Critica Sociale - Anno VIII - n. 16 - 1 ottobre 1899

CRl'l'ICA SOCIALE versale con o senza la rappresentanza proporzio– nale ristabilirà l'equità giuridica del suffhgio per cui' il proletariato fiammingo ha mostrato di saper lottare con audacia rivoluzionaria affrontando ogni più alto sacriflzio, ogni più fiero cimento. E l'Italia piglierà il posto del Belgio. Così la rabbia partigiana dei vandeani vinti ha decretato; per essi è lettera morta ogni dovere nazionale di fronte al patrimonio solidale della ci– viltà europea. li loro p•triotfismo, la loro coscienza morale non vanno oltre il desiderio di sbaragliar• i competitori e cbiuderne quanti più si può in car– cere. Se in questo còmpito si sacri6cano tutti gli elementi più vitali della civiltà italiana, si sman– tellano tutti i propugnacoli di progresso e di mi– glio,-..mentodelle classi lavoratrici; •i •offoeherauno tutti i germi della risurrezione nostra e delle plebi italiche e •i ricacceranno queste povere plebi nel– l'abbrutimento della rassegnazion.i che non sa e non v8ta perchè si sveglino un giorno all'orrore di una rivolta dolorosamente sterile e ferocemente sanguinosa - che fa ad essi, ai vandeani di Lom– bardia ed al generale di Roma? Che fa 1 Pur che Palazzo Marino torni in loro mani e la til-..tura del Coi-Hei·e adegui quella del Secolo. LA CRITICA SOCIALE. LA" GIUSTIZIA ,, GIACOBINA L'ukase dell'on. Pelloux va rapidamente in ap– plicazione ad opera dei magistrati del regno. ()hi al riguardo si Cecedelle illusioni, ora può dirsi ri– schiarato, e chi illusioni non ebbe adesso se ne compiace e con aria furba dice: vedete? E tutti ripetono con !!rande convinzione il motto famoso del guardasigilli Eula: La magi&tratura rende ser– vigi non sentenze. Ma resta a spiegare perché la magistratura renda •ervigi e li renda di preferenza al Governo. La questione può apparire Ingenua, ma non lo è per chi non s'arresti subito alla prima osteria della corruzione o della intimidazione governativa. Questa sarà o non sarà, ma non è sufficiente a dare ragione del perchè i magistrati violino aperta– mente quelle leggi che hanno urflcio di applicare come sono - solo per compiacere un Governo transeunte - mentre le leggi sono il Governo permanente della classe dominatrice nella società. Il fatto forse · si spiega con ciò, che in Italia manca una coscienza netta di casta giudiziaria; tutta la nostra magistratura è un po' una neQarri– -.ata; essa difetta di tradizioni di corpo; di fronte al G0Yer120 si è lasciata ingabbiolare come una branca qualunque della buroc1-..ziarameliea e ser– vile - epperò non ha sul Governo nessuna azione moderatrice, anzi - non gode presso il Governo di nessuna considerazione; il Governo mostra di temere più della Camera dei Conti che della Corte di Cassazione. Quella fa rimostranze talvolta - an– che si rifiuta di regi•trare qualche decreto più ostrogoto - e quando non può più rifiutarsi, p1·0- testa almeno tutte le sue riserve. La Corte di Cas– sazione non mai: ogni atto legislativo del Governo è per essa cosa aacra. I regolamenti ministeriali fanno a pugni eon la legge che debbono di•cipli- narel e la brava Corte dà ragione ai regolamenti e (se capita) torto alla legge. Ad uno ad uno tutti gli articoli dello Statuto furono soppressi con de– creti ministeriali o con semplici ordinanze di pre– fetti. E la magistratura sqprema applaudi sempre! Il diritto alla resistenza contro gli arbitrii della autorità è praticamente cancellato perché i giudici si ostinano a non trovarsi mai competenti a giudi– care la legalità di un atto del potere esecutivo: perciò il cittadino deve obbedire, sempre! Questa Incompetenza continuamente proclamata della ma– gistratura ha servito a togliere ogni prestigio alla magistratura in cospetto dell'ente Governo; la sorte sua è quella di tacere e di obbedire al suo signore e tiranno, e far si ohe gli altri tacciano ed obbe– discano allo stesso modo. Il Governo è il sultano di questa temuta odalisca, la quale ha incarnato in quello il principio di autorità che doveva incar– nare nella Jegge. Per essa non è tanto sediziosa l'aggressione alle leggi quanto l'aggressione al Go– verno, poiché il Governo è la legge, ossia è il prin– cipio di autorità. Infatti ossa pone costantemente il Governo sovra la legge; constata magari la vio– lazione della legge ma, essendocommessa dal Go– verno, non è più violazione di legge, ma anzi di– ritto e di quello purissimo. Il Governo non ha conti da rendere; basta asserisca che cosl ha creduto utile o necesssrio. Se gli stati d'assedio ed i tribu– nali di guor,-.. sono espressamente vietati dalla /ea; leçum, dallo Statuto, ciò nondimeno sono cosa lecitissima perché il Governo in un certo momento ha constatato che gli facevano comodo.Se il primo articolo del Codice penale dice chiarissimamente che senza legge non vi è reato e senza reato non vi ha pena, tuttavia i condannati a domicilio coatto per la spenta legge Crispi vi restano perché il Go– verno ha da pensare alla sicurezza dello Stato e dei cittadini. Salus popwlt suprema lex. Su que– sto latinett-0 di sacristia la magistratura, nuova Ifi– !!enia immolata alla salvezza del popolo. ha porto 11 capo al sacrifizio, abiurando, come una proposi– zione eretica, quell'altro scolasticodi bella fama: Le– çtbus servt sumus ut ltbe,-t esse posstmus. In ciò si palesa la mancanza di una magistratura di razza; questi giudici, per quanto facciano, non restano che dei ti-avetti: una magistratura di razza non si la– acerebbe mai tirare ad un giacobinismo così ete• rodosso, attraverso il quale si veggono fiammeg– giare sinistri bagliori di rivolte trionfanti e persino si sente un odore acre di sangue reale rappreso. Bontà divina! So ogni Governo è arbitro di so– spendere tutti i diritti e le libertà dei cittadini quando lo crede necessario alla salute del popolo, io vi dico che questi magistrati sono più « rivolo• zionari ::.di noi e ci autorizzano fin d'ora a tor– cere il co11oa centomila « messi in fila > il giorno che il «nostro» Governo di noi sovversivi lo ri– puterà necessai-io per assicurare il « nostro > ordine pubblico,la« nostra• pace sociale; ma di questa au– torizzazione io ho fede che non ci varremo mai poiché la magistratura dell'avvenire sarà vera– mente una magistratura di razza, e però sarà - speriamo bene - conservatl'ice, gloriosamente ed intransigentemente conservatrice, onde ci canterà in toncidi musica: Legt/Jusservi sumus: mutate le leggi, se lo cre<lete necessario alla salvezza del popolo, ma, finché non le avrete mutate, l'unfoo mezzo per stabilire l'ordine pubblico, cioè il ri– spetto delle leggi, è quello di rispettare le leggi otesse. . . . La magistratura dell'avvenire, per es., non ren– derà mai un giudicato come quello dato dall• Corto d'Appello di Milano, nella causa della Zanzara

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