Critica Sociale - Anno X - n. 23 - 1 dicembre 1900

CRITICA SOCIALE 365 e l'ele,,arle sugli stessi fondamenti è uno spostal'le rispctth•amente dnl loro indiriizo e dnll:t loro meta apeciale, un impedirle nel loro naturale sviluppo (1). J~ come della 1t,1coltà.letteraria e fìlosofìca, così ò supcrgH1 di tutte le altre; ove ahhiamo un HA",S!lo– meramento, anzichè un coordin11111ento di discpline, una misceln, anzichò una fusione di insegnamenti. • .. Questi, fugacemente nccennnti, i diversi e pril1ci• pali aspetti del problema. universitario: problema tecnico e sociale insieme, che le classi conservatrici non hanno saputo finora neppure in parte risolvere o che attende 1wrtanto la sua, soluzione, oltre che dall'impulso e dall'evoluzione infaticHbt delle cose, dallo stimolo o dall'opera dei partiti giovani e nuovi. xy. ( 1) I llmltl dello lpnzlo e l'Indole della Uh·l1111. non ml consentono 111dloht11rare, su 11ucsto particolare l)roposlto, Interamente II mio 1>e11stcro. l>a cho J)erò ho ioce11,to 1 &la puro di passatA e In ,·1" di esempio, l'argomento, ml SIA letlio di agtthmjl'ere, 111nolA, quale, ~11110 mc, sarebbe Il più logico e J)l"f1clentttlco AMetto della •·a,. couà 1eiterarl11. l,e dtscl1)llne storiche e 10 t11otoi:1cheandrebbero tm1Hlrtlte e ststema10 In duo sezioni, storica l'ur1A, fllologLca l'alirR. •: di 11ueste, In prima. occorrerebbe ohe rosse J>IÌI coJ)losamente ar– rlochlln del lume di 11ue110scienze, senza di che, per decifrare 0110 11 fnccltmo JH!rgamone e codici, 1tor1a \•era non si ottiene: ,•ofil'IIO dire le 1etcnze economiche e gh1rldlche; la secondi\ Andrebbe vh·I. tlcata d11llostudio delle h:llerature moderne e della storia dell'arte. Quanto alla fllosofla, CHII donebbe CSllCrcsccrpata dAI ironco della t1lologh1 e della 11torla e co&lltulre, non nomln11lmenie, come or11,11111 c!T'ett!,·amente, ima sozlo11e R sè; do\·rcb\Jo diventare un lnse5'na• mento meuo accadcm1co o i,Lù 1)0s111,•o e, se11za conronders!, come nleunl ,·orrcblJcro, 0011 le 11e10111.o fisiche o \J101ogloh!'!,ntt111gore IRr• 5'1ìrnontc di\ 11ucslo 1 ~un1<11che to 10110 neces1rnr1, eosl elio non 11\'VOlll!ISC J)ll111ue110,CIIO Rrgulamente QUAlChe icm1t0 fa IIOiilVa l'amico Groppall, ohe cioè gli studenti 111t1101oflasi rllro,·ano 1111 bel giorno 1a11reaU fllosofl senza aal)ere 1,erehè. ILSOCIALISMO E I BILANCI COMUNALI (ltisposta, a l.!Ìnrico Leone) Nel numero del 16 ottobre di questa Ri\'ista, l'amico ·r:nrico f,eone ha esposti quelli, che egli reputa do,·cr ei::sere i " criteri socialisti :i per i bilanci comunali. Ora è bene a,,."crtiro come questi suoi criteri non siano af– fatto una formulazione di princiJ)ii ricftvnti dalle attuali esigenze pratiche, ma in"ec8 una deduzione logica di J>OStulatiteorici da alcuni J)rincipii che si assumono come fondamentali. Donde, per chi intende vagliare critica– mente questi criteri, l'obbligo di , 1 edere fino a qual ))unto i principii enunciati dal Leone sono una deduzione esa.tta dai concetti della dottrina socialista, e fino a qual {)Unto i concetti socialistici, dn cui JHtrto il Leone, sono conciliabili con l'idea comune che noi ci facciamo del socialismo. ... li Leone afferma che dei due criteri che possono pre– siedere alla formazione d'un bilancio amministrati"o - la giustizia e l"utilità - quest'ultimo ò molt.o più im1,or– tnnte del primo. Noi non abbiamo soltanto il dovere di far cosa giusta, mn nnche quello di :,odclisfare il pii'1 economicamente 1>01-sibileun bi:,ogno colletti"o, onde, come conclude il Leone, ogni e::;timazione di giustizia ò una estimazione di utilità. :.