Critica Sociale - Anno XI - n. 9 - 1 maggio 1901

CRITICA 8001A LE 143 cietà dc11a solidarietà .umaua che stabilisce l'armonia I lario della mia, più comprensi\·a, dcli' 11 utile sociale ,,, degPinteressi. Chio.ra. è quindi la. contraddizione del Bonomi, al– Iorchè, <101>0 di avermi imputato di trascurare il lato cli1:o del problema amministrativo, dichiara 11 che la ri• cerca d'una utilità. vernmento sociale o collcttiva 1 su– periore all'utilità delle classi o dei gruppi, non è un cl'iterio socialist<i ,,. Orn, il Flcntimento spontaneo di giu– stizia ci conduce a considerare come gim1to ogni atto amministrativo, il cui effetto utile si ripartisca equamente su tutti i cittnclini, e ingiusto so diretto all'utile d'una sola parte della comunità a danno d'un'altra. Senonchè, in tutti i problemi economici vi ò, come dice Bastiat, 11 ce qii'on wil, et ce qu'on 11ei·oit JJas ,,. 11 Bonomi ha. tisto che il partito socialista (io pure lo J)0Si in rilievo), quando tiene il potere locale, si sente emnnn;done <lei proletariato cd opera conforme ngl'intc– rcsi::i di questo; ma non Ju1,visto che ò proprio con ciò che si rn{rgiunge quel ·mnssimo utile sociale, collettivo, cioè per tutti, che era il mio eterodosso criterio " so– cialista i,• E di ciò non è difficile cou,•incersi. li socialismo 1 co– munque con.:;iderato, dal JHrnto cli vista o morale, o giu– ridico, o economico, o sociale, si Jlrescnta sostanzial– mente come" l'eguagliamr.a delle con,lizioni in cui operano, vh•ono e si svolgono gli uomini in socich\ ~· Per conside– rnre dunq_ue,dal punto di vista socialista 1 i problemi della vitn pubblica, converrà metterli in rapporto mentale con tale sb\to tendenziale delle forze sociali moderne. Tutti i rimutamenti, che tendono ad eliminare il distacco da quello stato tendenziale o a ridurre le oscillazioni at– torno n quello stato, sono i'-Jlirati a criteri socialisti. Se chiamiamo 1,: utilità collelti\'n" In sintesi delle utilità in– dividuali degli agenti economici, tro,·inmo che, secondo la. definizione data, il socialismo: t 0 consiste nella massimn– ziono di tale utile colletli\'O; 2° nella ripartizione egua.– litnril\ di esso, in guisa che ogni indi\'i<luo non alteri per eccesso, nò JJer clirctto, quel quantum di IJeni, cli utilità. che, moltiplicato per In cifra. della JJopolazione, riproduca l'utile colletth•o. 'l'alo q1ta11t11m ho chiamato nltro\'e coerflciente eclonistico, il quale è appunto l'in– dico dell'armonia degl'intcressi. Orn, la società presente borghe,;o ò disarmonica in modo che la. media dei beni della. classe cn1>italistiea su))era il coefficiente edonistico; e che la classe operaia inYeco lo deteriora per difetto. Di qui una lampante conseguenza.: ogni S))Ostarnento d'utilib\ a vantaggio di questa o quella classe, lungo dn ,·iolnro il principio del1 1 utile sociale, può riuscire nel climhrnro il distacco da esso, instaurando riforme a vnn– taggio cli uno cli quei ceti cho dotcriornno JJer difetto il coefficiente cctonistico. Or come il llonomi s1>iegherobbe, nmmesso il princi1>io politico della lotta, perchò le utilità. conquistate alle classi dominanti sono ingiuste, o giuste quelle conqui– state al 1>rolet.1riato? lo bensl lo s1>icgo 1 dacchò ho mo– strato cho ogni vantaggio, J)rocacciato a coloro che go– dono una somma di pinceri superiori al coefficiente edo– nistico, danneggia i godimenti o, che ò lo stesso, accresco le pene rii quella classe (il proletariato), che ha vantaggi economici infc1·iori al cocfliciento edonistico, che ò in– dico dell'utilità. sociale, doli a distribuzione egualitaria o quindi di giustizia! :Mi1mre dunque d'aver climostrato che quella, che Bo• nomi credeva una tesi antinomica alla mia, che cioò l'amministrazione socialista debba ii.pirarsi al criterio dell'interesse proletario, non è invece se non un coro!