Critica Sociale - Anno X - n. 3 - 1 febbraio 1900

CHJTICA OCIALE della. Gcmrnnia e in ispecie dalla Prw~sia, dove il si– stema del minit,tro Miquel si ria::1sumc nell'abbandono in urn::;simi.,ag-lì enti loc11lidi tutte lo imposte dfretto erariali, sì fondh1ric che mobiliari, o uell'istituzionc 1 a fa\'ore dello Rtato, della imposta generale e progrcs– :,iva sul reddito. Ora,se l'Italia non ha ancora raggiunto quest'ultimo stadio dell'evolu1.ione capitalistica, ò però indubbia– mente uscita. dal primo. L o stesso f1,tto che, da una pttrtc, si protesta. cont.ro l'Rbuso dello imposte indi– retto e, dall'11\tra 1 si ttccen na timidamente all'im1>osta personale sul reddito, dimostra come la f;1se econo– mica che attrovcrsiamo non Ria l)iÌt quella che con– scnriva. l'uso <111asi esclusivo delle im1)()Ste reali e dello imposte indirette. Come l'Austria nell'ottobre tSOG liforma.va. il suo sistema. tributario, in modo da creare una imposta sul reddito di importanza r>ari a qucJla delle imposte rcoli 1 così l'Italia. deve frR. breve com– piere un'eguale 1·il'or111a 1 perchò il sistema. dei suoi tributi corrisponda. alla nuova fase economica in cui ò già. entrata eia JHlrecchio tempo. Fissate con ciò le linee generali della prossima. ri– forma, non riescC' difficile risolvere la questi0!le J)Ar- 1icolare dei tributi locali. .In Ltalia infatti iJ sistema tributario localo è in gran parto collogato a. quello dello St11to, onde 111Ht riforma in quest'ultimo porte– rchhe di co11seguenz11 una rifornrn.p1·essochè identica neg-li enti loculi. CIie se, dagli ordini del giorno delh1 Camera. nel 1870, fino agli ultimi scritti dell'Alessio e del :\Ierla, molti lrnnno espressa l'opinione che i cl'r;piti dei Comuni debbano eflsere di\'crsi da quelli dello Sfato ('), io non vedo rngionc di complicare in ~ifl'otta guisa. Ja. futura riforma dei nostri sistemi tri– butArii, specinl111011to quamlo l'indipendenza fiuuu– ziaria dei Co11n111i si 1,uò ottenere in nitro modo. Per quanto ubbiumo Yisto pil, sopra, occorre quindi che il nuoYo sistema tributario dei Comuni si fondi sopra. un·imposta rNtlc su tutte e tre lo forme della ricchezza (terre, fllblll'icati e ricchezza mobile) e soprtt un 1 im1>osta pcrisonale progressiva isul reddito. Le im– po)jte indirette do vono i nvece es!'.icrc ridotrc al minimo o )jcomparire del tut.to . Così le nt10\'C esigenze trilrn– h1rie della. fase e conomi ca che attrn.ven;iiuno sflramio, nnchc nella fì1111nzalocale 1 intcrnmentc rispettate, o tutto tre Jo forme di ricchezza, a differenza di quello che ucca1Je og;;i, verranno chianrnte n contribuire alle spese comunali, irn1>eclendo in tal mot.lo che umt. forma di ricchezza, nelle cui mani stia 1 >ren1le nteme11te il potere, lo eserciti a danno cli un'ultra. 11 prof. Conigliuni ('), che, dopo rnm lun:;a etl esAu– riente dimosfrnzione) ha J)otuto concludere essere questa riforma. lu mèta prossima della naturale evo– luzion·e dei noistri istituti tributari i locali 1 si è anche preoccupato di precisarla in tutti i suoi particolari. lo mi limiterò ad accennarne sohuuente due. Ln parricolaro della riforma consiste nella distinzione che deve forF-i f'rn un piccolo Comu11e rurale e un i.:rnnclc centro urhano. :Kel primo non si dovrebho 11pplicarc l'imposta por::;onalc sul reddito; nel secondo in,•cce, come quello in cui si accentrano di preferenza le classi ricche, l'i111posta pcri;onalc dovrebbe essere obbligAtoria non 11ppena la tassnzione reale abbia. rn:igiunro un cerro limite. Il i;econdo particolare, in– tinrnmentc coni,.riunto allo ispirito della riforma, ri– g-m,rda i limiti che do,•rcbbcro porisi ai dirnrsi tributi. Il Coniglia11i g-iw;tamcnte ritiene che 11011 dovrebhero stabilirsi limiti quo11titativi assoluti, ma. solo si do– vrebbero conservare certi nipporti fh;si frn i rnri t') Questo 1tri,ro111crno si (JllÒ trornre dln'u ..nmtnlo trntrnto 111: I'. I,.\• t'.\\',\, 1A1 ,rmw..:a locale 111lllllk1 (l'orino 1&1)0). - o .