Critica Sociale - Anno XI - n. 12 - 16 giugno 1901

178 CRITICA SOCIALE f,roppo timido o troJ)pO limitato nel enmpo della. sun. azione; d'altro canto, non ci sembra offra sufficienti ga• rnm:ie, le quali ci assicurino che, nJJJ>rOYntoche :-.ia, san\ veramente osscnato. Mi sia lecito anzi esprimere, di passata, il convinci– mento, che l'on. Znnardellì, il qunle, nelle sue primo clicllinrazioni qunndo ru,sunse il potere, e di poi, nel magistrale discorso ciel 17 u. s. sul bilancio di agricol– turn, industria e commercio, si dimostrò cos\ 1>enetrnto della importanza o dell'urgenza di questo genere di lcgislar.ione - egli cui toccò già. non so se l'elogio o l'ac<'usadi prc11iedercun Ministero di " rirorme audaci" - avrebbe osato assai di pii1, iìC non avesse trovato un di-,cgno di legge bello e ratto e già. presentato, e se, rm tonte difficoltà. cho si trovò sulle braccia, non gli rosse 11nrsauna gnrtrnzitt di successo il seguire qui il solco giù. tni.ccinto dal Gal.>inctto 1>recedcnte. J I progetto Cnrcano ci pare troppo timido sotto tre nspctti. Innan1.i tutto, il campo <li azione della legge è limitato ai laYori industriali; mentre noi crediamo del.>bn est.endcrsi ai laYOri commerciali Nl agricoli, ad ogni lavoro :,alnrinto. Conosciamo le diillcoltà })ratiche che vi si opI)ongono, sopratutto nell'agricolturn; mn vi sono hwori agricoli, sempre più numerosi, J)Or escÌnpio i la,•ol'i di risaia, che hanno , 1 ertL rorma. di lavoro indu• strialo e che è iniquo escludere dalla protezione della legge. Le stesse J>nrole dclPon. Zauardolli, sulla necessità di e11tcnderc alle classi agricole l'istituto, per esempio, del vrobiviri, perorano in uostro favore. Non è giusto, e non ò neppure politico, trasandare i contadini, J)erchè finora si agitarono meno degli opel'ai della città, mostrnndo coi-l che non sappiamo se non ·rarci tl'arre a rimorchio. D'nltronde, nuche lo masse rurali, lo vedete, si agitano; e, se per ora fanno sopratutto questione di orari, di salari, di ra1111re:1cntanze,presto lo urlrete reclamare proHcdimenti di legislazione sociale. 1~: opportuno cho il Parlamento ne J>revenga i desideri. Non pal'io delle classi commercinli, perchò il sup)llizio delle commosse, dello tenero gnrzoncclle di snrtn e di modista, le picci11i11e, come le chiamiamo noi lombardi, ò co'll noto cd ha rornito tanta materia di letteratura picto:,;a, che ò soverchio aggiungere in pro1>0sito u11a sola 1mrola. 11disegno di leggo Carenno è 1>oi tro1>1lo timido anello pe1· ciò cho riguarda i limilt di etù, cho noi crediamo si debbano notevolmente elevare. Esso inratti non fa che differire il limite per l'amrnis. sione al Itworo, dai nove, com'ò attualmente, ai dieci– nnni, imponendo flno ni quindici nnni il certificato me– dico di sa11ità e l'esclusione dai lavori insalubri e peri– colosi: prescri"c il ma:rimmn cli otto ore clni dicci anni ni dodici, o di undici ore di lavoro - notate, o signori .– dili dodici ai quindici anni. g, come ciò fosse già troppo rigore, apre l'adito, coll'art. 3 e col caJ)O\'ersodell'art. G, n. tutte le possibili eccezioni e dispense. Unsti <lire che la giornata di undici ore dai dodici ni quindici nnni non trova riscontro in nessuna dello leggi straniere e su1>ora di quasi il dOJJJ>io quella stabilita nel Congresso di llorlino. Noi inYeco vo1·rommoolevnro l'ammissione al lavoro ni quindici anni; llsimrc dai quindici ai dieiotto il ma.rimum di sci oro, dai diciotto ai venti quello di otto ore, con 01>1>ortu11i intennlli di riposo, e J)rescrivere che ))rima dei vent'anni non si impieghi nessuno nei liwori sotterranei, insalubri