Critica Sociale - Anno XI - n. 16 - 16 agosto 1901

242 CRITICASC"JIALE titi d'opposizione. Quindi le alleanze elettorali e una spiccata prentlenza dell'azione politica sulla predica– zione a.stratta e J>erciò " mistica,, del colletti\'ismo di là da venire. ÙJ>ponevanogli altri il pericolo che, velandosi cosl le finalità lontane del socialismo ed inflltrando.~i un elc• mento s1rnrio nelle schiere proletarie, verrebbero meno al partito il suo contenuto economico ed il suo carattere di classe. Per costoro bast-ava proseguire imperturbati a " fa.re delle coscienze socialiste 11, fiduciosi nella forza rivoluzionaria che sprizza dal " proletariato cosciente " tanto Jlil1 quanto meno lo si snena con contatti politici che stimavano J)Cricolosi. Prevalse, come è noto - e pili per forza naturale di cose che IJer clecreto <li Congressi - la prima tendenza. 1~allora, contro il l~erri, eloq_uente capitano della. ten– tenza soverchiata, erano, con Arturo Labriola, tutti i credenti in tOla Jlrossima repubblica italiana. Se non che, il rispetto alle libertà. elementari di as– sociazione e di proJ)aganda, elle presagiva.si conquista faticosa di anni e magari risultato di mutamenti pro– fondi, si consegui con rapidità inopinata. Un complesso di vicende, una campagna. elettorale fortunata, seguìta a una lotta parlamentare memorabile, schiusero il varco a un :Ministero di Sinistra., che si tro,,a in questa per noi ,•antaggiosa condizione, di dovei· vivere coi voti nostri. JI lavoro di organizzazione e di Jlropaganda, iniziato l'inverno scorso, si slargò in un clima favore– vole, e oggi noi abbiamo }Jarecchie centinaia. di migliaia di contadini organizzati nelle Leghe. Una nuova fase si aJ)re ora nella ,•ita del partito so– cia.lista. Superato l'ostacolo della reazione violenta, ri– conquistati i pochi strumenti di Iibertl, coi quali è ratto possibile l'acquisto di libertà ulteriori, Patti\'ità nostra si ò ri\'Olta pre\'alentemente alla funzione economica. Oggi non solo abbiiimo nel nostro 1>rogramma. le riven– dicazioni ciel proletariato, ma. abbiamo il J>roletariato con le sue rivenclicazioni entro le nostre file. Non ci balocchiamo pili con le frasi, ma siamo a contatto con le cose; non declamiamo Jlil1coi vocaboli rh•oluzionari, ma la rivoluzione la portiamo nell'intelfetto dei nostri contadini. E man mano che il nostro partito va acquist,wclo l'impronta genuinamente JH'Oletaria, man miino che \':t svestendo il suo abito di piccolo borghese })Cl' indossare la giubba di fustagno, man ma.no che va a porre al si– curo le conquiste materiali di oggi per farsene leva alle conqui~te di domani, il suo carattere si precisa, il suo atteggiamento si muta, la sua personalità. si distingue impro\'\'isamentc da tutte le altre. Non ha. pili la teme– rarietà spensierata dei partiti bw-rfc,'<uleurs, ()erchè ha delle conquiste faticose che non si possono rischiare a cuor leggero; non ha Ilil1 le S}leranze folli dei partiti che credono in pochi giorni di far casa nuova, perehè, a contatto con la folla, ha imparato quanto ne sia lenta la educazione; non ha il Jlossimismo sistematico delle quotidiane Cassandre, Jlerchè esso, che lavora con fede, non conosce il tedio fastidioso dell'ozio. La corrente, dunque, che prima. era prevalentemente J)Olitica, si volge ora alla funzione economica. Anzi, meglio: la corrente, che prima afferma.va . tra.versare noi un periodo del tutto anormale, durante il quale ogni aiuto esteriore era. una risorsa necessaria, oggi, superato il periodo d'eccezione, intensifica. il suo la,,oro per crearsi intorno un partito di proletari che, delineata re– cisamente la individualità. propria, 11011al.Jl>ia Jlil1 bi- BID IOteca lJlnO bla o sogno per l'avvenire