Critica Sociale - Anno VII - n. 17 - 1 settembre 1897

o CRITICA SOCIALE 2el a,·ovo la solita stupida risposta: ma qui sono tutli so– cialisti, dal sign01·e cho spendo il suo denaro per in– grandire ed abbellire la patria, al povero ... che ne gode. Nella risposta. però era. implicitri, la constatazione che le distinzioni sociali dei nostl'i paesi civili mancavano completamente. L'operaio, del resto, come classe sociale ,·era e propria, esiste,•a solo come una figura retorica. Nel regno v·~ certamente qualche fabbrica. In Me!::senia vi ò qualche fabbrica d'acqua gasose, al Pireo vi sono sci o sette filatorie, a Volo una rabbrica di maccheroni, e poi null'altro. Le fabello statistiche del Ministero delle finanze provarlo assai chiaramente che la Grecia non basta a. sè stessa. Essa dove acquistare dai paesi rorestieri tulti i suoi generi di consumo industrialo, dai gibtu a.Ile camicie di tela, o il debilo che confrae a questo modo essa lo paga. esportando il J>iombodel J..aurium, lo spugne dell'Egeo o la resina, il grande prodotto nazionale dei g1·ocicho essi vi infliggono in tutli i modi. Ora, a dirla come sta., tut.ta que!,:ta.gente non ha proprio nulla da guadagnare dulie guerre e dagl'ingran– tlimenti territoriali; andar soflsti<'nndo che netranima avvolta di lardo di un baccale ci possa esser la veduta di andare a vendere la sua paccott.iglia a Salonicco od a Co~tantinopoli, ò voler rare ciel materialismo storico da scatoletta di flammirori. Am~i,ove un giorno la Grecia potesse realizzare il fantastico sogno di giungere a Costantinopoli, tutto il suo complicato sistema finan– ziario e daziario crollerebbe e con esso la rortuna elci greci. Ma tutta questa gente ù stata a scuola etl ha appreso le glorie della patria, tutta questa gente passa cento volte al giorno sotto il Partenone, riscaldato da un solo di oro liqueratto in un campo di violetto e, come il sole scalda il cervello etl il Partenone e,'oca le memorie, ognuno di questi buoni baccali sente come una. gloria propria la gloria. dolla sua patria e le edifica. nolla fantasia. l'Acropoli novell" dello sue future gran– dezze. Il g reco sogna. I n lui la rcalth. della vita,,accop– piata alla sottiglie1.za dell'ingegno, hanno creato un sistema. di filosofìa pratica che esso disprezza profon– damente in tutti gli altri riguardi. Ed in questa sua. doppia coscienza. c'è como l'indico di una superiorità. intellettuale incontrastabile; e so il greco fosse tanto proronclo quanto ò sottile, tanto spiritoso quanto è ar– guto, sarebbe indubbiamente il tipo della più perretta intelligenza. I figli di lutti costoro, comm orcianli o piccoli proprie– tari, banchieri e runzionari, si gitta.no ai mestieri intel– lottualì o, come anieno per tutti i m estieri assai spe– cializzati e sottoposti ad una minuziosa divisione do! IM'oro,essi assumono un grado tli perfezione che rasenta quasi sempre l'inutilità. Sono note le lunghe e delicate disputo filologiche fra ellenisti e romanisti, per vedere quale lingua i greci debbano oggi parlare, ma. di tali esempi di discussioni so ne possono citare a distesa. Come per l'arte dello scrivere è per quella della parola. Il greco, che ò un oratore nato, ha bisogno di un pub– blico che l'ascolti o lo ammiri e, quando non può avorio spontaneamente, esso ra come il profeta; va a cercarlo. :f: questa la massa dei frequentatori di caffè che tanto ci hanno sorpreso. li piacere cho essi provano discu– tendo in bello frasi degli avvcnimonti del giorno non può essere compensato da nessun altro ... nemmeno da quello assai dubbio di ballorsi per la. patria! Edmondo About, che non perdonò mai ai greci di non :Lvergli tatto trovare ad Atene gli agi o le ramnatezze di Parigi, scambiò questa. gente con la Grecia. Dimenticò sempli- a ul 10 jj1anc cemento che un paese non vive di chiacchiero da caffè. Lasciato por un momento Atene, la bianca, la. mollo città, girate un po' per lo oscuro o ro1·ti globo doll',\t· tica, gilttLte uno sguardo por lo disteso o le balzo della. Tessa.glia, e dite un po' so <1uestagente, che nel duro o frequente lavoro non Jimcntica. la patria. e la sua sorte, sia. poi cosi spregevole como volete farla appa– rire! Ma.costoro odiano veramente il turco, ma. costoro amano seria.mento la patria, ma rermamente ne auspi– cano un avvenire glorioso; costoro non sono dei cial– troni, non sono dei chiacchiera.tori: lavorano o sperano, e non ò lecito conrondcrli in una sola condanna coi rrequenlatori dei caffò d'Atene. E ru perchè in questa gente veramente si accoglieva. una. rorte anima civile che il ro o la. cricca cho gli sta intorno potò organiz– zare quol gran tradimento nazionale che fu la guerra a.I turco. AHTUHO L,\IJRIOLA, ILMIRAGGIO DELLE COOPERATIVE IV. Difficoltà economiche. Lo dicemmo nel numero precedente: le ragioni per le quali le Cooperative socialiste fiorirono nel Belgio dimostrano, se analizzate, che le stesse Coo· perative non fiorirebbero in Italia. Sono le qualità caratteristiche del Belgio quelle che spiegano il l'ooruit e la Jlaison du Peu.ple; non già le qua– lità che esso ha comuni con altre nazioni. E ciò spiega perchè il fenomeno sia proprio esclusivo del Belgio, fra le nazioni d'Europa. Ma se v'è altl'i paesi nei quali forse le Cooperative socialiste po– trebbero fiorire, ultimo fra questi paesi verrebbe l"llalia. Abbiamo parlato della razza: dell'entusiasmo coo– per•atore che anima i belgi, i fiamminghi sopratutto, frutto di lunga e ini11te1·rotta tradizione. Abbiamo parlato della libertà polilica: rassenza della quale in Italia ci parve già motivo sufllcicote a sorreg– gere anche da solo la nostra pregiudiziale. Consideriamo brevemente la questione dall'a– spetto economico. Grandi Cooperative popolari di consumo dove possono pr·osperare! Qui, coll"esempio del Belgio. ci soccorre anche quello dell'Inghilterr•a. Esse pro– spereranno colà dove la popolazione operaia, che ne formerà la clientela, sia numerosa, addensata 1 viva in condizioni press·a poco eguali, e possa - condizione sine qua non. - pagare regolarmente a p1·ezzo di mercato i generi che acquista, senza ricorrere al credito. Nunierosa: per dei socialisti ciò non ha bi– sogno di commenti. La scarsa clientela conduce al fallimento l'esercente, molto più la Cooperativa: la quale non ha l'immensa risorsa delle frodi (fro• darebbe sò stessa I), delle speculazioni. degli stroz• zinaggi. Come il grosso magazzino uccide la piccola bottega, così la piccola Cooperativa verrebbe uccisa facilmente dalla concorrenza dei magazzini bor– ghesi. È perciò che nella maggior parte d'Italia, nei borghi a popolazione scarsa, mista e disuguale, la Cooperativa di consumo mal può prosperare. o– cialista poi, la tendenza politica le assottiglierà la clientela. Popolazione addensata. Se la massa operaia ò dispersa, balestrata nei punti più lontani della città, sparpagliata nel largo anello del suburbio, addio cooperativa! li numero grande degli ,pacci e del

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