Critica Sociale - Anno VIII - n. 1 - 1 gennaio 1898

Critica Sociale RIVISTA QUINIJICINALE IJEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8. Semestre L. -.I - A.l.l'IE11tero: Anno L. IO - Semestre L. &,&o. Lettere, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 (t' plm IOblll) Anno VIII- N. ·I. Non si ve,ule a nunieri se1uirati. ~ Milano, I. 0 gennaio 1898. PEL NUOVO ANNO L'INCONTRO D[ DUEGlUBlLEI Saremo grati, come sempre, agli amici che, in occa– sione del nuovo anno, ci procure1·anno abbonati nuovi o ci indicheranno persone a cui invial'e - a nostro ,·ischio - numeri di saggio. La Critica Sociale vive e si 'l'info,•;:adell'aiuto di co– loro che ne c1·ellonoutile la pubblicazione. Condi:ioni d'abbonamento, p1·emi e abbonamenti cu– mulalivi, nell'ultima pagina. SOMMARIO Attualità. Repellta jur;ant l (LA CRITICAI, L'o,contro di due {IIUbUd (YILlrPO TURATI), Rtvllta t11te1·111utonafe: Le lotte del lai;oro lit /11ghilterra (O. M.), St.udi soclologlcl, L'ai;i;eno·e det partilo cattolfco: I. / cattolEct eta loro tattica; lt. Su cl1e co,a contano I cattolici (Us 1·nAVRT). La tutto-a guen·a e i 1octaU1tl: Anco,·a la triplice alleat1za (AR– TURO LA8RIOLA), Il grati dilemma: proprtetd Otdti;tduale o 1Jro1n-tetà collettlfia 1 I (CLAUDIO TREVE!I). Fllosofta, lett.erat.ura e variet.à. Pe,· UHO ,cuoia dl ICEt'HZt'sociali (,\H. SJNCEnO RUOAltLI). - Po- lltlla (I.A ClllTICA). Bolletttno btbUograf.: • li J)rotezionlsmo » dio. Lt'1ut (O. REss1), Almanacco ,octalllta 1Jel 1898. Blbltoteca dt propaganda. Pt't nuoi;o anno d'abbonamento. Repetita juvant ! Esortiamo gli amici della nostra propaganda perchè, nel rinnovare l'abbonamento alla Critica &>ciale, pren– dano l'abbonamento cumulativo coll'Avanti!, il giornale quotidiano del partito - le cui condizioni troveranno in fine del fascicolo. Di noi, dei propositi, dell'avvenire, dell'opera della Critica, Socitùe, ci parrebbe, dopo sette anni di prova, una mera. convenzionalità. tenere lungo discorso. Alla discussione delle questioni principali che interessano il partito, all'elaborazione dei suoi programmi, alla de– terminazione del suo indirizzo politico, noi daremo sempre maggior lena.,francheggiati come siamo da. tanto consenso di lettori e crescente operosità. di collaboratori. Ma. il giornale quotidiano è la bandiera fiammeggiante del partito; è desso che lo guida alle battatlie d'ogni giorno eri ò in esso la maggiore nostra forza. e la più gagliard.1 difesa dei comtlni ideali. A cotesta bandiera facciano siepe intorno i volonterosi. LA CRITICA. A 1•iclliesta di pa,·ecclli a/J/JonaUabbiamo p,·o– rogato a tulio gennaio il tennine ver {1°1'i1•e dette eccezionali ,•;a,.ztoni s"i t1b1•illetta nost,·a Bi– blioteca annunciate nell'ultima vagina (Premi se– migratuiti agli abbonaU solleciti). ote n l no B,ar o Nell'anno, di cui celebriamo oggi la nascita, si incontrano due Giubilei, ai quali l'incontro dovra parere estremamente curioso. Si compie il ciuquan• tennio da quella che fu, nella più parte degli StaH d'Europa, la seconda rivoluzione borghese, compi– mento della prima, e fu in Italia semplice rivolu– zione politica, diretta all'unilà e all'indipendenza, fallita bensì in quell'anno, ma fatalmente ripro– dottasi, con più mature fattezze, undici anni di poi. Questo nell'ordine pratico. Si compie insieme il cinquantennio dalla prima pubblicazione, avvenuta in questo gennaio, del Manifesto llet partito co– munista. Fatto, in apparenza, puramente teorico e letterario. Chi avesse, in queH'anno, osato appaiare e con– frontare - non diciamo neppure equiparare- i due avvenimenti: quel grande tremuoto politico-sociale che scosse tutta l'Europa,con quel piccolo libro uscito, in Londra, da un conciliabolo semisegreto della Le(Ja dei Giusti, che non ebbe intorno clamore di pubblicità e che doveva rimanere pressochè ignoto per più di un altro ventennio; si sarebbe \buscato, a far poco, del matto. Gli avrebbero detto che non aveva né orecchie per sentire nò occhi per vedere. Nessuno, neanche gli uomini sommi del tempo, avrebbero potuto sottrarsi alla potente suggestione delle apparenze. Eppure, dopo solo mezzo secolo - qualcosa meno di una vita umana normale - chi getti uno sguardo retrospettivo e rifletta su ciò che l"uno e l'altro avvenimento contenevano in germe, su ciò che in– timamente significavano, su ciò che hanno generato; la sproporzione dei due fatti a poco a poco dilegua. Più ancora: il fatto grande, clamoroso, universale, sembra rattrappirsi e rimpicciolirsi; si sarebbe quasi tentati di ripetere, a suo riguardo, il motto .scespiriano: molto rumore per nulla! Viceversa, l'accidente minuscolo, inavvertito ed inavvertibile, si dilata e cresce a dismisura. Quel libercolo lilli– puziano, che non creò il socialismo, poiché il so– cialismo esisteva prima di esso, che non creò il movimento operaio, poiché anzi lo presupponeva, e, proprio in Inghilterra, sua patria, era allora agli ullimi strepiti la grandiosa e tenace agitazione chartista; quel libercolo di poche pagine, buttate giù in fretta, con apparente negligenza, con evi– dente disdegno di ogni venuslà letteraria, il quale non faceva che incastonare in poche formule sem– plici e nude un concetto che gli avvenimenti del tempo adombravano appena; quel libricciattolo, tra– scurato e trascurabile, è divenuto una Bibbia; è considerato e venerato come una pietra miliare del cammino dell'umanità; da esso si può dire che é « cominciata la novella istoria ». Non solo. Ma dei due fatti, messi a paragone, il pigmeo ha scalzato, ha atterrato e sta per sotter– rare il gigante. Mentre esso nasceva e riempiva il

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