- 1ot Gino B1arcc Dissi, ò vero, che il criterio di classe ò un criterio sto– rico e prO\'\'isorio, il quale dovrà cedere a quello sociale, ma questa non ò che un'imperfezione verbale. ln\'ero col socialismo cessano le classi, quindi anche il criterio di classe. ... I criteri da me esposti non semlJrnno al Donomi at– tinti all'osservazione positiYa, ma dedotti da " postulati teorici che si assumono come fondamentali ,,,.Postulati sono essi, all'istcssa guisa che la scienza economica. po– stula le suo premesse, ossia deducendole clall'ossenazione o dalle leggi naturali dello SJJirito umano. Quanto a mc, mc li sono formati J>roprlo sotto la suggestione dcll'e– s1,ericnzn. Fu nel 1899 che, incaricato dai socialisti di Nn1>olidi allestire la. 1>iattaforma elettorale amministra– tiva. al 1rn1·tito socialista e rcpulJblicano, mi accorsi come il princiJJio meccanic0 della lotta di classe subisca. uel campo amminilitrntivo particolari modificazioni o potei cogliere il nesso fra l criteri amministrati"i so– cialisti e te ,,cdute finanziario moderne, segnatamente del Sax. ln<,iste il Bonomi sulla ina1>plicabilitù empirica dei miei criteri teorici. Bentham, secondo il quale il criterio dell'utilità, come quello della 1>ena 1 erano così ,•isilJili e tangibili, al contadino como al JJrincipc, da non fargli sentire il bisogno di consultare nè Plut-arco, nç Epicuro por sn))ero che cosa fossero, rinvierebbe il Bonomi a. con– sultnro la natura. umana, che sempre e dapJ>ertutto, anche inconscinmente, agl sotto l'influsso dei motivi utilitarii ! Che l'uomo economico sappia presccgliere il piacere al dolore, il ))iaccre maggioro al minore, la pena minoro alla maggiore, è cosa pacifica. lla con quale criterio misureremo il massimo edonistico? - domanda il Uonomi. - ù chiaro; col minimo sforzo. - Ma il massimo edo– nistico collettivo (rincalza egli) non ha un:i facilità di misurazione come il ma.ssimo indi\•iclualo. 1nfatti: nm• messo che un bilancio amministrativo sia al'monico quando l'ammontare delle entrato sia eguale a quella. quantità. di ricchezza che è uecossnriti ad assicurare il massimo edonistico collettivo, come si potrà mai stabilire questa. cifra? 11 Bonomi aderisce nl concetto, da. mc am1>iamcnte 1wolto,che i bisogni collettivi si risolvono in bisogni in– dh•iduali. Ma non è mera,•iglia ch'egli non abbia. visto, dopo di ciò, che il regolo dei bisogni privati ò ugual– mente eftlcnce pei bisogni 1rnbblici. Perchò egli ha un concetto della categoria. " bisogno ,, che urta contro la concezione naturale cli essa.. [/edonismo ci offro clnssi– ftcaiioni dei beni o dei correlath'i bisogni formulate in baso a criteri naturali. Cosl la clnssiftcazione Jennin• ghinnn dei bisogni e dei beni riguarda la scala nppros– simati\'amente assoluta della loro ris1>ettiva.intensità. Ma s'intende che questa scala oscilla entro dati limiti Jlresso i vari agenti economici. " Aggrup))ate questi bisogni tn tante serie che raccol– gano i bisogni simili, e ,•oi aneto dei bisogni di classe e di partito. " Cosl il Bonomi. E\•identemente egli an– notto un concetto •molto vago alla parola. " bisogno " i la intendo come aspirazione, tcnclonza, scopo e che so io. Mn, per ciò che riguarda i bisogni economici, le oscilla– zioni della scala assoluta. dei beni o dei bisogni sono in gran parto do\'ute, a 1>rescindero dallo difl'erenzo di razzn, 1) alle abitudini, 2) alle circoslanze materiali o sociali. Laonde, se la serie dei bisogni è disugualmente diSJJOstae distribuita rra i \'arii gru))pi sociali, ciò non ditJendc eta una <\issimiglianza naturale ed eterogencq.

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