Critica Sociale - Anno VII - n. 17 - 1 settembre 1897

264 CRITICA SOCIALE st'ultimo nella località ov'è pol'lato, contribuendo (se ve n'è bisogno) alla sua riuS"cita. rn questo modo, ogni quotità di elettori avente dil'itto a un rappre– sentante, ogni unità rappresentativa, sia della mag– gioranza, sia della minoranza 1 ti-overà il mezzo di es– sere esattamente rappresentata iu Parlamento. (1) . .. Non è qui il caso di parlare del funzionamento tecnico di questo sistema, nè degli ostacoli e bene– ficii di ordine generale che esso incontra ed arreca. 'l'utto ciò fu ampiamente trattato dallo Stuart-Mili, presso di noi, dal Palma; ed é conosciutissimo. Io mi limiterò ad avvel'tire come, nello speciale ri– guardo del partito socialista, non hanno peso le principali obbiezioni che gli si muovono, e diven– tano molto pili g1•andi i suoi benelìcii. Una di queste obbiezioni, esposta dallo Stuart– Mili, è che < questo sistema potrebbe essere impie– gato a favorire viste di partito. Un organo centrale di ciascuno dei partiti politici farebbe distribuì re in tutto il paese la sua lista di 658-~ndidàtk aflnchè tutti i membri del partito dispersi nei va,i Collegi elettorali votassel'o per questa lista. li lol'O voto prevarrebbe di molto su quello èhe potrebb otte– nere ogni candidato indipendente . Tale obbiezione non ha alcuna gravità per noi, e ne ha sempre meno anche per gli altri pa1•titi. Nella vita pubblica l'organizzazione prepoodera n<,· cessariamente. Solo i corpi organizzati, anche at– tualmente, hanno la possibilità di essere esattamente rappresentati. J voti eccentrici, cxtravagantes, non hanno, neppur ora, mezzo per farsi valere. Se tale situazione continuerà col sistema di Ha.re, non sarà poi gran male. E per il partito socialista, che fa appunto consistere la sua forza nell'organizzazione e per il quale non esistono candidati indipendenti, un sistema elettorale, che accresca l'efficacia del– l'organizzazione, sar,\ tanto più consentaneo al modo di sviluppo della sua azione. .Un'altra obbiezione, che _ al Palma sembra gra– v1ss1ma, è quella dello Gne1st, che cioè una rap– presentanza a modo di Hare « scioglierebhe i nessi sociali, i gruppi naturali del popolo ~- Ma anche questa obbiezione non sarebbe certo quella che potrebbe trattenere il partito socialista dal farsi campioi:ie di questo sistema. I nessi sociali, i gruppi natul'ah del popolo non hanno infatti, ,•ispetto al– l'azione politica, alcuna importanza per noi; perché noi, anziché mirare alla rappresentanza specifica di questi gruppi naturali, cioè, in fondo, degli inte– ressi locali, miriamo al trionfo d'un programma che non solo è comune a tutta la nazione, ma è comune ai socialisti delle varie nazioni, è non solo nazionale, ma internazionale. Per contro, i benefici del sistema di Rare sareb• bel'o sopratutto sentiti dal partito socialista. E ciò non solo perché tutte le quotità elettorali aventi diritto a un deputato, che sono comprese in esso pal'tito, ottenendo realmente il loro rappresentante, il numero dei deputati socialisti aumenterebbe di mol_to; ma per un'altra, e forse più importante, ragione. Attualmente, da noi, le forze socialiste, in quasi tutti i Collegi, entrano in lizza con tutt'altre mire che non quelle che dovrebbero naturalmente essere lo scopo della lotta politica: entrano in lizza pe1• fare della propaganda, per contare i propri voti 1 o per altre analoghe ragioni; ma senza po– tersi proporre seriamente l'obbietto di vincere, di essere rappresentate in Parlamento. Col sistema ( 1) Cfr. STUART l\111.L, Le Gom:ernem,mt revrdstntaNr, trad. Dupont-Wite. - Guillaumln, 186!, chap. VII. J>Auu., Cor,o dt /Xrttlo CosUtit:fo1tale, Capo IV, N. 