Critica Sociale - Anno X - n. 2 - 16 gennaio 1900

CRl'flCA SOCIALE 25 dell'ironico Auer, può invocarn l'impreveduto miglio– r1unento delle condizioni aconomiche in Germania ne~li ultimi anni - vuol dire che la politica 01>eraia, puo secondare, che è del suo h1teressc di secondare, il pieno sviluppo capitalistico e la salita degli indu– striali al potere e hl, politica coloniale, poichò ne approfitterebbe, come s'è visto in rnghilterra, come si vede in Germania - vuol-dire che anche il con– tegno di fronte alla flotta diventa. una questione di opportunità. Ora, s'intende che oggi) dico oggi, questo o simili assalti possono lasciare impassibile il partito socia– lista tedesco; ed esso può hen credere di sbarazzar– sene - tale un bove a cui r6n:dno intorno le mosche - a colpi di coda - scusate - come <1ucstodel Vor– u:ii1·ts:" li proletariato combatte il milibirismo sotto op:ni sua fonna; il mare non muta nulla. alla cosa; e la vittoria in questa lotta è questione di vita pel proletariato, e nello stesso tempo per la ci– ,-iltà. " Così ò: il socialismo tedesco non hA.altra. risposta da dare; questa, educazione socialista (io non dico la dot. frina in :::è) ignora il mare, ignora la politica coloniale e ogni forma di imperi<'llismo;non vede che una que– stione interna, rhe suppone estesa a tutti i paesi del mondo, tra sfruttati e sfrutta.tori; per essa il capo– verso secondo del [lrogramma. di Brfurt deve rima– nere una "el'ità; rinvito degli sfrnttatori ag-li sfruttati della stessa naiione di partecipare allo sfruttament.o d'un altro paese è respinto (fin dove tal cosa. può essere respi11ta); il ca[}italismo rimane il nemico. Questa conce7,ione 1 scossa in alcuni capi, è ancora il verbo dellt} masse nel partito, e c1uell'organismo po– litico, cosfruito, per così dire, con pcz7,ilogici, ritiene ancora l'aspetto dell'impenetrahilità. alla. lusinga bor– ghese od eretica. I~davvero, malgrado il molto contenuto di ,,crità, che, date le condizioni politiche presenti della Ger– nrn,nia,h1 quella lusinga è, bisogna fare un bello sforzo per pensare che, tarlate le fondamenta della sua. lo– g-ica, quel corpo si appiattisca o si dilati in una de– mocrazia che il percento dell'imperialismo ingrasserà; e che ciò avvenga. - come rn1r deve av,•enirc - senza una crisi, in cui esso pro,'i disperatamente sè e risolva la sua lung-a merAvig-liosaa.t.tesa. A;\l~:Dt-:0 i\[QRANDOTTI. L'ULTIMA F SE DELL'ECONOMIA L R NA Il principio del diritto alla terra. Co>rU,rnaziou, (') Poichè il p,•incipio del clil'itto alla terra(') sarà la fo!'Za frasrol'matrice rlell'ordine economico mo– derno, occo1·reva concl'etal'e ecouomic:-tm!:'lnte il significato di questa locuzione. Non si tratta <l'un diritto astratto alla terra i11tesa anche iu modo astratto, uon si tratta cioè di abolire l'istituto giu– ridico della appropriazione individuale fondia1·ia, ma si tratta di diffonrle1·lo. li Lol'ia è, al pari in questo dei neo-liberisti, convinto che la così detta « questione sociale» è 1·bolubile entro l'orbita ste~sa della proprietà p1·ivata. li Lo1·ia chiama « unitit /'ondiaria » la quantità di teneno necessaria e sufficiente alla coltura d'un solo individuo \3). Il diritto alla ter·ra si conc,·eta nella proprietà, da parte di ogni membro del conso1·zio civile, di una aliquota della supedìcie territoriale, uguale al quo- (l) ve~gasi precedente fascicolo. 