Critica Sociale - Anno X - n. 10 - 16 maggio 1900

810 146 CRITICA SOCIALE seL've della Stmnpa, - finchè siano espressio11i e pro posi ti della sola Sinistra costituzionale - non 1>ossono avere veruna pratica portata: il perchè sarà chiaro fra breve. Comun<1uc- stando ai propositi annunciati - la htttica della Siltistra sarebbe dunque l'aspettazione passiva. Vi insistono acl una voce, benchè con timbro assai diverso) la Stampa e l'on. Lucchini. "Ji'inchè le riforme non Yengano applicate,,, scrive quella. Nes• suna modificazione è nccettabilc, disse questi a. Ve– rona, perchò accettare modificazioni implicherebbe riconoscere a quelle..riforme una validità che venne formalmente impugnata. E J'Aàige, che rispecchia cer.tamente il pensiero del Lucchini, due giorni Ap– presso, insistC\'a su <1ucsta nota: " ht riforma. giuri– dicamente non esiste; provocare una qualsiasi di– scussione in proposito,·sarcl>be riconoscerne l'esistenza, mostrarsene preoccupa.ti come di cosa viva o vitale, capace di produrre qualche effetto 11 ('). Concetto che non può sorprenderci in bocca d'un alto magistrato, uso al rigore giuridico delle questioni cli forma, nè in mente d'un futuro ministro, uso a servirsi della forma l)Crconquistare la sostanza. Concet.to rincfllzato ultimamente dal giornale dcll'on. 'l'ecchio, uno dei più accorti luogotenenti zanardelliani, in un articolo che rende, nel modo piì1 perspicuo, la filosofia della situazione. ]fosse matta l'Opposi1;ione a provocare essa il tumulto! Ma se ad altri saltasse in capo di saggiare l'applicazione del famoso regolamento? }j finisce con parole che sembrano uno squillo di guerra ('). * * ·:t Scnzit punto ,·oler prevenire, nei eoncrcti partico– fari, le risoluzioni che l'Estrema Sinistri:t l)l'enderà collettivamente nella. sua. prima riunione, pensiamo che ad essa non convenga, affatto la tattica annun– ciaht pel' SLLO conto dalla Sinistra costituzionale. Diciamo qualche cosa. di pili: diciamo che cotesta tattica suppone, nella logic~t orgnnicn del congegno parlamentare, che l'l•!strema Sinistra ne scg-ua una ben dist.itita. Nessuno apprezza. pii'1 di noi (siamo <1uasi, per questo Jato, eternclossi nella nostra Chiesa) il concorso che la Sinistra, opportunamente stimolata, può recare alla causa della liberti\. Mc~ stimiamo che, perchè questo concorso spieghi tutta l'efficacia on– d'essa è capace, ò condizione imprescindibile che l'atteggiamento della Sinistr;1. e quello dell'.F:stremft siano il pili possibile distinti. La tattica' dell'uscita solidale dei due settori dall'Aula non è evidente– mente suscettiva di repliche, e, quando lo fosse, la. re– puteremmo deleteria; tro1)po temeremmo che, in luogo della " unica grande l•:strema 11 prevista dal Canta. lupi, non finisse por dar luogo a. una " unica grande Sinistra 11 che avrebbe perduto quc!Fappcllativo, e ciò che ne forma la sostanza. Non dobbiamo dimenticare che la Sinistra dei Gio– litti, dei Bona.cci, degli '..(.arrnrdclli è, per sua natura, una media prop01·zio11ale fra 1'.l!!strcma inist.ra e la nrnggiorauz,1. reazionaria. Quanto 1)iì1noi ci accostiamo ad essa, quanto piì1 ccrchif1mo l'accordo scco, non solo nei fini immediati, ma anello nelle forme liclla lotta, quanto pii, ubbidiamo a. mi servile mimetismo verso di lei, tanto pili, per necessità dinamica, ossa si sposta verso i nostri nemici e t.ondc a assimilarsi :~d 0ssi. :-3cil nostro è un nrdimento lii 100, il suo siln\. forse (ii f>O; se il nostro è di f>O, l'ardime11to suo non potrà essere che di 20 o di 10. Partito es• senzialmonto di Governo, combatt11bi frit. due modi diversi di giu11:;cro al potere, I'ossc<1uonza ai voleri pili alti o il favore delle masse popolari (e questo 11011 diciamo pet· dileggio, pcrcl!