di_confondersi con altri partiti, con altre classi, con altre tendenze. Ma. è qui appunto che la corrente media si separa dalle due correnti estreme, ohe l'avevano a. volte se– guìta, a volte anersata; è qui che, tanto la corrente prevalentemente politica, quanto quella esageratamente economical si rinchiudono nella difesa della loro angusta e particolare veduta e accusano di eresia il nuovo e naturale sviluppo del movimento socialista. A primo colpo J)arrebbe che la corrente, la quale fa– voriva la. }lrevalonza della. nostra funzione economica, dovesse rimaner paga dell'attuale orientamento. Ed in– ratti coloro, che, come il l~erri, pure parteggiando tler un ordine di idee che non era esattamente il nostro, hanno seguìta e aiutata la marcia ultima del partito socialista, non possono essere in sostanziale disaccordo con noi ( 1). Ma vi ò nella corrente sedicente operaia un sedimento di })regiudizi e di errori, che viene subito a galla to– stochò un Jleriodo estremamente complesso e delicato come il ))resente dimostri la interdipendenza dei feno– meni economici dai fenomeni politici. ller i a: follaioli "' che credono fare della politica OJleraia adulando gli istinti clella folla ed esagerandone con poca onestà l'accortezza e la intelligenza, la virt.uale J>0te11za, economica del proletariato diventa senz'altro l:t sua {o,·za.e/f'etliva. Essi non l'ittettono che, se la potenza del proletariato - quella tale poten.za Yirtuale su cui contavano fino dal 1848 .Marx ed Engels - è un risul– tato spontaneo e fatale del modo capitalistico cli proclu- 1done, la forza agente è invece misurata dal grado di coscienza che il J)roletariato ha della sua soggezione e della sua possibile liberazione. Dimenticano cioè ohe, 1>er il movimento socialista, non basta l'esistenzt~ della lotta di classe, ma occorre sovratutto la consapevolezza della lotta cli classe. Da questo errore teorico deriva tutto l'atteggiamento del sedicente socialismo OJJeraio. Che cosa è J)er esso tutto lo srorzo faticoso per conquistare la possibilità })Olitica di fa.t•agire, con speranza cli successo, gli oc– culti attriti di classe? Che è }Jer esso la sottile industrhl dei condottieri e dei partiti Jler conquistare al IH'Oleta– riato la. possibilifa della organizzazione economica? Qui– squilie di nessun conto. 11 11roletariato - esso pensa - ò da sè una forza gigantesca ed incoercibile; e non occorro nò al>ilità di gruppi parlamentari, nè atteggia– mento favorevole di Governi, nò sussidio di riforme, perchè abbia a soverchiare tutte le altre. Diciamo al ))OJ)Olo che esso è forte, e vincerà. Ora, è appunto questa tendenza, che ha molta })aren– tela con la dottrina anarchica, quella ehe spunta, sca– pigliata e violenta, nei nostri dissidii. J~ssa, che non 1mò comprendere come la odiema organizzazione del proletariato sia stata favorita dalla tregua della rea– zione, crede che il mo, 1 imento attuale non abbia alcun rapJ)Orto con le nostre mutate condizioni t)olitiche. Per– ciò essa continua ad essere sistematicamente antimini– steria.le, anzi a.ntiparlamenta.re , proJlrio nel momento in cui il partito, mercò la sua abile azione in Parlamento, può riacquist.a,re il suo carattere schiettamente operaio! (') li t'erri, 111 1111recente 1u-llco1u 11ub1Jllc11tonel ,11011vtmt11t so– cùlllstc, <IleoIn sostnnzn che, 1rnr co11il11utu1(loa" rMo <1ri11n cosclenzo soclallste n, e.rii 11011 è 11cr "l'lntrnnslgom:a nssolula o 11urnmc11tc 11cgal1'•11, che consisto stmpltct111t11te e m1icamt11tt nel voh,ro sempre contro n· Anzi, cgll gtustlnca I \'òtl <h1tlAl ::w1111stcroZanArdoJU o 1,rotcslii. contro colorò che c1111111uu10de1iutatt sochu!sU rcs1ion111\– blll llell'eccl(IIO lit llorra.

RkJQdWJsaXNoZXIy