Critica Sociale - Anno VII - n. 17 - 1 settembre 1897

8 CRITICA SOCIALE 271 La Società " La fratellanza ., DEL DEPUTATO EMILIO CONTI Non solo è stesa lo. relazione, mtL ò aggiunto un lungo e minuzioso progetto di statuto, il <IUl\lO - fortun,ita– mente - non potl'à. essere llisi;usso che dopo l'inscri– zione di almeno 300 soci. Dico «fortunatamente,., 1>er– chè, è convinzione mia, che l'onorevole deputato non rioscirh. giammai a tro,•are trecento persone che piglino sul serio una proposta, che fa. fede (anche troppo!) !e~l'~}~!~!:eroco~tg:1~~:1,~~l~ pl! a!\~: lq~:ll;~n~ii;~~r~•l~Ì spassionatamente - il piccolo difotto di essere impos– sibile finanziariamente o socialmente. Come si può con– cepire e plasmare qualche cosa di \'italo, di sano, quando manca. la spina dorsale d'una conoscenza, se non pro– fonda, almeno precisa, dei fa.ttoT'idella. Storia, e la di– rottrico ò incerta e la mòtn un aoi:rno di notte d'estato1 « La questione sociale non ò - per l'on. Conti - cho il complesso Ji tanto questioni di diversa importanza, ùi divers a entità. e d urgenza , come di diverso carattere, le quo.li si possono studia.re separatamente o separata– m ento ri solvere, ... purchò v i si metta un po' di buona volont..1., e a costo magari di qualche piccolo sacrificio e di qualche lieve disturbo.• La quale questione sociale, come una. pietanza qualsiasi, ò circondata. da molte e grandi difllcolti\.; e parecchie di queste sono d'ordine puramente morale, cioè costituite di antipatie, di risen– timenti, di ostilità.i Ji difildenze o di paure da una parto o dall'altra. Altre sono d'indolo psicologica. ed hanno la loro baso nella. natura. umana nrndesima •· Bisogna .: Jrworaro a toglier di mezzo lo difllcoltiLmorali •· Qui l'anima buona, fratellovolo, dell'on. Emilio, si discopre tutta.! e Basta. - agli dico - che tutti quelli i quali, per censo, per posizione od influenza. sociale, possono adoperarvisi utilmente, diano il buon esempio, rifletlendo cho se, per risol,•ero il grande pl'oblema, può in parto aiutare il concorso del Governo e del Parla.mento, in parte assai maggiore dove ,,aJer ropera. degli stessi cittadini pilÌ interessati a. rimuovere le CllUSedei disordini sociali. Spella ai cittadini 1·icono• .scel'e le p,·op1·ie1·esponsabililcìsociali, i doveri di .soli– darietà. umana e dimostrare coi falli d'esserne peneb·ati e convinti.-.. Da.lo questo premesse. ò più che logico che saltino fuori - come Ja. un giuocu.ttolo a. sorpresa - giudizi come quello che considcnL ht rivoluziono francese del- 1'89 dn1>prima.politica. e poi socinle, o d iscussioni e distinzioni sottili fra socialismo di St. .i.to ,colloltivismo di Stato e socialismo burocratico; com "ò o vvio che, per arrestare lo spopolamento dello campagne e i rroquenli mutam enti di padrone, si ricorm a piccoli premi pre– leva.ti su parlo delle entrato straordinarie della SocieliL e La f ratellanza :.. La quale Società. si dovrebbe com1>orredei proprio• tari, a~ricoltori e fittabili, come soci l>enefattori, o dei contadini, come soci effettivi, di' alcuni mandamenti della bassa. Lombardia, cd avrebbe questi intenti: a) nssicuraziono contro gl'infortuni sul Ja.voro; b) medicine gratuito o sussidi pecuniari in caso di malattia.; e) arbitrato, appoggio momle e legalo i cl) pensione o sussidio permanente (nella misura che permetterà. il fondo sociale) in caso di inabilitil permanente al lavoro, sia derivata da malattia, non traumatica, o da vecchiaia. In paesi a mezzadria certi idilli si possono spiegare e mandar giù; ma, dovo più fiero ed aperto è il con– trasto sociale, dove il lavoratore ò inebetito e imbe– stialito do.Isecolare servaggio o dove, dallo ville e dai manieri, sprizza, non la. lotta, ma l'odio di classe, par– lare di as socia zione mista ò atroce ironia, o, quanto mono - e ta.le è il caso