Critica Sociale - Anno XI - n. 11 - 1 giugno 1901

162 CRITICA SOCIALE nelPotro antica, per sudar meno a. farlo trangugiare. In realtà, ed ò ciò che piì:t importa, nella sostanz,i della cosa si fu tutti d'accordo 1 nò il significato della. formula potè suonar dubbio ad alcuno. Si fu d'ac.-· conio, cioè, sul dovere di clifendere dagli assalti rea– zionari un Governo, che - pur restando Governo di classe, e di cJnsse borghese - rispetta (salvo ecce– zioni J>erifericlle, 1>erripetere una. parola del l 1 'crri) lo svolgimento normale, ossia civile e fecondo, della lotta di classe, e non la violenta. incaJzandola nei viottoli ciechi del tumulto e della repressione san– guinosa. Questo è pel mom.ento, ossia nelle present.i condizioni pa.rla1ucntori 1 quanto cli meglio può dare il Governo a.I paese; e per questo potremmo, col Maironi, fargli gra.zia del.le velleità di riforme tribu tarie, che si annunciano anfora e poi, currenti rnta, diventano orciuolo. Anche si consentì da ciascuno che mal si sostenga cotesta difesa, sia proclamnndoci spitvaldamente, e contro il ,·Oro, dominatori esclusivi della. situazione, sia. screditando gli uomini dell'attuale Oovcrno come giocolieri volgari o soggetti pnssivi; perchè, se è vero (ed è nell'essenza elci regime pa.rla.mcntarc) che l'o– pera. del Governo sia una risultante delle fonw sociali in conflitto, ò ilnchc vero che non è una risultante 1mramente meccanica. Si affrontò poi la questione (lo è essa davvero?) nascente dal1 1 ipotesi che l'Op– posizione reazionaria tenhlsse, all'uso di Francia, carpire i no~trì voti prochrn1ando, a. puro scopo di assa..lto al Ministero, qualcuno dei principi i del nostro prognunma, fJer es. (come infatti si mulinava) 1'1t1Jo– lizione dei fondi segreti, o meglio il rifiuto di quei fondi al Oal>i1_1etto presente, salvo riottenerli datogli il gi1.mbetto. .I~ anche qui non sorsero obiezioni al riflesso lapalissiano che· nò il progrnmma. impone ai socialisti, nò le opere di Carlo Mar:x consigliano ad essi, di essere imbecilli perfetti e di cascare nl– legramente nelle trappole avversarie. 'J 1 antopii1 che, a eliminare gli equivoci, soccorrono in simili casi - vecchia inveirnione ! - le dichiarazioni del voto. C~sì 1 per analoga. ragione, fu sepolta senza cpicedii la metafisica pretesa. della scuola storica re1>ubbli– ca11aluganese, di esigere dal Oabinett.o, nelhi Carnera presente, la cosidetta " codifìca;done della libertà n· Singolare reversione atavica cli intelletti esuma.tori, smarriti nel formaJismo, cotesto ritorno al culto dei simlJoli sot,to forma di carta stampata legislativa! Quanto a noi, materialisti della, storia, che cioè della, storia non cerchiamo i riscontri fornrnli, ma l'anima in perenne tramutazione, sappiamo troppo bene che nessumi legge di libertà. (fosse pure oggi consegui– bile) tolse mai alle forze reazionarie, se pl'Cponde– ranti, di prevalere; come nessuna. legge arcaicfunent,e tirannica. (esempio l'[nghilterra) ostruì durevolmente il varco alle forze, conquistato coll'uso, delh~ lil,crtìi. Perciò badiamo alle for;~e, prima che nl suggello legislativo. La pretesa osteutata. del quale Mrebbc im eccellente bastone nelle rnote per far rinculare o ribaltare la. carriola ancora. tentennante, che ci porta la scarsa, ma preziosa provvista delle lilJertà di fatto che servon da seme. Da notare che il Gruppo repul)hlicano 1 riunito dopo il nostro, sfoggiò un'altra YOlta la. meravigliosa ca– pacità imitativa del suo partito, prendendo supergil1 uguali deliberazioni di massima . .f'inanco il casoper caso, se crediamo a qualche giornale, fu imitato, :lhimè ! e tradotto in 1111 i·olfa,.1>ermila; ma l'cffetto 1 lo 1>otete giurare, sarà il medesimo. .Dopo ciò si dovl'Cbbero supporre cessato per om le requisitorie, dal campo nostro, sussurrnte o gri– date al " ministerialismo n di questo o quel socia• lista. L'apriorismo fatuo e il demagogismo persoMle, che a.vevano minacciato ribellioni e scandali, nel cou,,cgno cli Roma non osarono far capolinoi nep– pure furono CYOcate(qual selle pili propria di quelJa ?) B1b rote :-:1 C, no B1arcc le famose dodici tavole di .Reggio Emilia; le quali sia detto di passata, e in via di rettifica - non eb– bero il nostro voto neanche allora, che erano in– nocue. A un futuro Congresso, se tendenze diverse alligneranno noi partito, sarà. giusto sciorinarle al sole; ma. allora 1 se l'esperimento presento duri anche un poco, la semente avr.