Critica Sociale - A. VIII - n.21-24 - 16 dicembre 1899

330 CRITICA SOCIALE Questa è la legge svizzera sulle Assicurazioni, legge che si può giudicare surtl.cientemente buona e che tale tu giudicata inratti dai socialisti svizieri. Un indizio della bontà della legge è appunto questo, che i conservatori (specie quelli della Svizzera ro– manda.) si agitano per sottoporla al 1·efere11dum. SI noti bene però: essi non hanno preso ancora una posizione nettamente contraria alla legge. Essi dicono: la legge è cosl importante che, per rispetto alla de– mocrazia e alla sovranità. popolare, il popolo deve essere chiamato a pronunciare su di essa la.sua parola. Intanto però i conservatori vanno, sempre senza pro– nunciarsi sul merito complessivo delle. legge, mettendo in mostra gli aggravi finanziari che essa arrecherà. alla. Conrederazione e ai padroni. Quando si odono i conservatori parlare di democrazia o di sovranità. popolare, c'è di\ stare In sospetto. Oli è come quando (tenuto debito conto delle differenze} sentiamo i rorcaiuoli italiani diventare caldi e svisce– rati amanti della libertà parlamentare e invocarla per sbaraziarsi dagli ostacoli che una frazione del Parla– mento oppone al loro meditato disegno di uccidere nnche le minime libertà. ronda.mentali ed essenziali ad un convivenza civile moderna. Ed è da. meravigliarsi che alcuni socialisti svizieri siano restati presi dallo specioso argomento atracciato da.i conservatori, e, pur ritenendo buona la legge (tanto è vero che dichiarano ospressamente che la loro adesione al 1•efel'endum non significa desiderio che In leggo sia respinta), abbiano ceduto a quel concetto di metaftsica politica, ohe sia necessario, per rispetto alla democrazia e alla sovra– nità popolare, che il popolo si pronunci direttamente. Naturalmente, se il 1•efe1·entlum venisse accettato (cioà se si radunassero le 30.000 flrme necessarie per ottenere che la legge venga sottoposta al popolo), i con– servatori, gettata la maschera, dichiarerebbero aperta guerra alla legge; questa tra i ma.rosi della votazione popolare correrebbe serio pericolo; e alcuni socialisti avrebbero cosl contribuito, per un puro e semplice pla– toniflmo, a rare, forse, cadere una legge che essi riten– gono buona o tale da gionre alla classe lavoratrice. Cadrebbe assai acconcio, per questi alcuni socialisti svizzeri, ricordare le parole di Arturo L~briola, negli articoli più sopra citati: e Non è vero affatto che lo spirito della dottrina socialistica. giustifichi l'uso del i•eferendum, come si va dicendo da taluni. Sebbene il partito socialistico sia, prima d'ogni nitro, un partito Jemooratico - una democratia sociale - questo non vuol dire che esso caldeggi l'intervento continuo del J>opolo nelle questioni di politica quotidiana. Il popoln ù sovrano, nel senso che esso adotta nella persona dei Ruoi revocabili rappresentanti (senza revocabilità. il di– ritto di nomine.re il rappresentante, ripeterò, non è un tliritto sovrano} una determinata politica generale, fii l'\Ui lascia l'applicazione a quegli stessi che eno ba oletti. Nà questo diritto di sovranità deve conrondersi r:on la ingerenza continuata nelle cose della politica. A prescindere dall'enorme dispendio economico che pro• 1lurrebbe, essa avrebbe a sola conseguenza una demo· r.razia impersonalo, cioè una. democrazia irrosponsa– hile. • Quei socialisti svizzeri, che per un principio astratto aiutano il ,•eferendum sulla legge delle assicurazioni, tanno il giuoco della borghesia reazionaria. E fino a qual punto essi lo racciano, lo dimostrano, a nostro avviso, le seguenti linee di un breve opuscoletto mandato ruori dal