nost1•0- è insano.bile miopia.. L'on. Em ilio C onti, rievocando una nota ima.gino del Giusti. si lusinga di a.vero portato il suo sassolino - « piccolo, modesto, umile :e-- all'edificio sociale che sorgerà nel « secolo venturo »-. Per l'affetto che porto al mio paese e nell'interesso stesso dell'ovoluziono di tutti i partiti, mi auguro che il sassolino si tramuti in pietra. funeraria., la <1uato chiuda, in discreto oblio, i progetti sociali del deputato di Codogno. MA~i::ntO SA)t()(;GIA. AICORA L POLITICA DEI LETTERATI' Soipio Sighele, nella 1/lust,·azione Italiana del 25 luglio, ò tornato su la ormai famosa inchiesta del Mm·zocco. E torniamoci anche noi: chè la qui– stione ha importanza grande, e non soltanto lette– t-aria; e, d'altra parte, l'inchiesta non ha dato i frutti che era lecito sperare. Apprezzamenti del tutto subiettivi, arguzie 1 freddul'e, tirate retoriche, dichiarazioni di fede (come devo di1•e?) superum.a• nisltca; 11a1·ole,pm·ote, JJa,•ote: ecco, in massima parte, le risposte. Il Sighele, che vorrebbe mettere le cose a posto, fa anche lui dello spil'ito. Si meraviglia, per esempio, come Filippo Turati abbia ai,u/o il co,•aggio di seri vere: «. Chi non prende parte, in una o in altra forma, alla vita politica. mi sembra un eunuco so• ciale. • E risponde: • Giuseppe Verdi, che non si occupa di politica, sarebbe un eunuco sociale! -. La quistione, poi, è sempre d'attualità, ora che tutti parlano di Gabriele D'Annunzio candidato alla deputazione. Gabriele D'Annunzio deputato! Che rappresen– terà mai in Parlamento il glorioso esteta, le cui conoscenze e manifestazioni politiche si riducono a qualche declamazione uso Nietzsche contro la « Gran Ilestia1 » - Ma questo non c'entra. L'inchiesta del llfa,•zocco è significativa. La pos– sibilit:\ di sollevare simile quistione nella terra classica dell'intelletto pratico e realistico, nella pa· tria del diritto e dell'arte civile, nella patria di Cesare. di Dante, di Niccolò Machiavello e di Giu– seppe i\fazzini, nella term ove perfino la santità (san Benedetto, san Francesco, santa Caterina da Siena, san Filippo 1 el'i inrormino) diventa azione civile e sociale, mi sembra un segno del tempo. e precisamente un indizio del nostro scadimento Jet• te1·ario. Ma rileggiamo le domande del Ma.-zocco. . . . - Credete confacente e utile a un letterato prender parte alla vita politica del nostro paese 1 - , e prender parte alla vita politica vale seguir Ci-ispi o Rudini, Giolitti o Ca,•allotti, questa parte– cipazione potrà essere o no utilo al letterato (anzi 1 spesso, sarà): confacente non mai, perchè indeco– l'Osa e non consentanea alla dignità delle lettere, cui gli antichi nostri, con profondo intendimento, diedero l'epiteto di bonae. Ma, se per vita politica s'intende la vita pubblica o l'ordinamento della società 1 p1·01Hlervi parte, non che utile e confacente, credo necessario al letterato. A meno che esso 11011 voglia vivere in un mondo nò di cielo, né di terra, ma costruzione della sua fantasia malata; a meno che esso non voglia pa– scersi della propria sostanza, come fanno le lu– mache, le quali, a dire di Plauto, suo sibi suco vtvonl, 1·0s si non cadil; ciecamente superbo delle sue sterili preziosità bisantine; sordo alle voci della vita. viva e vera: di questa vita .cosi intensa, oggi, e vasta e tumultuosa! Questa, insomma, per le lettere e pei letterati, è quistione di vita o di morte. Altro che ripetere con lo tendhal: « Qual follia indignarsi e ren– dersi odiosi per le cose della politica, che non ci interessano, mentre la vita fugge, e arriva triste la vecchiezza ! -. Manifestamente, lo Stendhal è un precursore dei clecadenli. ('I Un contrauempo ci ha fatto ritardart :ih1uanl0 la inser1.ione di ((Ue&to articolo. (.Yotn tklla Dlre.:lo11e).

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