Critica Sociale - Anno VIII - n. 16 - 1 ottobre 1899

CRITICA SOCIALE 266 UNAREPUBBLICA ITALIANA IV. Lo &viluppo civile. (Couia.&ùoue). E torniamo ora alla in veatlgazione postaci più sopra i se cioè Ja democrazia repubblicana abbia dato o no buoni frutti alla terra italiana che ne fruisce. E qui, per venire ad una conclusione, è d'uopo procedere a un duplice confronto. È necessario contron• tare, cioè, dapprima il Ticino cuo aè slfJSso: vale a dire la sua condizione attuale, con la condizione in cui si trovava nel primordi della sua vit.& politica; e, lo secondo luogo, è necessario confrontare il Ticino con l'Italia. E siccome gli indizi dello sviluppo ciYile sono so– pratutto due, e cioè li livello dell"lstruilone pubblica e quello della crimfoalità, entrambi ,questi punti di vista devono fornire elementi per il confronto. Abbiamo visto, più addietro, quali fossero Je infelici condizioni del Ticino sul fluire del secolo XVIII. Intorno al 1830 esse non erano, dal punto di vista. dell'istru– zione pubblica, gran ratto migliori. Sentiamo che cosa ne dice Stefano Franscini, il quale scriveva nel 1837: Il Ticino, cosl ragguardevole Cantone,&tto ad occupare un posto rispetlabile tra. i propri confederati, si trovò per avventura al livello d'Uri, di $vitto, di Untervaldo, paesi i più poveri e ai quali le migliorie sono st&te cosl scarse, cosl insensibili. E intantochè parecchi Can– toni svizzeri gareggiano nel perfezionamento di quegli istituti per i quali l'lntiera massa del popolo divien partecipe di un Insolito grado di Incivilimento e si a.vvla. ad un'invidiabile prosperità, noi non ne vantiamo un solo che &.tlestl un vero e commendevole grado di perfezionamento. ( 1 ) E più oltre, lo stesso autore: Crediamo di non andar lungi dal vero stabilendo approssimativamente che, di 11.000 Ticinesi che levano ogni anno un passaporto e van pel mondo all'esercizio delle loro industrie, 7000 circa sanno più o meno leg– gere e scrivere, ma ..&000 non valgono nemmeno &. fare Il proprio nome, e sono privi totalmente d'istruzione e di un efflcaci1Slmo stromento a far prosperare I propri affari. Egli si può concludere da ciò che, delle venti migliaia di capi di famiglia, non ce n'abbia manco di 6 o 'i mila del tutto illetterati; e questi sono Ja terza parte circa di quel popolo In cui si risiede la. sovranità. E può asserirsi senza tema d'errore, che, di altri 6 o 7 mila capi di famiglia la conoscenza delle lettere è tanto scarsa e misera., da riuscire incapace a porger loro nel corso della vita alcun conforto od aiuto. Che se a tutt& la popotazlone, maschile e femminile, estender ai voglia il calcolo, noi tenghiamo per fermo che, prln• cipalmente per alcune valli e terre remote, se n'avrebbe un risultato plil doloroso. ('I Vediamo ora quale sia la condi1ione attuale. In It,.1ia siamo avvezzi ad usa.re, come priacipale misuratore del grado di istruilone pubblica, la percen– tuale dell'alfabetismo. Per dare dunque a un lettore italiano la visione esatta dello stato attuale dell'istru– zione nel Cantone Ticino, e più per confrontare questo stato con quello dell'Italia, bisognerebbe stabilire quale sia. la perc~ntuale dell'alfabetismo nel Ticino. Ora., ciò non si può fare che approssimativamente, per i seguenti motivi: Non esiste nella Svizzera alcuna statistica degli anal• fabeti. I