• ,u::.s10, IA1 ri• (01"111(1 ,lei tributi tocotl {Gio,·11uie llt:,U tl'ONQlllhli Ji:;$). - (L llUII,.\, .Slll l'i(lrtlimtllltlllO fl11Clll..:lc11·/odd<:om1111i tJ delle l'roc-ltlcle (ltv1111111'6), (') e.un.o CO!i!Ol,l,\:H, /,(f 1'/(01·11111 !Ictio ltqql SIii t1·/b11ti /oc«// (MO• de1111. 189S). a cespiti delle finanze comunali. Co1:1ì ogni Comune quando coll'istituzione dei rati.zzi !-li fos1:10 proYvcduto a separarlo, in materia. di trihuti 1 dalla .Provincia - tl((lListerebbe lu sua intera indipC'ndcnza finanziaria, la quale, giova ricordarlo, è il 1,rcsup1>osto necessario e iuclefettibilo di ogni 1>ii'1 motle::;ta autonomin lilli· nici1>ale. 'l'rncciato in tal modo lo schema del sititem,1 trilrn– h1rio ,w,,eniro, ci occorre vedere quanto il recente progetto Carminc-Boselli vi si av\'icini, e dove e come converrebbe cmc11d11rlo. li progetto, come abbiamo visto, tendo a ridurre e, dove è 1>ossibilc, 11dAbolire il ch,zio comunale i,\.li fa– rim1cci, compensando le perdific elle ne deri,·crehbcro con un maggiore S\'ih1J1po dello i111pot1tc locali o con un inasp1'in1e11to delle tal'iffo dnziario sulle beva11clo ,·inose e sulle carni. Ossia esso si propone di sgra– vare i generi di 11ri111a necesisib), colr>cmlo consumi meno necessari alla. alimentazione, e allarh"alldO i confini di 11lcu11e imposte reali e 1,crsonalì. Henonchò, quali sono queste imposte reali e perso– nali che llanuo !"ufficio di compensare una urgcnre e ormai imprescindibile restrizione del dAzio? 1 1 :sse sono sempre lo antiche imposte ili fuocilticu, sul va– lore locativo, sugli esercizi e rivendite, sulle vetture private sui domestici. Ora, Ò l>ene ricordare il carattere e1111>irico di c1uesht, tassazione locale. 'l'utte le imposte locali furono su~– g-crite da csi:.;enzc tronsitoric e dttlla preoccu1>azio11e di co\1,irc i contribuenti con imposte a cui i passati Gove1·ni li avevano gi.\ assuefutti: onde tutta. questa. hL8Sazione ha i cnrnttcri {li 111111c8chino esl>Cdicntc finanziario e per nulla affatto i curuttcri di uu equo cd ordinato i;h1tenrn. di tributi. Basti infatti rammen– tare come il mag~ior svilui,1,0 fra. queste im1>oste sin stato raggiunto dalla tassa di famii.;lìa, semplicemente perchò essa. cnt conosciuta nei Rocoli trascorsi, sotto il nome di foco o catrm, o /0Cay9io, in JJiemoutc o in Lombartlio, o diffusissima in Toscana ( 1 ). Una riforma. dunque che vog-lia nrnntenerc ancor11 inalternti questi tributi locali, sc11z11J)Ortarvi PazionP rinnovatrice delle tendenze modorne, non prepam certo quella trast'ornrnzione profonda che abbiamo visto essere reclamata, non solrimto da ragioni di pura giustizia, ma. anche dalle stesse esigenze dclhl fose economico che attraversiamo. Modificare i tributi locnli così da farne il primo gcrmo di <1uella tass11- zione clelhL ricchezza mobiliare che ora manca Hl si– stema tributario locale, e di quella. imposta personale sul reddito che abbiamo visto cs)jerc ormai necessarh1 cd urgente, ecco <1uale de,,c esi;erc l'intento dell'at– tuale riforma. Come av"iarci su questa via? L1L trasformazione da. compiere non è nè clifficilo, nè cccessh 1 a111e11tc arditA. Ogg-i, fra. i tributi 1ocoli 1 al)biamo due imposte che hanno cornttcrc di imposte reali sulla ricchezza mobiliare: Pi111posh1 sul bestiame e quelln sugli eser– cizi e riYcudite. Senonchè questo due imposte, così come sono rC'golate uttualmeutc, non hAnno limirì ben definiti o non possono colpire con Cl(Uitit e con 11recisio11c la ricchezza mobiliart•. Hostituire quindi queste due i1111,ostocon una sonaimposr.i sulht rk· chczza mohilc, sttrebbe provvedimento Cl1110 e ril'IJHm– dentc a quei criteri scientifici che devono essere posti n base cli ogui siijtema tribuh1rio. J,: la riforma non ttYrelJbc uc111111eno il difetto cli parere troppo IIUO\'H: fino al 1870 i Comuni sonaimponcrnno su tutte e tre le forme di ricchezza, e furono hL legge 11 ~go· isto 1870 1 e 1,oi i pron•edimcnti fimrnziari del 18U4,

RkJQdWJsaXNoZXIy