzogna? BHdate: la ricerca. delle responsabilità indirette è un terribile gioco. Perchè non hanno capito? percltù hanno C8pito a rovescio? Chi li ha fatti così bruti, chi li ha. serhflti così miseri, che intendessero rivolta quando si dice redenzione? Chi li Yolle così impa– :dcnti e così imprudenti? Anche voi " dovevate sa– perlo ,i- Jrolto pili: roi siete i potenti) e dovevateevitarlo. Via., seppelliamo (1uesti morti, cospargiamo di rose i tumuli, non lasciamo che il ~Hngue fumi e dia, le vcrti~ini! . .. i\fa inhrnto~ Che faranno i socialisti 'f Vocicrnnno nei Comizii? Gridernnno che la proprieb\ è la respon– sabilCI?Attenderanno - imprecando - che gli eserciti spariscano, che il medio evo svanisca, che l'educa,-ione delle misere plelJi si eleYi? :Notiamo. Borra, Candela, Oiarrat.ana, sempre turn la causa immediata. Scioperanti e krumiri. (fonte che vuol vendere il lavoro e gente che vuol ricusarlo. Un ricatto reciproco. Giudice improvYhrnto, fulmineo, il rozzo gendarme. .I•: il Ministro della Giustizia prepara mm legge: condliazione obbligatoria, e arbitrato legale facol– taii\•o. Noi vagheggiavamo altro. Pensavamo che la. libertìt fosse migliore educatrice anche della legge. Sogna– vamo un popolo cli lavoratori che si corregge da se stesso, che si crea, quando ne ha bisogno, i propri arbitrati, che foggia a sè, colla misura, il diritto, e che l'impone nel Alth1i. Ma il rigagnolo di sangue che cola e che si rinnova ci comincia a fa'r dubitosi. Fummo forse troppo fi– denti, troppo ottimisti? Co1~1JHtgni, bisogna discuterne. J◄'ILIPPO 'l'UHATJ. B1h1oteca C no B1ar e UNA ILLUSIONE CHERITORNA 1l v1•oposito aella leqoe sulle <tl>it<iziont v<>volm•i Il sogno di Luzzatti. Enrico IV sognò, J)Ci suoi sudditi, un pollo ogni giorno. )..'on. Luigi Luzzatti è pili generoso e sogna, pei suoi concittadini 1 una piccola casa, che sia un matcriAle richiamo della famiglia che si dissolve e dia ai piì1 un punto ideale di ritrovo dei ricordi fJil1 dolci, un punto solido cli parton,-a per le speranze e le battaglie della vita. Nel sogno c'ò un senso alto cli poesia, come, un giorno non lontano, nelPinvocnzione d'annunziana alla siepe. Ma poichè la realtà è penetrata - nella sua rude veste - fino alle ultime porte delle più pertinaci illusioni, a che rinnovare clinan,-i le coscienze ~ la fantastica visione di una felicità, che non può venire? rn questo sogno c'ò tutta l'anima piccolo-borghese; ma essa ò moribonda. 1~ra impastata di egoismo e di ingenuità; l'egoismo dei j)OChiarrivati, l'ingenuità. dei molti che credono la vita un giuoco del lotto, anzichè un'aspra battaglia. Ora si dilegua; i lavom• tori sono divenuti consapevoli della sua inanità e sono tentati da ideali piì1 consistenti, che ogni giorno dh•entano parte viva e vitale della realtà. Eppure Luzzatti si affanna a ridar vita al grnn morto, applaudito furiosamente non da quelli a cui - magnifico signore - vuol donare un mozzicone di proprietl1, ma dagli altri che hanno davvero, per sè, realizzato il sogno proprietario. Egli non si chiude in sè, nelle sue spera1ne e nelle sue visioni, ma - buono apostolo moderno - scende tra le genti a portare la buona noYella della proprietà - l'ar– cigna megera - che salirebbe a riverire, con viso imbeHettato, il lavoratore che suda e si affatica ne!Popera quotidiana. e pii1 ancora nel pensiero della ricchezza frutto del la.voro. Qual è questa buona novella 1uzzattiana? Bccola in poche parole. L'operaio non ha vita di famiglia, perchè non ha casa. Dove oggi dimora, ne soffrono ht salute, la morale, la sua vita privata, hl società. Diamogli una casa, un angolo del mondo suo, dove sia qualcuno e dove gli sorridano gli affetti purissimi, ed egli ne uscirà rigenerato, forte per sè e per gli altri. Come? Abbiamo istituti di credito e di benefi• cenza, con capitali ingenti; facciamo che questi, in– vece di sonnecchiare in impieghi senza un'idea alta animatrice, scendano ,,erso gli umili, non fino a ciascuno di essi, ma Y0rso delle Società cooperatiYe o lievemente speculatrici, che siano garanzia agli istituti e provvedano ad ogni lavoro preparatorio tecnico e finanziario. Ogni operaio, che voglia e possa acquistare Ja sua casetta, si presenterà ad una delle Associa.zionlco– struttrici e si impegnerlt cli pagare ogni anno una somma, in cui sia compreso l'interesse del capitale ed un premio di assicurazione sulla Yita.. Egli pa• ghen\ per 30 anni una somma variabile tra 202.95 e 338,26 lire, secondo il valore della casa, e diverrà. proprietario prima di morire. Se invece la morte lo traesse prima con sè 1 la casa. -· per virtù dell'assi– curazione - passerebbe alla famiglia orbata del suo capo. Ecco gli operai padroni di casa. La cosa è com– mo,•ente. Il lavoro preparatorio è ormai compiuto. Gli studi sono fatti, i progetti preparati, i denari sorridono già da,!?lisportelli semichiusi delle Banche, i filantropi d'Italia sono in moto, il Verbo si fa carne, l'ideale ritorna sulla terra e le nubi grandi– nifere si disperdono. La proprietà ed il laYoro si

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