soli dati che si posseggono au questo argo– mento ai trovano nelle pubblicazioal annuali dell'Uffl.cio ( 1 ) 8T&l'AKOFRANSOINI, La Sril",.4',... ftaUana, •ol. t, pag. ,u. (') Ibidem, pag. 149. Federale di Statistica sui risultati dell'esame pedago– gico delle reclute. Ma si t, ben lungi dal poter dire che In questi dati Il numero degli analrabeti sià assoluta– mente determinato. Infatti, soltanto all'origine deH'lstituzlone degli esami federali delle reclute si determinò erTettivamente Il numero degli analfabeti che si trovavano tra I giovani atti al servizio. Questo numero ru nel 1877 di 0,81 '/, e nel 1878 di 0,99 ¾ (pe~ tutta la. Svizzera). Dal 1879 al 1885 la pubblicailone annuale dell'Ufficio Federale di Statistica conronde in uno atesso gruppo t e semplici di spirito o idioti • e gli e analtabetl •· Ecco le cifre per tutta. la Sviuera.: Nel 1879 si trovò 1,8 ¼ di Idioti e analfabeti • 1880 • 1,1 • • 1881 0,6 • • 1882 0,9 • • • 1883 ·o,, , • • 1884 0,3 • • 1885 • 0,4 > Questi numeri, per il tatto che vi sono compresi gli idioti, non possono naturalmente servire di termine di paragone. Me., a. partire dal 1886, il metodo di pubblica• zione dei dati statiatici riguardanti l'istruzione delle reclute fu ancora cambiato: si pubblicò cioà solamente la nota (dall' I - ottimo - al 5 - pessimo -) riportata dalla recluta nell'esame sopra ciascuna di queste ma– terie: lettura, composizione, calcolo, istruzione civica. Da.I 1886 ln poi, noi abbiamo dunque un'unica norma per stabilire la proporzione degli anatra.beli sul numero delle reclute: considerare cioè come analfabeti coloro che agli esami banno ottenuto nella lettura la nota 5; cosa che può farsi con bastaate esattezza, giacchè, 88· conlio i termini stessi del regolamento per gli esami, questa nota è attribuita a ciascuna recluta e che non sa leggere affatto ,. (') Partendo da questo concetto, noi troviamo che nel– resame pedagogico delle reclute del 1896 (i cui dati sono contenuti nell'ultimo Annuario Statistico) il Ticlno ebbe 14 reclute soltanto cui tu attribuita. la nota 5 nella lettura, e quindi, 14 analfabeti, sopra 1099 esaminati, (1) ti che tlà il numero di 1,27 analfabeti sopra 100 reclute. tluesto numero di 1,27 analfabeti sopra 100 reclute esaminate nel 1896è indizio di una situazione la quale, confrontata con quella di aettant'anni fa descritta da Stefano Fransclnl colle parole che abbiamo più sopra riportate, dimostra gli immensi, giganteschi, Incredi– bili progressi compiuti da.I Ticino in questo lano di tempo. Ma la consolante situazione raggiunta nel campo dell'istruzione da questa Italia repubblicana rifulge in tutta la sua luce quando essa viene confrontala con qu•lla dell'l\alla regia. In Italia la. statistica dell'istruzione delle reclute (') Per t.utLa la s,1r.z~ra la percentuale delle reclute, che non hanoe ottenuto la nota a nella lettura e che quindi "no analfa• bete,, dat.a dalle 1e1luenti cifre: nel 18&6 I,I 'lo t887 t,a 'I• • 1888 t,l 'lo • t889 0,8 .,. IS~ 0.8 .,. 1891 0,8 •1• • t891 0,6 .,. nel t893 189' • 18')5 , ... . ,.., , ... 0,6 .,. 0,6 O/o 0,4 .,., 0,3 .,. fl,3 .,• O,!'·• Dobbiamo le cifre e le lndieulonl ora eaposte alla corte1!a del dott. Oulllaume, direttore del Bureau F«Ural tu StatuNqua di Berna. (') .41u1uaire StaNINQwe fU la SuU1a, 1898,P•l· 188.,

RkJQdWJsaXNoZXIy