1') Vedi tutto il Cap. I diilla Co.Ytllu~1011economica odierna. (f) 1.01u>., La costuuzlone economica ome,•na, pag. !. ziente di quella superficie divisa pe,· la cifra della popolazione. Notiamo, en passant, che questo diritto è rigo– rosamente dedotto dal Loria, :mnza che ce lo dica, dalla premessa dAIprincipio dell'uguaglianza umana, inteso nel modo formale e rigoroso cou cui è stato presentato dalla scuola del Diritto naturale. Infatti qui si prescinde perfino dalla capacità, dall'attitu– dine, dai bisogui, cioè a dire dalle qualificazioni dell'individuo, per cui il diritto alla terra pofrebbe estrinsecarsi su d'uoa 1.ona terriera rispondente alle qualità personali e alle capacità produttive dell'individuo; qui il Loria applica le vedute egua– litarie more geometrico, assAguando a ciascun in– dividuo, astrattamente conside,·ato, una uguale porzione di terreuo. E ci è dippiù: la terra può essere qualitativamente differente, e quindi suscet• tiva di svariata capacità produttiva, onde il Lol'ia concepisce il diritto eer tutti alla terra non solo pel' una uguale quanttta, ma anche per una uguale qualità. Noi mostreremo come l'estrinsecazione di questo istituto giuridico dell'ugual diritto alla tel'l'a, non è, come il Loria ritiene, attuabile entro le pre– messe della classica dottrina quiritaria del possesso e della proprietà, e come l'ugual diritto alla terra debba. per attuarsi. assurgere ai concetti del Diritto sociale. Qui ci limitiamo frattanto a seguire il Loria nella penetrante analisi che istituisce della differenza tra lo stato economico risultante dal– l'esistenza di terra libera e quello risultante dal– l'affermazione del diritto alla terra, Si capisce di leggieri, in linea generale, che vi debba essere una economia, nei due supposti stati sociali, sostanzbilmente identica (I). La legge di circolazione in entrambi i sistemi ipotizzati è la istessa: il valore de' prodotti si determina se– condo la quantità di lavoro semplice in essi ero– gata. Da ciò si deduce che la distribuzione della ricchezza, operata mediante la via degli scambì, tende in ambo i sistemi alla giustizia retributiva. L'identità sostanziate è colta anche meglio se– guendo il profoudo esame che il Loria ci dà. del loro differ·euziamento fm~male. ~ Data la terra libern, indipendentemente dall'in– fluenza di essa, ma in vista (come notammo nella prima pacte di questo lavoro) di un perfezionamento tecnico delle facoltà della forza produttrice, abbiamo una serie di sottoforme economiche. Nel primo stadio ciascun produttore, trovando nell'elevata fertilità del terreno una rimu11e1•azione più che sufficiente al proprio lavoro, è alieno dal contrarre qualsiasi vincolo di associazione pro• duttrice con· altri. È questa la forma anorganica, dissociata, dell'economia umana. Ma la scemata fer·acità del terreno determina i produttori all'associazione propria estensiva, in cui si trovano nuclei di due o più prorluttori, i quali coltivano cou forze associate le untlà fondia– rie, che prima coltivavano in modo separato. Ma la legge del minimo mezzo scovre •un altro modo po1enziatore del lavoro: l'associa.ztone pro– pria intensiva, che segna la terza fase dell'eco– nomia. a terl'a libera. In questa. fase economica cia.::;cunodei produttori di capit11le riuuncia alla metà dell'unità fond_ia,·ta, per· modo che le loro fol'ze si associano in uua colth 1 azione condensata sulla metà riel ter,·euo di prima. Si ha poi ancora un altro passaggio, anch'esso suggerito dalla tendenza a potenzia1·e la produzioue nei suoi effetti utili: l'a~soctazione rnista,. L'associaz1oue p1·opria diff1:H'isce dalla mista, in quanto nella prima si ha associazione tra capitali, ( 1) LoRt>., Ui co.rUtu.a-10 ,teconomi.ca odierna. Cap. I, § fe 11.

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