\ dato qualche principio dì messe, e i fatti 1>arlcranno pili alto delle 1Jarole. . .. Questo atteggiamento, omai ufficialmente consa– crato, dei socialisti, significa. esso che il Governo fornica. con noi, come vanno strilhlndo le gazzette capestraiuole, oppure che noi ci siam fatti governa– tivi, rifol'misti, opportunisti e millerandisti, come sbraitano lo stesse gazzette, che poi, senza più ri– cordarsene, assalgono il Governo per la mano che porge ai "demolitori della proprietà. e dello Stato?". - Nò una. cosa, nè l'altra, ccl è puerile parlarne. - Il Oovorno non ò che un Governo timidamente bor– ghese, il quale ricorda che h, rivoluzione del '48 ò dietro, non davanti di noi, e non crede che sfa buona tattica consenatrice sospingere alla rivolta. lo classi poJ)olari: del resto l'esperienza. fu fatta, e gran parte, la, meno corrotta, dclhl borghesia. italiana ne serbii il disgusto. Concedendo una non certo immoderata libertà anche - come a tutti gli altri - ai partiti popolari - alle classi popolari, come a tutte le ch1ssi - esso fa, llt J)()/ific<t s11a, che ò politica. semplice– mente di 0oYorno ch•ile: sorreggendolo per questa via, finchè esso non scarti, contro gli assalti e lo insidie, noi non facciamo la politica del :Ministero, facciamo tu, 11olitù;<1, nostra. Noi formiamo la t.1·incea che permetta al nostro partito ed al proletariato italiano di svilupparsi, alla. pari degli altri partiti ed ordini sociali, nella. liberti\ e nell'ordine. Ufficio modesto, ma necessario e preliminare ad ogni altro. Or qui non vi sono nò sfruttatori, nò sfruttati, nè ri– cattatori, nè ricattati 1 nè contratt.i, nò tolleranze, come si va. ripetendo da chi non ci crede. 'l 1 alu11i s 'era.no avvezzati alla convulsione cronica del nostro paese: la saluto gli par malattia. Ma. come? Non abbiamo strepitato fino a. ieri che ertL la nostra. ch:umazione in Ualia, dì noi socialisti, dovere, oltre il còmpito nostro, accollarci quello clelltL borghesia, non nata. ancora od igr.uwa, il còmpito di cont1uistare lo liborfa elementari, di guarentire la. competizione civile degli interessi e delle classi? Rei ora, che una. parte della borghesia s'è fìirnlmentc incarnata in un Governo borghese, che comincia ad assolvere, scaricandone Je nostre spalle, questo de– bito suo, e solo vuol essere circondato e difeso fìncllè abbia. fa.tto un po' meglio i muscoli e l'ossa, ora tro• vcremo strana la cosR, e disdegneremo l'ufficio, o vorremo, per l'orza d'abitudine, tornHre a. spellarci h mano nei ferri dell'altrui bottega:'! Sì, quesbL è la politica nostra; ma è ancora la po– litica nostra. della aola difesa, la qua.le ci dee porre in grado alla fine cli iniziare la politica. nostra posi– th·a e specifica. Vedete, per esempio, questa fioritura cli scioperi che ha commosso il paese. Le classi la– voratrici, sentito men fiero sulle spalle il giogo po– litico, si pi·ovano a. stendere le braccia, misurano le forze in una lotta ancora ineguale, talora, come a. Molinella) sacre alla sconfitta., talorn conquistando parziali ,•nntagg-i. ·1~: una mobilitazione improvvisa, fatta senza metodo, senz'armi, feconda. tuttavia di educatrici esperienze. 11convegno nostro di Roma raccomanda prudenza, e sta bene; ma 1 por eh i aspetta consiglio, è dire 1>ocopii1 di nulla. Or qui si parrebbe la nobilb\ elci partito socialista, iJ'ei fosse uscito ch1lle fasce della difensh•a; qui è un suo uf– ficio specifico. Noi vorremmo che, come fa il Bonomi pili a.vanti pel 1lantovano, gli amici 11ostri delle vario t>laghe

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