Critica Sociale - Anno X - n. 1 - 1 gennaio 1900

C_RITICA SOCIALE d'ordinario, esauriti da un lavoro alimentare oppri– mente, per dedicarsi alle cure assorbenti di una amministrazione e al lavoro faticoso delle riforme volute; se professionisti o pubblicisti, il lavoro della propaganda parimente li assorbe, nè esso potè svol– gere in loro le qualiti\ specialiste, le competenze · tecniche, opportune all'uopo. Le eccezioni anche qui non mancano; ma diamo tempo al tempo, perchè delle eccezioni faccia la regola. Opportuni-Smo, dunque, sia pure. Ma il nostro, si dovrà. convenirne, è un opportunismo cli nuovissimo conio. Sopratutto pare opportunismo perchò rifug– giamo cla que11o che volontieri chiameremmo ri-1:olu– ii<marismo verbale. Sì, dobbiamo confessarlo: lardellare il discorso d.i scongiuri rivoluzionari ci pare ua per– ditempo e un fuor d'opera. Anche questa è una tradizione dalla quale ci siamo completamente eman– cipati. Nelle rivoluzioni politiche crediamo supergiì1 come nelle rivoluzioni naturali: nei terremoti, nelle eruzioni, nelle inondazioni. Vengono, quando è l'ora; di rado se ne cava profitto; e, in complesso, di poco modificano la composizione geografica e tellurica del globo. Avere la rivoluzione nel programma politico, come un pezzo di musica nel programma di un calfè– concerto, non ci pare 1>ossibile, nò pratico. Del resto, se rivoluzione ha da essere, com•errcbbe prepararsi ad essa e concertarla: e cinesto non ci pare lo fac– ciano neppure i " rivoluzionari professionali.,; recenti esempi ammaestrano. Per noi In rivoluzione viene dalle cose. L'atten– diamo, e le viviamo in mezzo. Ogni scuola che si apre, ogni mente che si snebbia) ogni spina dors;1Jc che si drizza 1 ogni alJuso incancrenito che si sradica, ogni elevamento del tenore di vita dei miseri) ogni legge protettiva del lavoro, se tutto ciò è coordinato ad un fine ben chiaro e cosciente di trasformazione sociale, è un atomo di rivoluzione che si Aggiunge al.la massa. Verri\. giorno che i fiocchi di neve for– meranno vAhrnga. Aumentare queste l'orze latenti) lavorarvi ogni giorno, è fare opera quotidiana di riYoluzione, assai piì:1 che sbraihue su poi tetti Ja immancabile rivoluzione che non si decide a stoppia re. Questa via rivoluzionaria noi seguiamo ogni giorno: non deflettere da essa, percorrerla senza esitfmze o tergiversazioni, radunare su essa gli amici, spro1rnrvi gli infingardi, confortare al cammino i dubbiosi, è l'impresa che ci siamo proposti. Noi vi staremo e vi proseguiremo fino al giorno che i nostri avversari, a viva forza, non ce ne caccino fuori. Allora, quando la via fosse murata dantnti; quando rosse reso im– possibile compiere in essa ogni proficuo lavoro; allora, come ben disse il Prnmpolini alht Camera (e non fu chi osasse interromperlo), allora. le violenze dall'Hlto renderebbero fatali anche Je esplosioni del basso: nè saremmo noi che ci sciuperemmo gli occhi e Je lahbra a lacrimare sull'ine,,itabilc e a deprecare il destino. Allora ciuegli opportunisti, che noi siamo, troverei,. bero opportuno di adottare una. tattica. nuova. Ma l'ipotesi, se sap1·e1110 ossero accorti, è per lo meno fantastica. Ad ogni modo, fino a que1Pon1, rimarremo quelli cb_e siamo stati fin qui. Questo "ieri dicevamo,,. Questo, non ve ne spiaccia, amici lettori 1 ripetiamo e ripeteremo uel nuovo anno che sorge. t-k. Preghiamo vivamente tutti gli abbonati,chenon l'hanno anc01· fatto, cli hnlnrcl senzn rlfa.rdo J:, rinno– vazione dell'abho11a,1nento. Con ciò assicu1'e– ?'anno a sè stessi la più regolm·e possibile continuazione dell'invio del periodico. ( Veggasi in fine: Premi agli abbona.ti solleciti). Saremo grati, come sempre, agli amici che, nella imminen:.ra dell'anno nuovo, ci procw·eramio 11uovl abbo11atl o ci indicheranno pel'sone a cui ùiviare - a nosti·o rischio - unmerl ,u s11gglo. L'IRREDENTISMO