sig. dott. La.ur, segrt,larlo della. Ligue de& paysam d ul IU O (composta in gran parte di.piccoli proprietari), opusco· letto Inteso a dimostrare ciò che l'assicurazione costerà. all'agricoltura. Egli scrive: e Noi abbiamo la convin– zione che gli operai non si sottometteranno mai a una ritenuta sul sala.rio ( 1 ). li padrone dovrà dunque pagare Il premln da solo, ovvero egli dovrà aumentare Il sa– lario d'una somma uguale al premio. • Quale più bella dimostrazione di quanto lo. legge svizzera. sulle as– sicurazioni potrebbe diventar vantaggiosa, anche oltre l'intento dei suoi redattori o la sua lettera, per le classi lavoratrici 1 Noi crediamo adunque che quei socialisti i quali ade• rirono al referendum abbiano ratto uno sbaglio di tat– tica, e probabilmente saranno del nostro parere anche i socialisti di Basilea città., I quali sono riusciti ora, grazie alla rivalità. dei partiti radicale e conservatore, a. rar trionrare nel loro Cantone la legge che prescrive l'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione, imponendo al parlrone dell'assicurato una quotizzazione settimanale di 10 o 20 cent., più la responsabilità dol pagamento della. quotizzazione del suo operaio, salvo ritenerla sul salario di quest'ultimo, e imponendo allo Stato una. sovvenzione annua di 30.000 rr. (che ·servirà a colmare il deficit o a costituire un rondo di riserva), pii.\ le spese di amministrulone valutate a 15.000 rr Essi a.dunque, i socialisti di Basilea, sono meglio di ogni altro in grado di valutare quale inutile spreco di energia. e quale vana o ridicola temerità. sarebbe sotto– porre una legge trionfata a stento (perchà anche nel 1894 v'ero. sta.lo un tentativo rrustraneo di introdurla) al t·eferendum., per il gusto rispettabile ma. politicamente scol&Stico di darle le acque lustrali del voto popolare! l!~t m.odu& ùi rebus, dunque. E anche col referendum. GIUSEPPE RKNSI. (') A quell11.cioè che 1111,rebbe neceaMrla per coprire la parte degli Introiti della t:i.aaa,spettante all'operato. IL CONGRESSO OCIALISTA FR NCESE (NOSTRA CORRISPONOKNZA PARIGINA). Parigi, 9 d!cembre. All'ora in cui scrivo, il Congresso non ba chiuso an• cora. le proprie sedute, ma tutte le gravi questioni poste all'ordine del giorno sono state troncate, e il Congresso può certamente affermare che la sua opera. non sarà. inrruttuosa. Può anzi dirsi che umanamente non poteva dare di più, poiohè l'eccessivo numero dei delegati, la passione suscitata. dagli argomenti in discus• sione, il concorso dei capi ,li tutte le (razioni ilei so– cialismo rrancese, rende\•ano estremamente difficili le diiscussioni del Congresso, e quasi impossibili delle vo• tazloni recise e nette. Ciò che sarà. necessario per inter- ~i~a~~r;r:~e agp~~ar;~a~~~r~~~~~fo asriii1~:~~!~ad:~b~~~ estrema lealtà, la quale ultima, a dira il vero, non sempre prevalse nelle discussioni e nelle votazioni del Congresso, non tanto per oper& di quelli che furono accusati quasi apertamente di viola.ria, quanto degli altri, che, essendo minoranza, tentarono smo alla flne di strappare alla maggioranza un voto che questa non poteva e non doveva dare. Non credo dover la.cere che lo varie parti rappre– sentato al Congresso prererlrono trattarsi piuttosto da. nemiche che da compagne ed &SijOCiatein una lotta comune. Jaurès usò parole ingiuste e non belle contro Jules Ouesde, e lo Zevaès no usò di 1roppo vivaci contro gli Indipendenti. Larar"ue ru rigoroso e conse– guente, m&acre e quasi amaro contro lo Jaurès. Vi- viani cavillò avvocatescamente contro i guesdisti, per provare, in conclusioue, che i guesdisti non avevanQ

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