e J)Cricolosi. Come non si diventa soldati 1>rimadei vent'anni, così 11011 si dev'essere nr- B b tPC"l c.. 10 ts1a c,o ruolati nella dura milizia dei lavori 1>cricolosie deleteri all'igiene. Questi limiti di eth s1>ieganoperchò intitolammo questa legge, legge sul lavoro, non dei fanciulli, ma dei mi110, nm1i. Terzo punto: le donne. La legge Carenno s'intitola dalla protezione delle donne, ma in realtà. dovrebbe intitolarsi dallo solo minorenni. Poichò, salvo il periodo del puer1>erio 1 nel quale le donne sono da essa insufll– cicntemente tutelate, o sa.Ivo per il la"oro sotterraneo, la tutela non ò che per le minorenni. Noi crediamo invece sia. interesso assoluto della civiltà. e della s11ecioche la donna, la madre, a qualunque età, sin sottratta ai la,·ori che deteriorano In razza, come il lavoro sotterraneo e l'csaurientissimo la"oro notturno; su questa via. non abbiamo ohe da imitare le altro na– ;doni, l'Olanda, la Oormanin, la Frnncla, la Svizzera o 1>ersinoIn Uussin.! Del pari, voglinmo limitato il lavoro salariato femmi– nile a 48 ore settimanali, o cho la la\'Oratrice, oltre il consueto riposo restivo, sia ln11cintn.libera anche nel 1>omeriggiodel sn.bnto,cosa questn rcoln111ata<ln.e"identi esigenze di famiglia. Chiediamo ))Oisin disciplinn.to fra limiti J)rccisi il lavoro delle oro su1>1>lementnri,o sia chiuso il vt\l'co a tutte le eccezioni, colle quali si ren– dono illusorie lo disposizioni della leggo. A llorchò <1uostodisegno di leggo si diseuterì,, io con• fido di port.'\l'e dinanzi nlla Camera documenti, che non potranno non destare la piì1 viva. impressione, intorno alla rm·ina fisica cagionata alla nostra specie dnl lavoro a cui sono condannate le donne 1u·ossimo nl 1rner1>orio; documenti di una irresistibile eloquenza, che dimostre– ranno come In dls1>ensa dal lavoro J}Crsoli ventotto giorni prima e dopo il J>nrto - riducibili poi a qunttor– dici, perchò il J>rogetto Carenno ammette sempre lo eccezioni e lo riduzioni - sia as'lolutamentc inadeguato nllo scopo che \'UOIraggiungere. li termine cli sci setti– mane antecedenti e successive al puerperio, che ò il termine da. noi proposto, è quindi tutt'altro che ecccsAivo. Para~onnndo questi deflùlerafa con quanto si HH· nuncia siano disposti ad accettare ht Commissione ed il Governo, la distanza. <li misura, è ancora cer• tamente notevole; ma è già. un ottimo sintomo e un sicuro aflichunento per l'avvenire - se il partito saprà manovrare il, dovere - che ui 1>rincipii, pro· pugnati da noi, siasi fatto buon viso. . .. Ma. non ci facciamo illusioni. fn questo campo - come si avvertiYa alla Camera - lo prescrizioni della legge sono il meno; l'esscnzinle sono le ga• rnnzie che impediscano agli intercssRti di eluderle. J/esperienza delle leggi sociali già. votate, lii quella stessa ora, vigente in questa mntcl'ia 1 cli quella sul• l'istrnzione obbligatoria, ecc., ccc., o ricca., in pro• posito, di ammonimenti. Ora, colle eccezioni già notate, il progetto Ct1rcnno offre piuttosto clellé garanzie alla rovescia. Anche su questo 1>roposito il nostro pensiero fu espresso chiaramente alla Camera, e il lettore tro· verlt. scusabile che continuiamo a hwomre di forbici. OartLnzie serie vogliono essere di tre ordini. JI principale impulso alla violazione della leggo ò la miseria di coloro a cui benefizio In legge stessa vien ratta. T fanciulli vnnno all'opificio meglio che alla scuola, 1>crchòil tugurio hn bisogno anche del misero contributo del loro salatio. Necessita quindi rcnllerc la scuola obbligato,-iasul serio,

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