L'anno scorso un deputato reazionario del Yeneto, te– nendo un discorso ])Olitico, dichiarò che grave errore era stato q_uello del Oo,•erno it,,liano cli reprimere con troJ)])O accanimento l'agitazione irredentista; infatti la giO\'Ontì,, respinta clall'il'reclentismo, si dà. al socialismo. Veramente si potrebbe osservare al reazionario veneto, che anche l'agitazione socialista è combattuta dal OoYerno con ben maggiore Yiolenza che l'agitazione irredentista eppure non scema, come l'irredentismo, ma aumenta geometricamente. La decaclenza ~lell'irredentismo in Jtali1\ Ya dunque attribuita a cause incli])endenti dalla avver– sione governatiYfL :i\fa questa critica generale alla. opi· nione del reazionario Yeneto non distruggerebbe il si– gnificato recondito della opinione stessa; il quale è che l'irredentismo potrebbe benissimo, quando il OoYerno italiano sa1,es/òleapprofittarne, dh·entarn una pericolosa arme cli comt?a.ttimento, non solo contro il partito socia· lista, ma anche contro tutti gli altri partiti democratici. Su])poniamo infatti che i partiti ])OJ)Olariitaliaui, com· preso i! socialista, mettano nel loro programma, accanto alla democratizzazione dello Stato e ;1Jla abolizione del– l'esercito sbtnzillle, la rh·enclicazione dei così detti con– fini naturflli 1 e riescano a determinare nel paese un largo movimonto favore,•ole al loro profrramma drmocrntioo, a11timilitaristn. e irredentist,1. Supponiamo che que:,to mo• vimento ra.1:giung1i tale rorzn. da. minacciare se1·i1Hne11te l'attuale Oo,·erno rcrt;-;io111irio e militarista. 11 partito mo– narchico non ,1-vrebbe in questo caso che da tenta.re un 1,iecolo giochetto per rovinare J)Cr me;-;zosecolo i partiti democratici e per consolidare J)Cr altrettanto tempo le snntiRsime istitu;-;ioni: n.ccottal'c Jrnrtc del prograrnnrn. dc– mocrn.tico; butfarsi 1\.ll'inedentismo e dichiarare magfl1'i h\. guerra all'Austria. Il trahoc-chet,to, i11 cui i partiti democratici ,,udrebbero a ;-';troncarsi le reni, srt.rcl>beper tal modo bell'e rorm1\.to. Por rivendìcal'C i confini 11atu,:llli ci vuol l;t guerra; JJCr l'ar 1ft. gucn•;\. ci ,,ogliono le .~pese militii1·i; per far ht guerra. bisogna andai· d'accordo cou la casta militare,. acca1·ezz11rla .. rinforzarla j per fa.1·el'frrcdentismo bisogna. rinun;- ;ia.rc fllht tlemocraziit e 11ll'antimilitrt.rismo. I·! i pa.r titi clemocratici, spinti chtlla logica delle cosc 1 dovrebbero seguire il partito monarchico sul terreno del militarismo. Quando l'on. Bn.rzilai dice che 1,a.rebbe pronto a votare le s1>ese militari presenti, e a.nelle :-ì}>ese ma.g-giori,purchè cs~e rosiiero rh•olte contro 1 1 . A.ui: .tria, 11011 fa :-e 110n ripe– tere sotto altrn. forma un'idea Ci-pressa.dall1011.JmlJ1·ia11i nel genn11io del 189J. Nel sorteggio clella. CommisRione i11c1nicftta di portare a. Corte gli nngul'ii di ·capo <l'nnno, crn venuto ruol'i il 11ome delPlmi.,riirni; elle fnrà? ci audrìt't farà lit scortesia. di 11011 and1lre? l}lmlJrittni 11011 · ùndò; n11\ scri.~sc uun lette1·a 1 in cui 1>1·omcttevache so.· reùlJe andato a f1tr gli auguri i a Umberto quando 11 rtee– vimento fos:5e stitto d,1-to a. 'l'ricste e non it noma. Qualor,\. dunque il Oo,·erno accetbtsse il J)rogramma. irredentista, noi Yeclremmo tutti i repubblicani e i cle– mocnitici irredentisti correre, come un gregge di montoni, dietro 1ti nost1·i generali; tutte le quest,ioni interne ver– rebbero messe in silenz.io ; unico obbiettivo delln politica. democratico-governativa-milita.rista In conquista del le fron– tiere naturali. i ra la. guerra. Si Yince? apparentemente il p11.rtitorle– mocratico ha l'iportnto un gran succesilo) mn appcna,chiusc le questioni esterne, cerched rivolgere la sua. attenzione ,\.Ile questioni interue 1 trovcd1 1\.lscn•izio del partito con-

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