Critica Sociale - Anno VII - n. 17 - 1 settembre 1897

CRITICA SOCIALE 265 perretti, abbastanza soddis(aconli, dal lato della propor– zionalità. Non ci indugiamo a. spiegarlo, sia perché ai letlori riuscirà. facile procurarsi l'opuscolo, sia inoltre porchò, 1rnr ora, ciò che più importa. ò l'affermazione del principio, lascia.ndo la discussione dei congegni pra• lici pel momento in cui l'idea dovesse tradursi in di– segno di legge. L'importanza di questi sistemi - scrivo il Velalri - non sta soltanto nel procurare che un partito abbia un rappresentante di più o di meno in parlamento, ma. nel mouerc ogni partito nell'impossibilità. di togliere agli altri una parte e talvolta. la. totaliti\.dei rappresentanti, a cui essi hanno diritto. Cessa allora il bisogno di di– fendersi ricorrendo ad alleanze con amni o a transazioni cogli avversa.rii; cessa in gran pnrtc l'efllcacia dei gio– chetti, delle calunnie, delle menzogne elot.lorali; porchò - In.caduta di un candidalo non essendo più la con– seguenza inevitabile della riuscita del candidato avver– sario, ma la.conseguenza della debolezza.assoluta, non relativn, del partito che lo sorregge - la.lotta si spoglia. della rorrna vivacemente porsonnle por elevarsi a un sereno contrasto di idee e di 1>rogrammi. E con ciò anche i pe ricoli, sui quali più. volte insi– stemmo, che deriva.no al nostro partito dal r~clutare esso gran p arto delle s ue forze mercè la lotta elettorale, pericoli sui quali ritornò con un notevole articolo Ales– sandro Schiavi nella Lotta di Classe del 21 agosto, ver– rebbero quasi del tutto eliminati. Por tutto ciò noi pensiamo che all'agitazione, sempre da farsi, poi suffragio univers,ilo, uguale e diretto, i socialisti debbano associare o combinare quest'altra per la rappresentanza proporzionale. Nor. ILPARTITO S CIALISTA DI MOLA IV. Diretto di vera coscienza socialista - questa fu, dicevo, la malattia del partilo socialista di Imola, malgl'ado le migliori intenzioni de' suoi componenti. Ed è malattia che fra.vaglia il nostro partito in ottanta su cento dei paesi d'Italia. È inutile illu– derci e chiudere gli occhi pe1· non vedere: il par– tito socialista in Italia, da alquanti anni a questa parte, tutto ciò che ha guadagnato in numel'O ha perduto in serietà e in coscienza. E questo un effetlo dello cli,graziate condizioni economiche e sociali di questa penisola italiana. Dove gli operai indusfriali mancano e i contadini sono impei·meabili alla propaganda nostra - ed è il caso specialmente dell'Italia centrale - ivi l'idea socialista o non penetra, o, se penetra, si corrompe. In questi luoghi la lotta economica per mezzo della Lega di resistenza e dello sciopero è impossibile, e parlai· di scioperi dove mancano i possibili scio– pe1•anti sarebbe come dar colpi nel vuoto. Non resta allora. che l'azione politica, anzi eleltorale, divulsa dalla loti.a economica e quindi piena di difetti e gravida d'illusioni e d"ingauni. Nel paese, dove c'è stato uno sciopero, e dove il contadmo, che domanda un aumento di salario, vota per il socialista, ivi il nglio del proprieta,•io difllcilmente si sentirà venil'e la voglia di fare il socialista - se non alt1·0 1 ci sarebbe il padre che lo cazzotterebbe di santa ragione - e il partito corre poco pericolo di lasciarsi compenetrare da elementi eterogonei; qui la lotta politica appare a tutti come una faccia della lotta economica, nella quale gl'interessi immediati cli tutti si son tl'ovali chiaramente in gioco; e o~nuno resta al posto di combattimento, che la nascita, l'educazione, la psi• cologia della sua classe gli han destinato. Ma dove la lotta economica o é impossibile o é stata trascu· 1·ala - quanti niea culpa dobbiamo recita1·e a questo p1·oposito! - ivi la stessa