\laquale deve es::;ere questa II estimazione cli utilità.,? Il Leone enuncia una legge tendenziale e un criterio prn.tico. La legge tendenziale è questa: che Futilità. da tener presento non ò nè l'utilità di un indi\'iduo, nè quella di un gruppo, nò q_uelln di una classe, ma ò l'u– tilità. sociale, cioò il massimo edoni:,tico collettivo. li cri– terio pratico ò in\'ece questo: poichò la legge precedente ò vera soltanto come tendenza, vi de,·e anche essere una utilità. di classe che i socialisti non possono disco– noscere, se vogliono sul serio cooperare all'elevazione intellettuale cd economica della classe 1>roletaria . 't: so"erchio avvertire che, posto così il problema, q_u1r sta utilità. di classe non può cs.c;ere il criterio fondamen– tale di una amministrazione socialista, ma. soltanto un criterio eccezionale o transitorio. li vero criterio, secondo il Tieone, 1>er una amministrazione soeiaHstica è quello della utilità sociale colletth 1 a. Questo ò il ))unto sul quale io dissento dal Leone. Ed ceco i motivi per i quali io credo si debba concludere diversamente. Anzitutto bisogna. osservare il carattere intimo di una amministrazione comunale. li J>rOf.Luigi )[ontemartini ha, .in questa stessa Ri\·ista, dimostrato come l'ammini• strazione di un Comune non si sottragga a quella. lotta di classe che vediamo in atto nella composizione e nella funzione dello Stato. Reggere un Municipio non è una semplice funzione amministrntivtl, è fare della po– litica. l part.iti che si succedono nl potere cercano di soddisfare ai particolari bisogni del gruppo o della classe che rappresentano, ossia di raggiungere utilità di gru1>1>0 o di classe. Nè potrebbe essere diversamente. I bisogni collettivi non sono ugualmente sentiti da tutti i gru))J>i, dl\ tutti i ceti, da tutte le classi; un bisogno intenso ed urgente per una classe può lasciare 1)ressochò indiffe– rente un'altra. Ogni ))artito dunque porta, ncll1apprezzamento della intensità e dell'urgenza di un bisogno, i suoi criteri par– ticolari; ossia ogni partito, nel raggiungere questa piut– tosto che quella utilità, fa dellit politica. Con ciò ho dimostrato come la ricerca di un'utilità ,•eramente sociale e collettiva, ~UJ>eriorealle utilità di classe o di gruppo, sin praticamente molto difflcile. Ma non ho dimostrato ancora come una utilità. cosiffatta, non possa e non debba essere un " criterio socialista l'!" La dimostrazione però cUquesta tesi non è difficile, <1un1ulosi tenga presente la formazione storica. delle nostre amministrazioni comunali. Come ho detto prima, un'amministrazione 1>ubblica. ò sem1>re guidata dii un criterio l)Olitico.Orn, le amministrazioni che si sono àvute fin qui, essendo dirette da partiti J)Olitici avversi nlla classe proletaria, le utilità raggiunte furono in preva– lenza quelle che non interessa.,,ano la classe proletaria. Una \'Olt.a,dunque, che la classe ))roletaria sia al potere, che dovrà rare 'i' EYideutemente soddisfare anzitutto i suoi bisogni rimadi fin qui ina1>pngati; ossia raggiungere il massimo di utilità J)roprìn. Solo in questo modo, cioè in modo contrario a quello suggerito dal Leone, si potranno n,vere in egual grado raggiunte le utilità deJh\ classe ca11italistica e quello della classe ))rolctarìa. Ossia si potrà a.vere il massimo edonistico colletti,•o. . .. 11Leone 1rnssnpoi a dimostrare come un bilancio co– munale delJba esse,·c cwmcmico. Egli chiama bilancio ar– monico quello in cui .: In cifra complessh•a dell'ammon– tare corrisponde a quella quantità. di ricchezza pubblica, che ò necessaria. e sufficiente ad assicurare il massimo "nnta.ggio colletti"o, ossia il massimo et:lo11istico s ciale 11• Ora, JJer quello che abbiamo detto pili sopra, la pro– posizione del l,eone ci pare vagn, indefinita, inafferrabile, Quale è il massimo edonistico sociale? Con quale cri,

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