10 e segg. - Firent.o 1881. DIIJ IUlC-vn vino B1arco di I-lare, invece, ciascun votante socialista saprebbe che il suo voto ha un peso reale sulla bilancia po– litica, perchè esso può concorrere, insieme con quello di altri socialisti di diverse località, a for– mare una quotità, la quale compiuta, s'accresce cli uno il numel'O dei deputati socialisti. La lotta po– litica adunque, anche per quei socialisti che sono nel loro Collegio in infima minoranza, rientrerebbe, col sistema del quoziente, nel suo alveo naturale. . . . Per queste ragioni a me pare che l'introduzione nell"ordinamento elettorale del sistema del quoziente potrebbe occupare degnamente un posto nel pro– gramma minimo del partito socialista Che se si obbiettasse essere immensamente difficile per noi far trionfare questa radicale riforma, io risponderei che lo stesso può dirsi del suffragio universale e dell'estensione ciel voto alle donne, che pure dei programma minimo fanno parte. E se la difficoltà di raggiungerle non ci impedisce di sostenere queste due ultime riforme, non deve neppure impedfrci di sostenere la prima. Propugnare il sistema del quoziente sarà, per il partito socialista, non solo propugnare la giustizia nella rappresentanza elettorale, e insieme il van– taggio proprio, ma anche mostrare una volta di più che esso è il partito che sta alla testa d'ogni pro– gresso sociale e politico. Infatti è il metodo di I-rare quello che una grande autorità come lo Stuart– Mili ha riconosciuto essere « il più· grande perfe– zionamento di cui il sistema del Governo rappre– sentativo sia suscettibile ». (') GIUSEPPE RF:NSI. L'amico Rensi, inviandoci l'articolo inserito qui sopra, si tlircbbe avere telepaticamente indovinato un desi– dol'io nato in noi già. da alcuni mesi e precisamente fin da quando ricevemmo il bell'opuscolo di N. Vi::LATR1: La Giustizia nelle elezioni (Rappresentanza p1·opo1•::;io– nale) (-), opuscolo che il Rensi non cita indubbiamente per non ,werne avuto notizia. Col Rensi e col Velalri noi crediamo che l'argomento della rappresCntanza pro– porzionalo meriti infatti !"interesse del nostro JJartito. Basti dire che, con l'attuale sistema di elezioni, se alla Ca.mora è in qualche modo rappresentato pili dì un par– tito, lo sì deve a circostanze che, di fronte al sistema stesso, possono aversi per casuali: lo si deve alla scarsa educazione politica del paese, per cui la più parte delle candidature hanno carattere personale anzichè di vero partito, e alla inuguale distribuzione delle \"arietendenze politiche nei vari Collegi. Se i partiti fossero meglio delineati in Italia e se la loro distribuzione nel corpo elettorale attivo dei vari CollegifossC proporzionale, ba• stercbbe la 1>revalenza di poco più di mezzo migliaio di voti in tutto il paese por dare ad un partito solo la pre– valenza in tutti i 508 Collegi- ed escludere così com• J)letamente dalla Camera la voce di una minoranza che pur comprenderebbe quasi !a metà.della nazione ufficiale. Il Velatri, nel suo opuscolo, che raccomandiamo vi– vamente ai nostri lettori, propugna un sistema elle si scosta il.lquanto, nei dettagli, <la quello accennato <lai Rensi, o che, con parola assai più oscura della cosa, egli designa col nome di sc,·utinio pe1· 1·egioni, a lista con– co1Tente,con doppio voto simultaneo: sistema. molto si· mite a quello che funziona per esempio nel Cantone di Ginevra e che, nel 1895,avrebbe dato risultati, se non ( 1) STUAnT•MJLL, Me.s tndmof,-e.,, trad. Cazelles. - Alcan, {894, pag. !\i. ,:) Dirigersi :i.Ila tipografia Meoni o al giornale la ltfa,·tint:lla, in Colle Val d'Elsa, prov. di Siena (cent. 15).

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