loti.a politica è obbligata a tene1·si su d'un terreno tutto dottrinario e , 1 ie11ea urtar meno gl'interessi e le suscettibilità delle classi, che naturalmente sarebbero avverse al socialismo. [1n•ece di fare della propaganda con– creta, dimostrando ai suoi uditori grinteres i che dividono gli operai dai padroni, il propagandista. non a,•endo intorno a sè né operai, nè esempi di lotte, scivola facilmente nelle disquisizioni generali, che non conchiudouo niente: parla dell'Africa, del concentramento della ricchm~za. del parassitismo, dei cavalieri dell'Annunziata. dell'evoluzione - que– sta non manca mai - pizzica delicatamente il chita1'1·inodel sentimento, si fa applaudire; e quando s'ò sgolato per un'ora, ha fatto un mondo di male. rena sua cicalata il socialismo è diventato la cosa più bella e più semplice di questo mondo; il socia– lismo ò come il paradiso di Napoleone fil, dove ci s'arriva da tutte le reli11io11i; tutti possono essere socialisti, ricchi e p o, 1 01·1, studenti e operai, profes– sionisti e impiegp.ti; basta aver buon cuore, credere nell'evolu zione, esse re molto intelligenti, desiderar·e la rigenerazione di tutto l'universo abitato e dis– abitato, sentirsi pronto a soffrire per l'Idea. E lulti diventano socialisti. Accanto a buonissimi elemenli, che sono naturalmente socialisti: garzo11i di bottega, artigiani proleta1·i, braccianti, entrano nel partito il figlio scapesh·ato, che ha il babbo troppo severo, lo studente bocciato, l'avvocatino che ha Io scilinguagnolo sciolto, il professore che aspetta il posto governativo, il fallito perseguitato dai creditori - i falliti oramai in Italia sono una vera e propria classe sociale - lo spostato licen– ziato o non licenziato da uno dei tanti nosfri isti– tuti secondari. È gente pronta a fare una dimo– sfrazione e ad andare in carcere; e in periodo elettorale lavorano per delle nottate intere a copiai· circolari, a far indirizzi 1 ad attaccai· manifesti per le sll'ade; e, in un momento rivoluzionario, pili d'uno sarebbe capace di morire eroicamente, difen• dendo una banclie1·a rossa. E, salvo raro eccezioni, che ci son date specialmente dagli avvocati, essi, nnchè non abbiano trovato da cambiar opinione e da star meglio, sono socialisti sinceri, proronda– mente sinceri; perché la loro lotta di classe la combattono anch'essi, povera gente, contro il padre ti1•chio,contro i professori tiranni, contro i colleghi pH1fortunati, contro i creditori inesorabili; il loro solo el'rore è di credere che la lotta di classe, in cui si trovano impigliati essi, sia la stessa lotta di classe che nel resto del mondo gli operai organiz• zati combattono contro i capitalisti. Quando l'oste vuol fare Io stufatino di lepre e non ha la lepre, ci mette il gatto; così noi, volendo fare a tutti i costi lo stufatino socialista, in man– canza della lepre prolelal'ia che non c'è o ci sfugge, abbiam cucinato del gatto bo! 'ghe.se; piccolo, magro, se si vuole, ma borghese. E una p arte della bor– ghesia, che s'incarica di combatte,·e contro la bor– ghesia per conto del proletariato. Si formano così delle organizzazioni socialiste. nelle quali la spina dorsale operaia o manca o è opp,·essa dalla ciccia piccolo borghese. Sono Circoli numerosissimi! 'l'recento, quattrocento, cinquecento soci, e a ogni adunanza se ne ammettono nel Cir• colo dei nuovi, senza discussione, su proposta di due compagni. 'futti questi Circoli, poi, riuniti in– sieme, dàuno i 25 mila socialisti organizzati, che rìgureranno, e faran venire la tl'emarella ai con• servatori, nei nosta-i Congressi. Di tanli soci, ap– pena una 9.uindicina pagano regolarmente le l01·0 quote; i piu non sanno nemmeno di essere iscritti

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