è anzi qucsht sua ( 1 ) A(llflt, !I muggii), {) <Jlit ros,, ,,m-1tfnìf se11·.11trit1flro <lell'll mllgi;lo. possibiJifa e volontà di giungere al Governo è la sua forza. e la nostra), la Sinistra. costituzionale, diYisa fra cliyerse correnti, è capace delle oscillazioni piì1 inverosimili; da una vera abdicazione, come quella che compì votando il passaggio dei pl'ovvedimenti politici alla sccondn Jcttura, all'audacia rcJatiYa dello proteste del 3 aprile. Che si a1>Pi~li a l'un partito od all'altro dipcnùe in molti casi precisamente dal nostro co11tcgno. Si potrà, speculando, sognare una Sinistra dirnrsa 1 tutta iùcalihì o disinteresse; si potr~ strblogarc nel futuro umi composi;,;iono diversa di partiti parla– mentari, per cui quella parte della Sinistra, che pili è dc,·ota a. libertà, si aggiunga a rinforzo dell'J~– strcma Sinistra radicale. Oggi la dinamica dei partiti alla Camera (riflesso esatto, del resto, cli ciò che fermenta piì1 oscuramente nel paese) è quelJa che abbiamo delineata. Pretendere dalla Sinistra una linea cli condotta pari alla nostra; peggio ancora, con– fondere la nostrti colla. sua, è' volere il suo danno ccl i I nostro. D 1 11ltrondc, se per essa (a parte l'idealismo cli alcuni) la lotta per la libertà. è sopra.tutto uno spcdiente per .la prevalenza parlamentare; per noi de!Pl•:strema, questa lotta - che in questo istante si impernia sulla contesa del regolainento - ò questione decisa,nente di vita o di morte. Lo ò poi radicali, pei quali la soppressione dell'ultima libertà che rimanga in Italia, quella della trihuna parlamentare, segnerebbe il tra– monto finale della formula. di conciliazione fra de– mocrazia cd istituzioni monarchiche, che è il carat. toro e la condizione del loro partito; lo è per la sperata repubblica dei repubblicani; lo è poi socia– listi sopratutto. rn quclhL questione, così angusta in apparenza, ò contenuta per noi - solo i ciechi non lo vedranno - la vita del partito nostro) la possi– bilità. cli esistere e di 1)1'ospera·re per le associazioni operaie, la spera,w;a di efficaci leggi sociali 1 la pos– sibilità di un progresso gniduale e pacifico clellc isti– tuiioni a. noi care, tutto ciò cho ci distinse finora cla;xli anarchici e ch1i rivoltosi. Così i L)rincipali in– teressati in questa lotht siam noi: siamo noi dcll'E· strema e siamo uoi socia.listi. l.,erciò dare ad essa l'imJ)ronta è tutto affar nostro. In quest 1 opera 1 rivoluzionaria nella legge, cli difesa ad oltranza della sostanza delle istit.uzioni (peggio per la forma dì esse) se volontariamente se ne stac– casse), siamo noi la. naturale avanguardia. La Sini– stra, a rispcttostL distanza - ostenti pure (e fa bene) la indipendenza più fiern - non potn\ che seguirci. Glielo impongono i suoi interessi, le dichiarazioni solenni a cui s'è legata. Sollev1tta. 1 da chiunque, ht questione ciel regolamento, doHà prendere atteggia- mento di lotta 1 pena il suicidio. .. Noi non llOssiamo seguirla, al contrario, ne11e fin– zioni giuridiche in cui essa si compiace e che con– vengono ad essa: nascondere il capo sotto l 1 a.la 1 come gli struzzi) dichiara,nclo che la.riforma. del regolamento non esiste, non est ae ltoc 1m11,clo, perchè noi non l'abhiam consent.ita. Ben lo sap1>iamo che esiste, per quanto iJlegalmcnte e in forza (li frode, pcrchè (, nell'intenzione del Go,·erno, di Sonnino, del Presi– dente, dclltt maggioranza, di fare che esista. Finges– simo di dimenticarlo 1 cc lo rammenterebbe la lettura dell'ultimo YCrhale, clic din't - non potrà non dire - cli<'quella rifornrn, in quei modi che tutti sanno, fu di– chiarata approvata. Se chiudessimo anche a questo l'uno e l'altro orecchio; se sonnecchiassimo a disegno; se continuassimo nelle riserYc platoniche, iscritte a nostra bstanza a verbale con un,1.cortesia elio sa di dileggio, realizzando, nella lotta politica, l'esempio del sonetto del Giusti, con· cento che stanno a dir di no, e un solo, il l!rcsidente, che fa cli sì a nostro danno; la. bnttaglia sarchhe 1 non gi:\. procrastinata sultnnto, ma dn quel primo g·ioruo dccit;a e penlnta.

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